Eugenio Beltrami

matematico italiano

Eugenio Beltrami (1835 – 1900), matematico italiano.

Eugenio Beltrami

Citazioni di Eugenio Beltrami modifica

  • Il corso universitario, io l'ho compiuto (parte per leggerezza, parte per quell'indolenza che accompagna ordinariamente il malanimo cagionato dalle frequenti avversità casalinghe) seguendo il malvezzo di studiare quel tanto che basti per passare gli esami. Perdetti poi due anni in occupazioni affatto aliene dalle mie tendenze. Dopo questa dura prova, formai recisamente il proposito di rifarmi a studiare la matematica, e (questa è la sola cosa di cui sinceramente mi lodo) tolsi a studiare con tutta diligenza una dopo l'altra l'aritmetica, l'algebra, la geometria, la trigonometria, l'algebra superiore e il calcolo, come avrebbe fatto uno che avesse percorso tutt'altra Facoltà, che la matematica.[1]

Citazioni su Eugenio Beltrami modifica

  • Non meno efficace pel consolidamento della Geometria non-euclidea fu il classico Saggio d'interpretazione della geometria non-euclidea pubblicato nel 1868 da Eugenio Beltrami in Giorn. di Mat., 6. Ché il rigore delle argomentazioni e l'eleganza analitica che lo informano attrassero su di esso l'attenzione dei geometri; il brillante e sorprendente risultato che le proposizioni caratteristiche della geometria non-euclidea si verificano sopra le superficie (pseudosferiche, cioè) a curvatura costante negativa dell'ordinaria geometria impressionò in modo favorevole alla nuova teoria coloro che negano ogni valore alle affermazioni disformi da quanto testificano i sensi ed assicurò il trionfo delle nuove vedute; infine i sani principi di filosofia scientifica ivi propugnati, e lo stile affascinante in cui sono esposti, fecero e fanno tuttora sorgere in tutti una viva, illimitata ammirazione pel nostro illustre connazionale. (Gino Loria)

Luigi Cremona modifica

  • Egli è stato quello che gli inglesi dicono un self-made man: non fu l'allievo di una determinata scuola, o di questo o quel maestro; dopo i corsi universitarî, superficialmente seguiti, come egli stesso confessava, e dopo alcuni anni di occupazioni e lavori burocratici, rifece da capo e da sé solo la sua educazione scientifica. Egli, sempre modesto, si professava grato a consigli ricevuti; ma del resto studiò ed apprese tutto da sé. E studiò così bene, così poderosamente e così rapidamente, che in pochissimi anni si trovò in possesso delle dottrine più alte e poté intraprendere e condurre a buon fine difficili ricerche originali.
  • Rigido con sé stesso e indulgente verso gli altri, spirito calmo, sereno; affabile, cortese di modi per innata gentilezza dell'animo, esercitava, inconsciamente, in chi pur per poco l'avvicinasse, un fascino irresistibile; a Bologna, a Pisa, a Pavia, a Roma, ovunque egli professò, divenne ben presto il centro intorno al quale si adunavano gli studiosi delle più diverse discipline, l'anima di una conversazione geniale e dotta, non mai pedantesca.
    Della sua costante fedeltà al culto della scienza è prova indiscutibile il fatto che, nella sua carriera di oltre trentasette anni, non si lasciò mai adescare, né per ambizione, né per guadagno, ad accettare uffici che lo svagassero dagli studi. Non volle mai far parte di Corpi amministrativi, né essere Preside di Facoltà o Rettore di Università; accettò soltanto di entrare nel Consiglio superiore dell'Istruzione, mandatovi dai suffragi dei colleghi. Non cercò alcuno degli onori soliti a conferirsi ai dotti, ma li ebbe tutti.
  • Tali erano l'ingegno e la valentia scientifica e didattica del Beltrami; né ai confini pur remoti delle matematiche si arrestava il sapere di lui; ché egli possedeva coltura non comune e varia, parola facile, arguta, adorna, come di chi ha domestichezza cogli studi letterarî. Aveva una rara conoscenza scientifica della musica, della quale era anche esecutore abile e ispirato. Gli era stata maestra fin dai più teneri anni la madre; poi s'era esercitato con Amilcare Ponchielli, suo coetaneo e concittadino. Questo talento musicale egli nascondeva con ritrosa modestia, come se temesse d'essere accusato d'infedeltà verso la gelosa dea, la matematica, alla quale si era tutto consacrato; ma i pochissimi intimi e intelligenti attestano ch'egli sapeva eseguire maestrevolmente al pianoforte i capolavori di Bach, Beethoven, Mendelssohn, Schumann.

Note modifica

  1. Lettera a un amico, dicembre 1860; citato in Luigi Cremona, Eugenio Beltrami, Commemorazione letta alla Regia Accademia dei Lincei, 10 giugno 1900, in Opere matematiche di Eugenio Beltrami, tomo I, Ulrico Hoepli, Milano, 1902, p. XI

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