Enrichetta Caracciolo

patriota e scrittrice italiana

Enrichetta Caracciolo (1821 – 1901), patriota e scrittrice italiana.

Enrichetta Caracciolo

Misteri del chiostro napoletano modifica

Incipit modifica

Non per menar vanto della chiarezza de' miei natali, ma per debito di narratore, e per fare maggiormente conoscere in quali modi veniva dal governo borbonico avvilita l'indigena aristocrazia, senza che le classi inferiori ne riportassero alcun vantaggio, dico che una delle prime e più cospicue famiglie di Napoli è la Caracciolo, alla quale mi onoro di appartenere.
Mio padre, secondogenito di Gennaro Caracciolo, principe di Forino, nacque nel 1764. Abbracciò la carriera delle armi (ben tenue e scarso, per la legge allor vigente dei fedecommissi, essendo l'appannaggio de' secondi nati), e sposò di quarant'anni una giovanetta palermitana, che ne contava appena quattordici. Teresa Cutelli (così chiamavasi la donzella) mi metteva alla luce il giorno 17 febbraio 1821, dopo quattro altre femmine, e mi dava il nome d'Enrichetta, nome d'una monaca zia paterna: una delle innumerabili offerte, che all'ordine di san Benedetto consacrò la mia stirpe.

Citazioni modifica

  • Senza la reclusione monastica, tante giovanette d'ingegno peregrino si sarebbero elle vedute, per isnaturatezza di parenti e per sobbillamento di confessori, sepolte in carceri inaccessibili a ogni lume sociale, a ogni voce dell'umanità? poi, nel pentimento d'un voto che le strappava irrevocabilmente agli affetti e ai doveri della famiglia pe' quali erano state create dal Signore, dopo una esistenza cachettica, scendere immature nella tomba, senza il compianto della madre, delle sorelle, delle congiunte e compagne? (Al lettore, pp. VII-VIII)
  • Se pel tratto di vent'anni non mi avesse il destino ribadita al piede la catena del galeotto, se fossi passata a marito giovinetta, avrei forse nella scuola del mondo imparato altrettanto a scernere le malvagie passioni sul loro nascere, le passioni che sbocciano nell'aria chiusa e si nutrono di ire, di rancori, di gelosie, di sospetti? (cap. XXV, p. 338)

Bibliografia modifica

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