Robert Bloch

scrittore e sceneggiatore statunitense
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Robert Bloch (1917 – 1994), scrittore statunitense.

Robert e Marion Block

Incipit di alcune opere

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Dolci per la piccina

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Irma non aveva affatto l'aspetto di una Strega.
I suoi lineamenti erano minuti e regolari, e aveva la carnagione di pesca, gli occhi azzurri e i capelli molto chiari, di un biondo quasi cenere. E poi, aveva soltanto otto anni.

Enigma fotografico

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Non preoccupatevi dell'inflazione. Potete sempre comperarvi guai da un milione di dollari, con dieci dollari.
Questa è la cifra che Charlie Randall pagò per la macchina fotografica, e pensava di fare un affare.

Gli occhi della mummia

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Bisogna che io racconti la verità, tutta e subito. È fin troppo facile chiacchierare di orride vicende misteriose, o di avventure oltre i limiti del reale, quando si tratta di co­se accadute ad altri. Ma in una storia che è un puro reso­conto, di cui il protagonista sia il narratore stesso, c'è una differenza... una terribile differenza.

Gotico americano

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Il castello era immerso nell'ombra.
Mille, immobile sul marciapiede, alzò gli occhi verso le sue torrette svettanti mentre la carrozza ripartiva, risuonando sull'acciottolato. E il castello la fissò a sua volta. Due occhi spalancati e minacciosi che la guardavano dalla torretta più alta.
"Puaf!" borbottò Mille. "Sono soltanto luci."
Certo, soltanto questo erano – qualunque sciocco poteva capirlo – e non aveva senso parlare a se stessa. Ma mentre l'eco dello scalpitìo degli zoccoli dei cavalli svaniva nella notte, il suono della propria voce riuscì a rassicurarla.
Non pensava che la strada sarebbe stata così buia, così deserta; non credeva che il castello fosse così imponente.

I servi di Satana

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Era del tutto evidente che gli abitanti di Roodsford[1] non erano arrivati a bordo della Mayflower o di un'altra delle navi sorelle; e che, in realtà, non erano partiti da nessun porto inglese. E non esiste neppure una documentazione nota e attendibile del loro arrivo in quella sterile regione della costa settentrionale. Essi entrarono inosservati in quella terra e, senza documenti, né permessi, né visti, vi stabilirono le loro semplici dimore.

Il banchetto del diavolo

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Un colpo di tuono proveniente dall'ovest annunciò l'avvicinarsi della notte e insieme della tempesta, e il cielo si fece più cupo fino a diventare di un nero stregato. La pioggia cadeva, il vento biascicava dolorosamente, e il sentiero della foresta attraverso il quale cavalcavo diventò un pantano fangoso, ingannevole, che minacciava di intrappolare da un momento all'altro i miei destrieri e me stesso nel suo sgradevole abbraccio.

Il demone oscuro

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Nessuno ha mai scritto la vera storia della morte di Edgar Gordon. In realtà nessuno tranne me sa che lui è morto; perché la gente ha dimenticato quello strano genio oscuro, i cui racconti soprannaturali erano un tempo tanto popolari tra gli amanti della Fantasy.

Il patto del diavolo

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La porta dell'alberghetto si spalancò ed entrò il Demonio. Era scarno come un morto, e più bianco del sudario in cui di solito giace un cadavere. I suoi occhi erano profondi e scuri come tombe. La sua bocca era più rossa della porta dell'Inferno, e i capelli più neri dei suoi abissi. Vestito come un damerino, era uscito da una carrozza meravigliosa, ma doveva essere sicuramente lui: Satana, il Padre delle Menzogne.

La festa nell'abbazia

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Un colpo di tuono dall'ovest annunciò l'avvicinarsi della notte ed insieme della tempesta, ed il cielo si fece più cupo fino a diventare di un nero stregato. La pioggia cadeva, il vento biascicava dolorosamente, e il sen­tiero della foresta attraverso il quale cavalcavo diventò un pantano fangoso, ingannevole, che minacciava di in­trappolare da un momento all'altro entrambi i miei de­strieri e me stesso nel suo sgradevole abbraccio.

La stirpe di Bubastis

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Vorrei non dover scrivere queste righe. Di solito le note di un suicida sono già fin troppo lugubri, e il raccon­to che sto per fare lo è oltre ogni immaginazione. Tutta­via, prima di cercare l'oblio nelle braccia eterne della mor­te, mi sento costretto a lasciare dietro di me questa testi­monianza.

La vendetta dei Druidi

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Sul litorale si dice che Sir Charles Hovoc, quando si trasferì a Nedwick, era un individuo superbo e caparbio. Alla dignità di baronetto c'era arrivato facendosi strada a gomitate, così come si era fatto strada a gomitate nel campo degli affari, della politica e dell'alta società. A trentott'anni aveva già una solida posizione finanziaria, era un uomo arrivato, che si era fatto da sé, senza guar­dare troppo per il sottile.

Norman Bates udì il rumore e ne rimase sconvolto.
Sembrava che qualcuno stesse picchiando contro il vetro della finestra. Sollevò la testa, di scatto, pronto ad alzarsi, e il libro gli scivolò di mano, in grembo. Poi si rese conto di che cosa era: soltanto pioggia. Pioggia del tardo pomeriggio che batteva, di traverso, contro i vetri del salotto.
Norman non si era accorto che aveva incominciato a piovere, che era calato il crepuscolo. Ma ora faceva piuttosto scuro, nel salotto, ed egli allungò un braccio per accendere la lampada prima di riprendere la lettura.

Quel treno per l'inferno

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Quando Martin era un bambino, suo padre faceva il ferroviere e, anche se non aveva mai viaggiato sulle grosse locomotive, essendo stato adibito alla manutenzione dei binari, era lo stesso orgoglioso del suo lavoro. Quando era ubriaco, cioè ogni notte, cantava quella canzone del Treno per l'Inferno.

Quel vampiro di Lovecraft

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Non so perché l'ho fatto. Giuro che non lo so. Forse ero pazzo. Ogni volta che mi rado mi viene la bava alla bocca.
Sì, voglio ammetterlo. Sono pazzo. Tutti sono pazzi qui, in questo mani­comio. Perfino gli scarafaggi sono persone importanti.
Se solo l'avessi saputo! Ma come potevo saperlo? «Siete cordialmente invi­tato a cena da H. P. Lovecraft», diceva il biglietto d'invito. E io, come un folle, ho accettato[2].

Sinceramente tuo, Jack lo Squartatore

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Grazia Alineri

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Guardai il gentiluomo inglese che avevo davanti. Lui guardò me. «Sir Guy Hollis?» domandai.
«Esatto. Ho il piacere di rivolgermi a John Carmody, lo psichiatra?»
Annuii. I miei occhi si posarono sulla figura del distinto visitatore. Alto, snello, capelli biondi... con i tradizionali folti baffi. E il vestito di tweed. Sospettai che avesse un monocolo nascosto in una delle tasche della giacca e mi chiesi se non avesse lasciato l'ombrello nell'ufficio esterno.
[Robert Bloch, Sinceramente tuo, Jack lo Squartatore, traduzione di Grazia Alineri, in "Il colore del male. I capolavori dei maestri dell'horror", a cura di David G. Hartwell, Armenia Editore, 1989. ISBN 8834404068]

Inisero Cremaschi e Claretta Fumagalli

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Guardai il distinto signore inglese. Lui guardò me.
—Sir Guy Hollis? — domandai.
—Precisamente. Ed io ho il piacere di rivolgermi a John Carmody, lo psichiatra?
Assentii. I miei occhi percorsero la figura del mio impeccabile visitatore. Alto, magro, con capelli color sabbia... e i tradizionali baffi a fiocchetto. E il vestito di tweed. Immaginavo che avesse un monocolo nascosto nel taschino del panciotto, e mi chiedevo se avesse lasciato l'ombrello in anticamera.
[Robert Bloch, Cordialmente, Jack lo Squartatore, traduzione di Inisero Cremaschi e Claretta Fumagalli, in "Alfred Hitchcock presenta I maghi del brivido", Amica, 1990]

  1. Molti critici sono del parere che Lovecraft abbia partecipato attivamente alla stesura dell'intero racconto, e anche noi siamo di questa opinione. Nel manoscritto originale il nome era Roodford. H.P.L. suggerisce «Roodsford», dicendo: «il nome di luogo formato da due parole unite da un trattino non ricorreva nell'antico New England».
  2. H. P. Lovecraft (1890-1937), uno dei maggiori autori fantastici di questo secolo, intrattenne com'è noto una vastissima corrispondenza con colleghi e appassionati. Pochissimi, però, lo in­contrarono di persona. Il suo isolamento fece fiorire intorno a lui una serie di strane leggende: chi lo diceva un ecclesiastico a riposo, chi un anziano professore di Scienze Occulte, chi un recluso confinato in una casa di malati da stupefacenti. In realtà, era semplicemente troppo povero per viaggiare. Robert Bloch (l'autore di Psycho, che in gioventù fu uno dei suoi più affezionati corrispondenti, senza mai averlo incontrato), in questo breve raccontino fa dell'i­ronia proprio sulle leggende che circolavano attorno a Lovecraft ancora vivente. Il testo è stato pubblicato su una rivista amatoriale americana, e lo traduciamo come omaggio ai due Autori (N.d.C.).

Filmografia

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Bibliografia

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  • Robert Bloch, Cordialmente, Jack lo Squartatore, traduzione di Inisero Cremaschi e Claretta Fumagalli, in "Alfred Hitchcock presenta I maghi del brivido", Amica, 1990.
  • Robert Bloch, Dolci per la piccina, traduzione di Gianni Pilo, in "Storie di streghe", a cura di Gianni Pilo, Newton & Compton, 1996. ISBN 8881834480
  • Robert Bloch, Enigma fotografico, traduzione di Maria Emilia Piccone, Mondadori, 1978.
  • Robert Bloch, Gli occhi della mummia, traduzione di Gianluigi Zuddas, in "Sempre Weird Tales", Fanucci, 1985.
  • Robert Bloch, Gotico americano, traduzione di Annita Biasi Conte, Bompiani.
  • Robert Bloch, Il banchetto del diavolo, Il demone oscuro, Il patto del diavolo, Quel treno per l'inferno, traduzione di Gianni Pilo, in "Storie di diavoli", Newton & Compton, 1997.
  • Robert Bloch, La festa nell'abbazia, traduzione di Daniela Consiglio, Emma Marciano e Maria Grazia Pelosi, ne "Il meglio di Weird Tales. La festa nell'abbazia", Fanucci, 1987.
  • Robert Bloch, La stirpe di Bubastis, traduzione di Gianluigi Zuddas, in "Sempre Weird Tales", Fanucci, 1985.
  • Robert Bloch, La vendetta dei Druidi, traduzione di Nuccia Agazzi e Maria Basaglia, in "La soglia dell'invisibile. I classici del sovrannaturale", a cura di Kurt Singer, Longanesi, 1972.
  • Robert Bloch, Psycho, traduzione di Bruno Tasso, Sperling & Kupfer.
  • Robert Bloch, Quel vampiro di Lovecraft, traduzione di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, in "Storie di vampiri", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & Compton 1994. ISBN 8879834177
  • Robert Bloch, Sinceramente tuo, Jack lo Squartatore, traduzione di Grazia Alineri, in "Il colore del male. I capolavori dei maestri dell'horror", a cura di David G. Hartwell, Armenia Editore, 1989. ISBN 8834404068

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