Eliana Bouchard
scrittrice italiana
Eliana Bouchard (1951 – vivente), scrittrice italiana.
pangea.news, 9 maggio 2018.
- L'incontro che mi ha formata è avvenuto intorno ai cinque anni, accanto al mio letto c'era una porta che vedevo io sola con su scritto Lettura. Se l'aprivi entravi nella realtà, tutto il resto era finzione. La persona della svolta potrebbe essere il prof. Cesare Cases, mio direttore quando lavoravo all'Indice dei libri del mese. Mi ha aperto il cervello, mi ha mostrato che cosa c'è dietro una parola, dietro una frase, mi ha insegnato a portare rispetto, a dissacrare e a portare nuovamente rispetto.
- Un giorno, distribuendo degli abiti ai profughi mi è capitato davanti un afghano di nome Ibrahim, diceva una sola parola, sempre la stessa e aveva delle idee precise su quel che gli serviva. Ho impiegato parecchi minuti a capire che voleva un abito tradizionale, giacca, pantaloni, camicia. Quando ha avuto quel che voleva ha accarezzato la stoffa come fosse una persona cara. Mi ha spezzato il cuore. Non riuscivo a togliermelo dalla mente, ne parlavo con tutti, era un'ossessione. Finché Lavinia, la mia maestra di canto, mi ha detto: secondo me questa è una storia che devi scrivere. È andata così. Ho scritto la storia di Ibrahim [La boutique] per sistemarlo, per dargli un contesto in cui vivere, per non abbandonarlo.
- Cosa scrivo? Lavoro da anni a un testo illeggibile, contorto, saccente, antipatico, ispido, a tratti noioso e ripetitivo. Più ci lavoro più si attorciglia. L'oggetto? L'inconscio. Cosa vorrei scrivere? Una storia senza aggettivi.
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