Elegie funebri dai libri
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Raccolta di elegie funebri tratte dai libri.
- Il Bàlabam morì di rosolia dopo due giorni.
«Ci ha lasciati uno dei direttori più amati dai suoi dipendenti» aveva detto Colombani al funerale e in quel preciso istante i corridoi della società esplodevano come l'Avenida del Presidente Vargas a Rio durante la sfilata della scuole di samba a carnevale. Avevano fatto venire su dal bar 180 bottiglie di Rosso Antico con i cappelli di paglia in omaggio, erano quasi tutti a torso nudo e si abbracciavano, buttavano strisce di carta di pratiche strappate dalle finestre, e ballavano dei saltarelli indiavolati, facendo musica battendo i pugni contro gli armadi e le scrivanie Trau Olivetti metalliche. Urlavano come pazzi cogli occhi pallati e le vene del collo gonfie. Fu davvero un pomeriggio indimenticabile per tutti. (Paolo Villaggio)