Denis Guedj

romanziere e matematico francese

Denis Guedj (1940 – 2010), romanziere e matematico francese.

Denis Guedj al Festival international de géographie 2000 di Saint-Dié-des-Vosges

Citazioni di Denis Guedj

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  • Ti ho mai detto che cosa mi aveva attirato verso Pitagora? Il fatto che è stato lui ad inventare la parola amicizia. Lo sapevi? Quando gli chiesero che cosa era un amico, lui rispose: "Colui che è l'altro me stesso, come accade ai numeri 220 e 284". Due numeri sono "amici" o "amicabili" se ognuno di essi è la somma di tutti i divisori dell'altro (esclusi i numeri stessi). I due numeri amicabili più celebri del Pantheon pitagorico sono appunto 220 e 284, che formano una bella coppia. Puoi fare la prova se hai tempo. E noi due, siamo "amici"? Quali sono i tuoi divisori, Pierre? E i miei? Forse è arrivato il momento di fare la somma dei nostri divisori. (da Il teorema del pappagallo; dialogo tra Pierre Ruche ed Elgar Grosrouvre)

Incipit di alcune opere

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Il teorema del pappagallo

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Come ogni sabato, Max aveva fatto un giro al mercato delle pulci di Porte de Clignancourt, raggiungendolo a piedi dal lato nord della collina di Montmartre. Da principio si era limitato a curiosare sul banco del venditore presso il quale Lea aveva cambiato le Nike macchiate che Perrette le aveva regalato la settimana prima. Poi entrò nel capannone dov'erano esposti articoli coloniali di provenienza militare, e stava frugando in un gran mucchio di oggetti eterogenei quando scorse, in fondo al locale, due tizi piuttosto ben messi e molto agitati. Ebbe l'impressione che stessero litigando, ma non era affar suo. Soltanto dopo si accorse del pappagallo: i due stavano tentando di catturarlo.
Allora sì, che diventata affar suo.
Il pappagallo si difendeva, sferrando gran colpi di becco. Il più basso dei due lo afferrò per la punta di un'ala, ma il volatile, rapido come un lampo, si girò, beccandogli il dito a sangue. Max vide la bocca del piccoletto aprirsi in un grido di dolore, mentre l'altro, lo spilungone, assestava inferocito un pugno tremendo sul capo dell'animale. Il ragazzo si avvicinò, e gli parve che il pappagallo, stordito, urlasse: «Assass... Assass...» Uno dei due tirò fuori una museriola. Mettere la museruola a un pappagallo!
A quel punto, Max si lanciò nella mischia.

La chioma di Berenice

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«I miei piedi, i miei piedi, i miei piedi! Ho la pianta dei piedi dura come il granito».
«E la testa molle come il cervello di una vacca», urlò un donnone scarmigliato, appollaiato sullo sgabello più alto della taverna.
Rispettate l'artista! disse arrabbiato Obolo, in un terribile accesso di furore. Poi, tremando di collera: «Ancora un insulto e torno a casa di mia madre».
«Vai! Vai da tua madre!»
Si voltò per lasciare il locale, ma poi, come preso dal rimorso, si rivolse alla folla: «Al nostro vecchio Euclide che insegnava al Museion prima che io nascessi, un discepolo domandò con una smorfia sprezzante: 'A che serve la matematica che mi hai insegnato' Euclide chiamò allora un servitore: 'Dagli dunque tre oboli perché deve trarre un beneficio da quel che ha imparato'. Con me, invece, è proprio tutto il contrario: non c'è da aspettarsi alcun profitto. Date i vostri oboli a Obolo!»

Bibliografia

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  • Denis Guedj, Il teorema del pappagallo, traduzione di Lidia Perria, Longanesi, collana La Gaja scienza, 2000. ISBN 9788830417588
  • Denis Guedj, La chioma di Benenicce, traduzione di Fiodor B. Ardizzola, Isabella C. Blum e Francesca Ioele, Longanesi, collana La Gaja scienza, 2003. ISBN 9788830420946

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