Trattato del Sublime
opera dello Pseudo-Longino
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Il Trattato del Sublime, opera saggistica scritta da un anonimo del I secolo d.C., spesso identificato col nome di Pseudo-Longino.
Il trattatello che Cecilio ha arrangiato sul tema del sublime, quando ci siamo messi ad analizzarlo insieme (lo sai bene, carissimo Postumio Terenziano), ci è parso alquanto al di sotto del progetto complessivo, che non abbia affatto toccato i punti essenziali, e inoltre che non sia di molto aiuto per chi abbia la ventura di accostarlo (è a questo soprattutto che deve mirare chi scrive).
Citazioni
modifica- Da dove provengono le nostre qualità, proprio da lì, quasi sempre, sogliono provenire anche i nostri difetti. (V)
- Il sublime è l'eco di un alto sentire. (IX, 2)
- Se i pregi venissero giudicati in base al numero, e non alla grandezza, Iperide stesso, in questo modo, sarebbe in tutto superiore a Demostene. (XXXIV, 1)
- Non c'è nessuno che provi paura, leggendo Iperide. (XXXIV, 4)
- L'amore per il denaro è una malattia che rimpicciolisce l'animo, l'amore per il piacere rappresenta il colmo dell'avvilimento. (XLIV, 6)
Bibliografia
modifica- Pseudo-Longino, Del sublime, traduzione di Francesco Donadi, BUR, 2013, ISBN 978-88-17-16787-1.
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