Decimo Magno Ausonio

poeta romano

Decimo Magno Ausonio (310 – 395), poeta latino.

Decimo Magno Ausonio
Giovan Pietro Lasagna, Monumento a Decimo Magno Ausonio - Milano, Scuole palatine

Citazioni di Decimo Magno Ausonio

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  • Salve, o fiume, celebrato per le tue campagne, celebrato per i tuoi contadini, fiume, al quale i Belgi sono debitori delle mura considerate degne di accogliere la sede dell'impero: fiume scorrente in mezzo a colline piantate di vigneti che producono vino profumato, fiume dalle verdi acque in mezzo a rive coperte di canneti: navigabile come il mare, rapido come un rivo d'acqua corrente, simile ad un lago per la trasparenza delle tue profondità, tu puoi eguagliare i ruscelli con il tuo palpitante fluire e offrire all'assetato sorsi più freschi delle fonti. Tu solo sei insieme tutto: fonte, rivo, fiume lago e mare con l'alterno flusso e riflusso della marea.[1]
Salve, amnis laudate agris, laudate colonis, | dignata imperio debent cui moenia Belgae: | amnis odorifero iuga vitea consite Baccho, | consite gramineas, amnis viridissime, ripas; | naviger ut pelagus, devexeas pronus in undas, | ut fluvius vitreoque lacus imitate profundo, | et rivos trepido potis aequiperare meatu, | et liquido gelidos fontes praecellere potu, | omnia solus habes, quae fons, quae rivus, et amnis | et lacus, et bivio refluus manamine pontus. (23-32)

Citato in Bruno Gentili, Luciano Stupazzini e Manlio Simonetti, Antologia della letteratura latina

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Felix criminibus nullus erit diu.
Ignoscas aliis multa, nihil tibi.
  • Prima fra le città, sede degli dèi, è l'aurea Roma.[5]
Prima urbes inter, divum domus, aurea Roma.
  • La Gallia potente nelle armi da tempo desidera essere celebrata, | e Treviri la città regale, che vicina al Reno | riposa sicura come nel seno di una pace profonda. | Infatti nutre veste e arma le forze dell'impero. | Per la lunghezza del colle corrono larghe mura, | e di sotto scorre larga e tranquilla la Mosella, che da lontano porta commerci di tutta la terra.[6]
Armipotens dudum celebrari Gallia gestit, | Trevericaeque urbis solium, quae, proxima Rheno, | pacis ut in mediae gremio secura quiscit; | imperii vires quod alit, quod vestit et armat. | Lata per extentum procurrunt moenia collem. | Largus tranquillo praelabitur amne Mosella., | longiqua omnigenae vectans commercia terrae.
  1. Traduzione di Adriano Pennacini. Da Mosella, in Italo Lana e Armando Fellin Civiltà letteraria di Roma antica, Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1975, volume III, pp 687-689.
  2. Da Septem sapientium sententiae, p. 909.
  3. Da Septem sapientum sententiae, Cleobulo di Lindo, 4, p. 909.
  4. Perdona molto agli altri; nulla a te stesso. Citato, con questa traduzione, in Giuseppe Fumagalli, L'ape latina, Hoepli, 1987.
  5. Da Ordo nobilium urbium, p. 911.
  6. Da Ordo nobilium urbium, p. 913.

Bibliografia

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  • Bruno Gentili, Luciano Stupazzini, Manlio Simonetti, Antologia della letteratura latina, traduzione per Ausonio di Manlio Simonetti, Editori Laterza, Roma-Bari, 1989.

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