Debunker

professione

Citazioni sui debunker e il debunking.

Debunking di una presunta impronta di Yeti

Paolo Attivissimo modifica

  • C'è chi s'inviperisce perché non ho una laurea apposita per fare debunking [...] dimenticandosi che non esiste una Facoltà di Debunking e che quindi lamentarsi che non ho titoli per fare debunking è una stupidaggine. Io ho oltre vent'anni d'esperienza nel settore, ho lavorato con alcuni fra i più grandi esperti del campo e comunque mi appoggio sempre a esperti degli specifici argomenti di cui mi occupo. Se avete di meglio da offrire, fatevi avanti.
  • [«Quando hai cominciato a incuriosirti alle bufale e alle teorie dei complotti?»] Credo da sempre: i misteri mi hanno intrigato sin da bambino, quando ho divorato tutti i libri di fantarcheologia di Peter Kolosimo e Bermuda, il Triangolo Maledetto di Charles Berlitz. Vedevo Uri Geller in televisione che piegava i cucchiai, i guaritori filippini che operavano a mani nude... e poi ho visto Silvan fare la stessa cosa. E ho scoperto che erano fandonie fabbricate per fare soldi. [...] Forse per reazione ho cominciato a studiare la scienza vera e a informarmi sui trucchi che usavano questi ciarlatani.
  • Faccio debunking da anni non per denaro, ma perché mi piace farlo e spero di poter essere utile. Lo faccio perché mi preoccupa la marea di cazzate socialmente pericolose diffuse dai complottisti e dagli speculatori acchiappaclic, dentro e fuori dai giornali e dalle TV, spesso con la complicità consapevole o inconsapevole dei politici. Cazzate che per esempio fanno crollare le vaccinazioni, creano paure infondate e fanno arricchire i truffatori. Sì, avete capito bene: non faccio debunking per i soldi. Anche perché ci si guadagna poco. Oltretutto fare debunking non è il mio lavoro principale: mi guadagno da vivere principalmente facendo tutt'altro [...]. Questo mi consente di essere indipendente e di dire le cose come stanno anche quando ci sono di mezzo le bufale pubblicate da politici o dai giornali o dai canali TV.
  • Il debunking [...] richiede molto più impegno: perché devi portare fatti, dati, devi conoscere benissimo la materia... mentre chi fabbrica teorie lo fa in pochi secondi, ne può inventare 10 in dieci secondi; debunkarle, cioè trovare le prove per dire «sì è vero, no non è vero» richiede molto più impegno.
  • [«Che percentuali di successo hanno i cacciatori di bufale? E i normali navigatori del web?»] Se il successo è scoprire l'origine e la veridicità o meno di un appello, allora la percentuale è altissima: sono rari i casi irrisolti per i quali non si riesce a determinare perlomeno se l'appello dice il vero o no. Ma se il successo è far cessare la circolazione di una bufala, allora le cose cambiano: è un risultato molto raro. Fra gli internauti domina invece l'insuccesso in entrambi i sensi: purtroppo sono pochissimi coloro che si soffermano a valutare razionalmente gli appelli ricevuti [...]. Purtroppo anche la sensibilizzazione del pubblico da parte dei cacciatori di bufale riesce poco, anche per via dello spazio sproporzionato che viene concesso dai media a panzane e allarmismi.

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