Gérard d'Houville

scrittrice francese
(Reindirizzamento da Daniel Darc)

Marie Louise Antoniette de Hérédia, conosciuta con lo pseudonimo di Gérard d'Houville (1875 – 1963), scrittrice francese.

Marie de Hérédia.
1889, fotografia di Paul Nadar.

Il vestito azzurro modifica

Incipit modifica

Cenere

Ti soffermi davanti alla mia tomba profumata
dove quello che fui giace sotto un'erba in fiore
e, leggendo, queste sole parole, giovane viaggiatore:
«Nessuna donna fu più a lungo amata»,
l'acuto e vivente desiderio gonfia e riempie il tuo cuore
del sogno della mia carne, ahimè, inanimata.

Citazioni modifica

 
Marie de Hérédia in posa per un ritratto nell'atelier di Jacques-Émile Blanche
  • ... E colui che, pensieroso, sotto un suolo secolare, | troverà un giorno la mia urna funeraria, | saprà che fui donna, e donna teneramente, | talora innamorata e maliziosa, | e si chiederà davanti alla terra scura | perché per tanta ombra sorse tanta luce. (da Il vasaio, p. 7)
  • Ve ne ricordate, madre dal viso così bello, | madre dalle braccia così bianche, ve ne ricordate? | Quando ero stata troppo a lungo triste e saggia | mi prendevate un po' la sera, sulle ginocchia. || A volte portavate un vestito molto azzurro | in raso d'Oriente che ricamavano svolazzi d'oro; | tutto un golfo d'Asia ondeggiava nel suo strascico | e i miei sogni di bambina vi sono cullati ancora. || Fumavate... e l'odore del fumo trasparente | ai vostri diversi profumi si mischiava; | e io vi respiravo, madre odorosa, | con la fronte nascosta tra i miei pesanti capelli bruni. || Come odoravate di buono, madre indolente! | Eravate tenebrosa e piena di luce, | simile a quell'onda che, cupa e lenta, riflette oscuramente gli astri estivi. || Eravate il viaggio e tutte le sue meraviglie, e il vostro vestito azzurro e il suo oro e le sue pieghe | tropicali, vi bagnava e vi rendeva eguale | a qualche grande nave dal femmineo rollio. || Eravate la partenza con una nostalgica speranza | e il porto che trema nelle sue acque tranquille; | i vostri seni doppiavano rotte aromatiche | dove le vostre maniche volavano come lenti uccelli. || È così che ho visitato isole felici, | lo strano incanto di paesi notturni... | Madri dalle dolci mani, madri voluttuose, | aprite al vostro bambino i primi paradisi. | Perché in seguito, deluso dai piaceri del mondo, | sappia che un tempo, legato al vostro cuore, | egli aveva, per la profonda forza dei vostri fianchi, | raggiunto la riva nera dove tutto si dimentica. (Il vestito azzurro, p. 9)
  • Sono tutti là, saggi o pazzi, | amanti delle parole e delle immagini, | sono tutti là, pazzi e saggi, | i poeti ardenti e dolci. || Sono là, i tetri addormentati, | che furono sempre pigri | ma che, viventi, chiudevano gli occhi | per meglio sentire l'odore delle rose. || Sono là senza il loro narghilè, | senza caffè che passi a turno... | Il grande oblio, maestro del mondo, | ha tolto loro il desiderio alato. || Non hanno più sogni né chimere, | rimpianti o rimorsi superflui, | ignorano che non sono più | che degli esseri effimeri. (da Il cimitero dei poeti, pp. 17-18)

Explicit modifica

Epitaffio

Voglio riposare nel folto dei boschi, affinché il vento
faccia talora fremere il mobile fogliame
e lo agiti nell'aria come una capigliatura
sulla mia tomba e, a seconda dell'ora scura
o chiara, l'ombra delle foglie col giorno
vi traccerà, in una sequenza nera e leggera,
con misteriose parole, estremo arabesco,
un epitaffio mutevole quanto me stessa.

Bibliografia modifica

  • Gérard d'Houville, Il vestito azzurro e altre poesie, a cura di Pasquale Di Palmo, Via del Vento edizioni, Pistoia, 2001. ISBN 88-87741-23-9

Altri progetti modifica