Coventry Patmore

poeta inglese

Coventry Kersey Dighton Patmore (1823 – 1896), poeta inglese.

Coventry Patmore, dipinto da John Singer Sargent, 1894

Citazioni di Coventry Patmore

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  • Essi sono d'assai la più amena, colta e socievole gente di Roma. I modi di uno o due tra i cardinali con cui ho avuto il piacere di conversare, sono tra i più perfetti che io abbia incontrato. Ho veduto un'eguale, non mai una superiore raffinatezza in altri uomini, ma di rado combinata con tanto cortese semplicità. Certo il cattolicismo ha diritto di esser chiamato, come lo è stato, «la religione dei gentiluomini».[1]
  • Fortunatamente per il mondo e per loro stessi, quasi tutti gli uomini sono dei vigliacchi e non osano agire secondo le loro convinzioni. Quasi tutti i nostri disastri derivano da qualche sciocco che ha «il coraggio delle sue opinioni».[2]

Citazioni su Coventry Patmore

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  • Il problema che preoccupava Patmore fin dalla giovinezza era la sublimazione della vita corporale mediante la sua interpretazione simbolica. Solo la Chiesa cattolica favoriva la concezione dell'amore terrestre come primo stadio, adombramento dell'amore celeste [...] Solo con una conversione al cattolicismo, che vedeva nella Donna l'immagine del Paradiso, il Patmore poteva comporre il dissidio tra il suo essere senziente e la sua aspirazione religiosa. Dopo tergiversazioni e interiori dibattiti, una notte, mentre era solo nell'albergo, vide che la serenità poteva essergli data soltanto da una completa sottomissione. Roma, che già gli era parsa una capitale di terz'ordine, era adesso per lui l'Universo. Scriveva a un amico: «Ci sono qui per voi i santuari di Shelley e di Keats, per me il Limina Apostolorum». (Mario Praz)
  1. Citato in Mario Praz, Patmore a Roma, in Bellezza e bizzarria. Saggi scelti, Mondadori, Milano, 2002, p. 369.
  2. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644

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