Cornelio Bentivoglio d'Aragona

arcivescovo cattolico, cardinale e scrittore italiano
(Reindirizzamento da Cornelio Bentivoglio)

Cornelio Bentivoglio d'Aragona, noto anche con lo pseudonimo di Selvaggio Porpora (1668 – 1732), arcivescovo cattolico, cardinale e scrittore italiano.

Cornelio Bentivoglio

Incipit di alcune opere

modifica

Ecco Amore: ecco Amor. Sia vostro incarco

modifica

Ecco Amore: ecco Amor. Sia vostro incarco,
Occhi, chiudere il passo al Nume audace,
Che a turbarmi del sen la cara pace
Sen vien di sdegni, e di saette carco.

L'Anima bella, che dal vero Eliso

modifica

L'Anima bella, che dal vero Eliso
Al par de l'Alba a visitarmi scende,
Di così intensa luce adorna splende,
Ch'appena i' riconosco il primo viso.

L'enfatico intronato

modifica

Come vanno,
E come tornano
Da l'albergo, ove soggiornano
Nel più caldo de l'estate,
Al cadere de le spiche
De le provide formiche
Le lunghissime brigate

O troppo vaghe, e poco fide scorte

modifica

O troppo vaghe, e poco fide scorte,
Che 'l primo varco apriste al crudo Amore,
Onde con seco, nel domato core,
Tutta 'ntrodusse sua funesta corte,
Gelosie, tradimenti, e mal'accorte
Brame, eterni sospetti, e reo dolore,
Breve speranza con perpetuo errore,
Odio di vita, e gran disio di morte;
Or che farem, poiche 'l crudel Tiranno
Di noi s'è fatto donno, e con baldanza
Ragione ha tratta dal regal suo scanno?

Poiche di nuove forme il cor m'ha impresso

modifica

Poiche di nuove forme il cor m'ha impresso,
E fattol suo simil, la mia Nicea,
Con uno sguardo, onde non sol potea
Far bello un cor, ma tutto 'l mondo appresso;
Da quel letargo, ove pur dianzi oppresso
Da le fallaci brame egro giacea,
Si scuote, sì, così s'avviva, e bea,
Che a chi 'l conobbe, più non par quel desso.

Pria del manto vestir caduco, e frale

modifica

Pria del manto vestir caduco, e frale,
L'Anima, ancor ne la natia sua Stella,
Per la tua idea sovra le belle bella
S'accese d'un ardor casto, immortale.

Sotto quel monte, che 'l gran capo estolle

modifica

Sotto quel monte, che 'l gran capo estolle,
E protegge con l'ombra il rivo, e 'l fiore,
Stav'io con Filli, e parlavam d'Amore
Ambo sedendo sull'erbetta molle:
Scriver la Ninfa mia col dardo volle
Sulla polve la fè, ch'avea nel core,
Er anch'io impressi 'l mio fedele ardore
Sul tronco di quel Faggio a piè del colle.

Tra i lascivi piacer de l'empia Armida

modifica

Tra i lascivi piacer de l'empia Armida
Giace in ozio avvilito il buon Rinaldo,
Et ei, che in guerra fu sì ardito, e baldo,
Or torpe in sen d'una Fanciulla infida.

Vidi (ahi memoria rea de le mie pene)

modifica

Vidi (ahi memoria rea de le mie pene)
In abito mentito io vidi Amore
Ampio gregge guidar, fatto Pastore,
Al dolce suon de le cerate avene
Il riconobbi a l'aspre sue catene, 4
Ch'usciano un poco al rozzo manto fuore,
E l'arco vidi, che 'l crudel Signore
Indivisibilmente al fianco tiene.

Bibliografia

modifica
  • Cornelio Bentivoglio d'Aragona, Ecco Amore: ecco Amor. Sia vostro incarco, L'Anima bella, che dal vero Eliso, O troppo vaghe, e poco fide scorte, Poiche di nuove forme il cor m'ha impresso, Pria del manto vestir caduco, e frale, Sotto quel monte, che 'l gran capo estolle, Tra i lascivi piacer de l'empia Armida, Vidi (ahi memoria rea de le mie pene), in "Rime scelte de' poeti ferraresi antichi, e moderni. Aggiuntevi nel fine alcune brevi notizie istoriche intorno ad essi", Ferrara, 1713, per gli Eredi di Bernardino Pomatelli Impr. Episc.
  • Cornelio Bentivoglio d'Aragona, L'enfatico intronato, in "Parnaso italiano: ovvero, Raccolta de' poeti classici italiani", a cura di Andrea Rubbi, Venezia, 1791, presso Antonio Zatta e figli.

Altri progetti

modifica