Citazioni sulla convalescenza.

  • Dopo una malattia durata qualche mese, ero ormai convalescente e, mentre riacquistavo le forze a poco a poco, mi sentivo in uno di quei felici stati d'animo che sono esattamente il contrario dell'ennui: un'estrema curiosità, una mente lucidissima, quando la nube si dissolve (come dice il poeta) e lo spirito eccitato travalica di molto i suoi limiti consueti, proprio come i lucidi e schietti ragionamenti di Leibniz superano l'insensata e superficiale retorica di Gorgia. Il semplice fatto di respirare era motivo di gioia, e perfino ciò che solitamente è fonte di dolore mi procurava piacere. Provavo per tutto quel che avevo intorno una tranquilla e intensa curiosità. (Edgar Allan Poe)
  • Il fascino sottile delle convalescenze consiste in questo: tornare alle proprie abitudini con l'illusione di scoprirle. (Cesare Pavese)
  • L'aura d'innocenza che par sul viso dei convalescenti deriva dal riposo delle passioni, che ancor non riprendono il dominio. (Joseph Joubert)
  • La convalescenza è una purificazione e un rinascimento. Non mai il senso della vita è soave come dopo l'angoscia del male; e non mai l'anima umana più inclina alla bontà e alla fede come dopo aver guardato negli abissi della morte. Comprende l'uomo, nel guarire, che il pensiero, il desiderio, la volontà, la conscienza della vita non sono la vita. Qualche cosa è in lui più vigile del pensiero, più continua del desiderio, più potente della volontà, più profonda anche della conscienza; ed è la sostanza, la natura dell'essere suo. Comprende egli che la sua vita reale è quella, dirò così, non vissuta da lui; è il complesso delle sensazioni involontarie, spontanee, incoscienti, istintive; è l'attività armoniosa e misteriosa della vegetazione animale; è l'impercettibile sviluppo di tutte le metamorfosi e di tutte le rinnovellazioni. Quella vita appunto in lui compie i miracoli della convalescenza: richiude le piaghe, ripara le perdite, riallaccia le trame infrante, rammenda i tessuti lacerati, ristaura i congegni degli organi, rinfonde nelle vene la ricchezza del sangue, riannoda su gli occhi la benda dell'amore, rintreccia d'intorno al capo la corona de' sogni, riaccende nel cuore la fiamma della speranza, riapre le ali alle chimere della fantasia. (Gabriele D'Annunzio)
  • [Il convalescente] non vede altro che lieti visi, e di persone che si congratulano seco; si sta per lo più a letto o a sedere; non ha più obbligo di sberrettarsi per cerimonia; gli è conceduto liberamente tutto quello che nelle compagnie negano a' sani gli statuti della creanza. Sono sbanditi dalla sua stanza i ragionamenti degli affari; la cucina sua è delicata, e in disparte dalla comunità; è sobria, come la raccomandano i filosofi e gli uomini dabbene.
    In breve, lo stato suo è quella tranquillità che fu sì lungamente cercata da' più sottili ingegni del mondo: e si può dire che sia entrato a fare vita contemplativa, la quale quanto sia più nobile e più libera dell'attiva, lo sa ognuno che suda nelle opere e nelle occupazioni. (Gasparo Gozzi)
Il convalescente (Helene Schjerfbeck, 1888)

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica