Clara Munarini
arbitro italiano di rugby a 15
Clara Munarini (1989 – vivente), arbitro di rugby a 15 italiana.
Citazioni di Clara Munarini
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Intervista di Chiara Severgnini, 27esimaora.corriere.it, 19 settembre 2021.
- Io dico, quando mi presento, che sono l'arbitra. Ancora oggi c'è chi dice «arbitra» con ironia, oppure con il tono di chi mi sta facendo un favore. Io non ne faccio una questione di principio: se in campo mi chiamano «arbitro», va bene lo stesso, non sto a correggerli. Però trovo giusto che la lingua, piano piano, si adatti alla realtà.
- Non ho mai giocato a rugby, ma ho iniziato a seguirlo da ragazzina con mio padre, con cui ho sempre condiviso l'amore per questo sport. All'idea di diventare arbitra sono approdata per caso, chiacchierando con un conoscente. Quando ho scoperto che faceva questo mestiere ho iniziato a tempestarlo di domande, finché non mi ha detto: "Ma perché non ti iscrivi al corso?". Non avevo idea di quello che sarebbe arrivato dopo.
- All'inizio andavo meno d'accordo con le giocatrici: era un mio problema. Poi ho maturato un nuovo modo di stare in campo. Cerco di essere la persona che, anche nei momenti più tesi, mantiene la calma. Anche se non ci riesco sempre, lo considero il mio obiettivo. E cerco di trasmettere questa visione anche ai ragazzi e alle ragazze che si approcciano all'arbitraggio. Quelli che devono vincere o perdere sono i giocatori, noi abbiamo un altro ruolo: accogliere la loro tensione e scaricarla a terra.
- Per me, in campo, essere una donna non fa alcuna differenza. Io mi vedo semplicemente per quello che sono, ovvero Clara, una persona a cui piace il rugby e che ama arbitrare.
Intervista di Simone Battaggia, metadellaltromondo.gazzetta.it, 22 novembre 2021.
- [«Potrebbe essere interessata a diventare un arbitro professionista?»] Per l'Italia questa idea è un po' acerba. Dovrebbero verificarsi alcune condizioni e poi bisognerebbe vedere se questa cosa gioverebbe o no al movimento. In assoluto potrei anche pensarci, nonostante non sia più così giovane e abbia un lavoro stabile. Per un arbitro professionista, però, serve un movimento italiano molto consolidato. È una prospettiva a lungo termine, non di un anno ma di una decina d'anni.
- [«Quando vedremo una donna arbitrare un test match maschile?»] Secondo me ora le possibilità sono poche. È più probabile che si apra alle donne il bacino degli arbitri dei campionati di club, ma sulle nazionali ho qualche riserva. Magari vedremo qualche partita tra Tier 2 e Tier 3, ma per le Tier 1 la vedo dura. [«Perché?»] Non so se posso rispondere. Diciamo che è una questione un po' politica, un po' di preparazione fisica adeguata, un po' di abitudine, di status quo. [«Diciamo che il rugby è uno degli sport più conservatori del mondo»] Diciamolo [...]
- [«E commenti non graditi alle sue decisioni per il solo fatto di essere donna, ne ha ricevuti?»] No, quasi mai [...]. Forse sono stata fortunata, ma di battute o occhi rivolti verso il cielo non me ne ricordo. Semmai è successo il contrario, giocatori e allenatori sono stati accondiscendenti perché avevano a che fare con una ragazza. Mi hanno fatto passare alcune cose che ad altri avrebbero fatto notare, devo dire la verità.
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