Christiana Ruggeri
giornalista e scrittrice italiana
Christiana Ruggeri (1969 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.
Intervista di Andrea Filetti, pernice.com, 14 giugno 2020.
- [Come giornalista sei stata in tutto il mondo, cosa significa essere al fronte?] Beh, la risposta è semplice: c'è solo quello, non c'è la famiglia, non ci sei neanche tu. C'è quello che stai raccontando e lo devi raccontare con oggettività. Io dico sempre: l'obiettività non esiste, esiste l'onestà. Quando fai qualcosa devi essere così impeccabile da miscelare bene l'anima con il cervello, allora, a quel punto, racconti la notizia senza esserne crivellato. Vedi situazioni dolorose, complicate e con le quali vorresti interagire ma non puoi farlo, quindi, essere al fronte è un'esperienza incredibile.
- [La dimensione virtuale sta prendendo il sopravvento. Quanto incide la democratizzazione di questa dimensione in tutto ciò? Come bisognerebbe agire in modo che si sia capaci di valutare l'attendibilità del contenuto?] Questo è il lato negativo della velocizzazione dell'informazione. Anche noi giornalisti avevamo un iter di controllo della fonte che necessitava di spazio e di tempo predefinito. Ora c'è la corsa a dare per primi la notizia, il primo che arriva non vince nulla, quindi, è meglio verificare prima la solidità della fonte. Detesto le fake news, sono orrende, danno fastidio e sono confezionate in modo talmente certosino che, giocando sulla paura e sulle emozioni della gente, restano impresse nella loro memoria. Fortunatamente, c'è un lato positivo, ci sono molte persone che hanno capito questo meccanismo, segnalandole. Più il web aumenterà la sua potenza di fuoco, più ci saranno fake news, più ci saranno persone che le respingeranno.
- [Hai parlato anche di violenze, in particolare quella domestica che in Italia raggiunge percentuali preoccupanti. Sappiamo che ne hai vissuta una anche tu, come sei riuscita a superare tutto ciò?] La mia bambina mi ha salvato la vita, perché se non avesse gridato da dentro la macchina non sarei riuscita a schivare la prima coltellata alle spalle. È una situazione che non si supera, ci si convive perché mai avrei potuto immaginare che una persona che non conoscessi avrebbe tentato di tagliare la gola a me e a lei. Nessuno può essere preparato ad una ferocia del genere, quella mattina è entrata nelle nostre vite e le ha cambiate. Non è riuscito a farci odiare né lui né il mondo perché penso che il grande insegnamento che mi rimane sia quello di essermi affidata alle forze dell'ordine e l'aver denunciato.
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