Chiara Lossani

bibliotecaria e scrittrice per bambini italiana (1954-)

Chiara Lossani (1954 – vivente), scrittrice italiana.

Intervista di Viviuz, liberidiscrivere.com, 3 settembre 2022.

  • [Come è nata l’idea di scrivere un libro su Gandhi dedicato ai bambini?] Gandhi mi è sembrata la persona giusta da raccontare ai miei giovani lettori, perché io per prima ne sono rimasta coinvolta fin dal tempo del mio viaggio in India, molto tempo fa. Mi ha affascinato il suo pensiero sul cambiamento, e la sua coerenza ha mosso in me emozioni e riflessioni. Così, quando qualche anno fa un piccolo editore mi ha chiesto di scrivere un racconto per ragazzi su di lui, ho incominciato ad approfondirlo cercando però un modo nuovo di narrazione che potesse coinvolgere le ragazze e i ragazzi che l'avrebbero letto. Quel piccolo libro ha avuto un buon successo, e successivamente ho sentito il bisogno di estendere quel racconto (che nel frattempo è andato fuori catalogo e che si riferiva al solo episodio della marcia del sale) a tutta la sua vita. Ne è nato un romanzo: Gandhi, appunto, pubblicato da San Paolo.
  • [Perché la scelta corale, a più voci, per narrare la figura di Gandhi?] Questo romanzo immagina alcuni incontri possibili tra Gandhi e ragazzi e ragazze di provenienze diverse, in cui i lettori possono identificarsi, trovando il proprio incontro con Gandhi. Gandhi intitolò la sua autobiografia I miei esperimenti con la Verità, e lo stesso percorso ho seguito nel mio romanzo. Sono storie di presa di coscienza e di testimonianza che hanno per protagonisti ragazze e ragazzi che raccontano il loro incontro con Gandhi in momenti importanti della sua pratica contro ogni violenza. 
  • [Tra i protagonisti che si avvicendano attorno al Mahatma quanti sono reali e quanti frutto della fantasia?] Tutto ciò che nel romanzo riguarda Gandhi è documentato, ho cercato di rispettare il più possibile le sue vere parole, che meritano di essere ascoltate come lui le ha pronunciate. I ragazzi protagonisti invece sono frutto della mia fantasia, tranne Uka, l'intoccabile, che era un servo della casa dei Gandhi, e che lui conobbe da bambino. La capra dell'episodio con protagonista Vittoria è un'invenzione, ma non il fatto che Gandhi abbia portato con sé una capra dall'India, sulla nave che lo condusse in Inghilterra nel 1931. Ed è vero anche l'episodio nella fabbrica di cotone. Gli operai inglesi erano molto arrabbiati con Gandhi, perché molti di loro erano stati licenziati e vivevano in condizioni di miseria, anche in conseguenza della sua lotta contro i tessuti inglesi commercializzati in India. Gandhi ne era dispiaciuto, fece loro un discorso che è rimasto nella storia – quello che riporto nel racconto – con cui seppe conquistarsi la loro stima. 
  • [Cosa rappresenta per lei la figura del Mahatma?] Come ha affermato in un'intervista la figlia del Vicerè dell'India, che lo incontrò da bambina, "Gandhi era irresistibile". Era un uomo che catturava l'interesse di chiunque lo incontrava, che sapeva trascinare le folle, che scosse la coscienza non solo del suo popolo ma del mondo intero. Quello con Gandhi è stato per me un incontro fulminante, in cui mi sono immersa con tutta me stessa. Penso che le sue parole, i suoi gesti, le sue idee originali siano ancora oggi un'indicazione di vita, ci mostrino una via di convivenza, una possibilità vera per l'umanità di poter superare i conflitti che stiamo attraversando, mettendo in pratica quell'atteggiamento che fece dire a Gandhi: "prima di lottare contro i pregiudizi degli inglesi, noi indiani dobbiamo superare i nostri pregiudizi cambiando noi stessi". 

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