Carlo Recalcati
cestista e allenatore di pallacanestro italiano
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Carlo "Charlie" Recalcati (1945 – vivente), ex cestista e allenatore di pallacanestro italiano.
- Devo moltissimo a Cantù. In un momento della mia vita nel quale sembrava che il mio percorso ed il mio futuro fossero già stati definiti dai miei genitori che mi vedevano realizzato con un tranquillo e sicuro lavoro in banca, come nelle aspettative della maggior parte delle famiglie di quegli anni, Pallacanestro Cantù mi diede la possibilità di realizzare ciò che per me era ormai chiaro essere la mia strada, ciò che volevo realmente fare. Credo di aver ripagato Cantù della fiducia che ha riposto in me. Ma questo sta agli altri dirlo. Io so di certo quanto Cantù ha dato a me. Il legame con Milano era, è e rimarrà sempre fortissimo.[1]
- [Nel 2004] Siena ha vinto perché è una città che ha una grande cultura sportiva. E la storia, come quella fatta dalla Mens Sana, lascia una traccia profonda, crea terreno fertile per gli imprenditori dello sport. La grande spinta è arrivata dal Monte dei Paschi.[2]
- Non bisogna mai farsi trovare impreparati, pertanto ancora una volta programmare. Faccio un esempio personale: nella carriera fortunata ho potuto guadagnare, ma pensare nel momento in cui sei all’apice che possono accadere cose non programmabili come un infortunio o semplicemente non trovare un presidente che ti faccia giocare, sono aspetti per i quali è necessario avere attenzione. Per questo motivo tra i 26 e i 29 anni avevo aperto una agenzia di assicurazioni che doveva darmi il sostentamento futuro una volta finito con la pallacanestro, poi non programmata arrivò la possibilità di allenare. Essere sempre pronti a reagire di fronte alle situazioni della vita è indispensabile. Pensare che sarà sempre difficile (in bene o in male) fare esattamente ciò che si è programmato, non è un limite, allenandosi alla capacità di essere flessibili si potranno trovare le migliori soluzioni per una vita più che dignitosa.[3]
- Se i giocatori percepiscono che non c’è niente di vero, ma è tutto copiato, l’autorevolezza dell’allenatore scompare. Alla fine, l’allenatore, più che esercitare la propria autorità che gli viene data dalla società o da un contratto, deve essere capace di essere autorevole. Credo proprio, quindi, che il pro nel passare da giocatore ad allenatore sia questa esperienza che il giocatore ha maturato nello spogliatoio nel capire gli umori interni tra i giocatori stessi, ma anche tra giocatore e allenatori avuti, quindi il sapere che cosa un giocatore si aspetta da un allenatore, ovvero innanzitutto che l’allenatore sia sé stesso, con i suoi pregi e difetti. Un altro pro del giocatore che diventa allenatore è che esso si è confrontato durante la sua carriera con molti allenatori e quindi con diverse metodologie, avendo la possibilità di fare proprie quelle più adatte al suo modo di vivere la pallacanestro e al suo modo di essere.[4]
Note
modifica- ↑ Dall'intervista di Luca Talotta, Carlo Recalcati: tra mito e storia, Milanosportiva, 27 dicembre 2017.
- ↑ Citato in Pino Di Blasio, Siena affronta il Palio del basket «Possiamo entrare nella storia», Corriere della Sera, 5 giugno 2004, p. 46.
- ↑ Dall'intervista di Antonio Zanzottera, Carlo Recalcati, un grande sportivo, Sportwork, 9 aprile 2013.
- ↑ Dall'intervista di Lucia Montanari, Carlo Recalcati ripercorre una intensa vita di pallacanestro, Pianetabasket, 27 gennaio 2020.
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