Caso Rosetta
scandalo calcistico degli anni 1920
Citazioni sul caso Rosetta.
- Tutto considerato e sommato, venivo a guadagnare 1.000 lire al mese, toccavo il cielo con un dito. Proprio come nella canzone in voga Se potessi avere mille lire al mese. All'improvviso venivo a trovarmi ricco e, con me, la povera mamma che insegnava in una scuola elementare e con ansia aspettava il 27, così come mio padre anch'egli impiegato. Insomma, il calcio dava a tutti noi benessere. Mi trasferii a Torino. Intanto la Juventus aveva presentato in Federazione quella lettera che ci aveva spedito la direzione della Pro Vercelli e l'avvocato Bozino, che della Federazione era anche presidente, e che approvava il mio tesseramento per la Juventus. Cominciai a giocare in maglia bianconera impiegato non come terzino, bensì all'attacco, prima come centravanti e poi nel ruolo di mezzala. Era la stagione 1923-24. I gironi che componevano il campionato erano tre. Eravamo in testa al nostro che comprendeva anche il Genoa. Insomma, stavamo correndo, lanciati, verso lo scudetto. Tutto d'un tratto, il Genoa suscitò il caso del mio tesseramento e i giornali presero a scrivere che la posizione di Rosetta non è regolare! Il Genoa chiese alla Federazione di indire un'assemblea straordinaria per affrontare la questione. Il cuore di Bozino diventò tenero per il Genoa. Venne convocata la richiesta assemblea e la squadra ligure ebbe a suo favore tutte le deleghe delle società della Riviera. Ottenne così l'annullamento del mio trasferimento. Un vero putiferio. Il nostro vicepresidente Craveri sfidò a duello il vice presidente del Milan, Baruffini. La sfida ebbe un'eco clamorosa. Mi sentivo nei panni di responsabile di tutto e me ne stavo chiuso in casa senza più uscire. Nel frattempo la Juventus era stata retrocessa in classifica, penalizzata di sei punti. Non ho mai capito perché sei punti. Fatto sta ed è che quel campionato lo vinse proprio il Genoa. (Virginio Rosetta)
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