Carlo Tresca

sindacalista, giornalista e editore italiano

Carlo Tresca (1879 – 1943), sindacalista, giornalista, editore, anarchico, antifascista e drammaturgo italiano naturalizzato statunitense.

Carlo Tresca nel 1910

Citazioni su Carlo Tresca modifica

  • Carlo Tresca, il leggendario anarchico italiano, il più coraggioso e nobile avversario di Benito Mussolini, è stato ucciso l’11 gennaio 1943, alle 20.40, nel centro di Manhattan, la retrovia della democrazia del ventesimo secolo. La strada è deserta e buia. La Ford riparte con a bordo Galante. Il rumore del suo motore viene riconosciuto da due dipendenti del consolato norvegese che hanno dimestichezza con la meccanica: sarà loro la prima testimonianza. Arriva l’ambulanza che trasporta il cadavere di Carlo Tresca al vicino St Vincent’s Hospital. La polizia transenna la zona. Un bossolo viene trovato a pochi metri da dove Tresca è caduto. La pistola, una calibro 32, è stata abbandonata sulla 5a Strada a cento metri di distanza. (Enrico Deaglio)

Maurizio Maggiani modifica

  • E la Canarina scoprì che un pericolo pubblico era anche l'uomo che l'aveva portata con sé nello straordinario viaggio fino alla città di Brooklyn. Passarono mesi prima che lo rivedesse, ma intanto all'Asilo Operaio le dissero di lui, che era il compatriota Carlo Tresca avvocato, che era un grande cuore rivoluzionario, un apostolo del libero pensiero che aveva dedicato la sua vita e tutto quello che aveva al bene e alla giustizia per i lavoratori di tutto il mondo, e per questo era spesso in prigione e spesso fuggiasco. Eppure quell'America era un paese di miracoli, e lui alla fine era sempre libero, sempre pronto al bene, sempre là dove l'ingiustizia, la miseria, l'oppressione lo chiamavano a porre riparo. E non c'era città dell'Unione, le dissero, non c'era miniera, fabbrica, opificio, dove un lavoratore non gli dovesse qualcosa della sua dignità. E non c'era ragazza ribelle tra Paterson e Pittsburgh, Little Falls e New York, aggiunsero, che non gli dovesse un sogno.
  • In una delle sue veglie al capezzale dell'Angela, la Canarina le ha mostrato due ritagli di giornale, il giornale è il pm, il quotidiano del pomeriggio di New York famoso per la cronaca nera. In uno la pagina è occupata per metà da una fotografia, nella fotografia in un cupo bianco e nero è ripreso il corpo di un uomo [Carlo Tresca] riverso bocconi sul selciato, dispiegato attorno al corpo un grande mantello, come se l'uomo avesse delle ali, come se l'uomo fosse precipitato dal cielo schiantandosi sul marciapiedi, il capo è piegato in modo strano, sembra che l'uomo si sforzi di volgere gli occhi sul cappello Stetson gettato due passi più in là. Dalla bocca gli esce un rivolo di sangue che si spande in una pozza intorno al viso, la fotografia è stata scattata con un potente flash e la pozza è illuminata così vividamente da risplendere. La ripresa ha uno stile inconfondibile, è lo stile di Arthur Fellig, il fotografo di punta del pm che si firma con il buffo pseudonimo di Weegee. Sopra la fotografia un titolo a caratteri così grandi che occupano quasi tutto lo spazio restante, TRESCA KILLED!! Nell'altro ritaglio la fotografia occupa ancora più spazio, quasi tutta la pagina, è una ripresa dall'alto della Quinta Strada occupata da un interminabile corteo di automobili nere stracariche di corone di fiori. Ai lati del corteo, sui marciapiedi, abbarbicata sui lampioni, sui tetti delle automobili in sosta, una folla si accalca lanciando piccoli, indistinti oggetti che stendono nell'aria una leggera cortina d'ombra. La fotografia è stata scattata ancora dal fotografo Arthur Fellig, ma è di tutt'altro stile, è luminosa, si direbbe quasi solare, è come al suo solito ricca di dettagli, ma più morbidi, meno taglienti. Sopra la fotografia un titolo a tutta pagina, MAFIA! REVENGE!! Il titolo dice due cose, afferma che quel funerale è una vendetta della mafia, ma dice anche che quel morto ammazzato chiede vendetta.
  • Non vi fu nessun dubbio su chi lo volesse morto e chi l'avesse ammazzato, i nemici mortali di Carlo Tresca erano noti e palesi, a sparare fu Carmine Galante, picciotto a contratto del boss della droga Vito Genovese, a volerlo fu Benito Mussolini, il dittatore italiano in persona, a ordinarlo Generoso Pope, il suo sodale nella città di New York, il re della ghiaia e del cemento, il costruttore dell'Empire State Building, l'inventore del Columbus Day, il socio d'affari di Frank Costello. Tutti loro lo avevano come nemico giurato, contro l'uno e contro l'altro Carlo Tresca non aveva mai perso una battaglia, ed era un bersaglio perfetto, era un uomo che rifiutava protezione, poteva essere colpito a piacere. Tutti sapevano e nessuno pagò.

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