Brigitte Aubert (1956 — vivente), scrittrice francese.

Brigitte Aubert

Incipit di alcune opere

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Favole di morte

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Piove. Un diluvio che si abbatte sui vetri. Sento le raffiche di vento scuotere porte e finestre. Yvette è indaffarata, chiude le persiane, mette i chiavistelli. Tra un po' mi porterà la cena. Non la toccherò nemmeno, non ho fame. Insisterà. Si arrabbierà. Mi dirà: "Su Elise, non faccia la stupida, bisogna mangiare per rimettersi in forze." Cazzate. Le forze mi servono solo per la manutenzione della tubatura interna. Per quanto riguarda il resto, non riesco nemmeno a far funzionare da sola la mia carrozzella. Sono quella che si chiama una tetraplegica. E, non contenta d'aver perso l'uso degli arti, sono anche riuscita a interrompere immagine e suono, le nostre trasmissioni sono momentaneamente sospese. Sono muta, cieca, paralizzata. In poche parole un vegetale vivente. Yvette sta arrivando, sento i suoi passi rapidi.

Funerarium

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Completamente nudo, braccia e gambe divaricate, il vecchio era stretto da cinghie sul ripiano di piastrelle bianche, sporco di sangue e di materie organiche. I pochi capelli grigi erano stati accuratamente pettinati all'indietro, mostrando il viso scavato dai tratti spigolosi. La bocca dilatata rivelava un ponte impeccabile.
Gli occhi riposavano al suo fianco in una ciotola d'acciaio inox, due globi blu e viscosi.

La morte delle nevi

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Ecco... Troneggio come una regina alle pendici delle piste, imbacuccata per bene: fidatevi di Yvette. Sono infagottata nella mia tuta blu pavone con moonboot rosso vivo prestati da mio zio, colbacco nero calcato sulla testa. I paraorecchi di pecora mi pizzicano, sono in un bagno di sudore. C'è un sole infernale, ma non c'è pericolo di scoprirmi un po'. Yvette vigila e mi sistema il plaid se si sposta di un millimetro, mentre mi fa la cronaca:
«Eccone uno che ha rischiato un bel ruzzolone, per un pelo non ha preso l'albero... e quell'altro con lo snowboard, un vero pericolo pubblico... Vuole un altro po' di tè?»

La morte taglia e cuce

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Il vento caldo sollevava vortici di pioggia unta. La gente correva, i leggeri abiti estivi incollati al corpo. Il cielo si era oscurato all'improvviso, pesanti nubi nere, tuoni lontani. I ragazzini, con i sandaletti di plastica fluorescenti, saltavano a piedi uniti nella venerabile fontana che abbelliva il centro della piazza. Il gelataio, sorpreso dal temporale, cominciò a metter via in fretta il suo armamentario.

Bibliografia

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  • Brigitte Aubert, Favole di morte, a cura di Guia Boni, Voland, 2000. ISBN 8886586663
  • Brigitte Aubert, Funerarium, traduzione di Pierfrancesco Borzone, Robin, 2006. ISBN 8873712282
  • Brigitte Aubert, La morte delle nevi, a cura di Guia Boni, Voland, 2001. ISBN 8886586795
  • Brigitte Aubert, La morte taglia e cuce, traduzione di Guia Boni, Voland, 2005. ISBN 8888700358

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