Blanco (cantante)
cantante italiano (2003-)
Blanco, pseudonimo di Riccardo Fabbriconi (2003 – vivente), cantautore italiano.
Citazioni di Blanco
modificaCitazioni in ordine temporale.
Intervista di Mauro Tomelli, vanityfair.it, 19 settembre 2021.
- Da piccolo subivo la noia di vivere in un piccolo paesino di provincia (3000 abitanti) per poi rendermi conto che è stata questa stessa noia a darmi la spinta a impiegare il tempo in qualcosa che mi piaceva, che mi faceva stare bene. Crescere e vivere in un paese un pò fuori dal mondo – oltre alla pace che per me ora è fondamentale – ti tiene con i piedi per terra, tutti ti conoscono per quello che sei sempre stato ed è bellissimo.
- Spazio molto negli ascolti. Ma a ispirarmi di più sono stati i grandi cantautori del passato: Franco Battiato, Battisti, Celentano, Lucio Dalla e Gino Paoli, per citarne alcuni. Artisti che hanno scritto canzoni immortali, che possono essere apprezzate da tutte le generazioni.
- Non mi piace quando si cerca di darmi delle etichette. Quello che mi interessa veramente è fare musica. Che questa sia rock, pop, punk per me è sempre musica e conta solo questo. La gente tende a mettere nei cassetti e dare le etichette, invece la musica andrebbe solo ed esclusivamente ascoltata senza dare troppe definizioni. Poi sinceramente non mi hanno mai interessato le definizioni che la stampa mi ha dato. Trapper, rapper o altro per me fa lo stesso.
- Io vado spesso in giro in mutande in casa perchè questo sono io.
- Non vorrei essere l'esempio di nessuno. Quello che mi interessa è fare musica. Mi fa enormemente piacere avere tanta gente che apprezza il mio lavoro, ma non punto certo a essere un capostipite di qualcosa. Io seguo il mio istinto musicale e se un giorno nascerà l'era Blanco ne sarò molto felice. Per adesso siamo ancora nell'era Vasco che per me è ancora il re indiscusso della musica italiana.
- Ho obiettivi, ma non aspettative, che per me è importantissimo. Voglio continuare a fare tanta musica senza avere grandi aspettative di successo. Spero di continuare a fare questo mestiere mettendo davanti principalmente la passione che ho da quando ho iniziato. Spero di non perderla mai.
Blanco
Intervista di Silvia Nucini, vanityfair.it, 23 febbraio 2022.
- Scrivere musica mi ha cambiato la vita. Credo che ognuno abbia qualcosa su cui scommettere: bisogna tirare fuori i coglioni e provarci, qualsiasi cosa sia. Per qualcuno può essere anche fare i caffè, va benissimo, l’importante è avere voglia di farli quei caffè. Io, quando ho iniziato a fare le mie canzoni, prendevo gli schiaffi da tutti; mi dicevano: "No guarda, così non va bene". Però ci credevo e non ho mollato.
- Più difficile è stato dire che volevo mollare la scuola: avevo bisogno di tempo per capire se tutte le cose che avevo registrato potevano funzionare. Mollare la scuola è una cosa che, però, sconsiglio a chiunque: avere un'istruzione serve davvero. Adesso io sto cercando di studiare inglese e mi pento tantissimo di non averlo imparato prima.
- Il nome è venuto in mente a un mio amico. Ho pensato: figo. Io volevo fare uscire le canzoni senza nome, ma mi hanno detto che era troppo strano. Blanco sono io, però in una versione estrema, quella che ride tanto e fa casino. All'inizio ero quasi sempre così, poi ho incontrato Michi [il produttore Michele Zocca, in arte Michelangelo] e lui, che è una persona incredibile, ha trovato una parte fragile di me che tenevo nascosta, e mi ha detto: prova a tirarla fuori.
- Il primo a pronunciare la parola Sanremo è stato mio papà. Io l'ho buttata lì ad Ale in un vocale, vergognandomi. Per una settimana non mi ha risposto e io pensavo: ecco, ho fatto la cazzata. Poi mi arriva un messaggio: "Figo, pensiamoci". Intanto sulla porta di camera mia avevo scritto: vado o non vado? Abbiamo fatto una cena a Milano in cui abbiamo passato tutta la sera a farci la stessa domanda: andiamo o non andiamo? Al dolce abbiamo detto: vaffanculo, andiamo.
- [Sul gesto di prendere Mahmood per il bavero all'esordio a Sanremo 2022.] È stato uno sfogo, perché ad Ale voglio bene, ma è un rompicoglioni. Voleva dire: oh, ce l'abbiamo fatta! Poi la gente si è fatta dei viaggi pazzeschi su quel gesto. È vero, è stato un gesto di passione. Anche in un'amicizia c'è la passione.
- Quando ho vinto a Sanremo mi stavano guardando tutti, ma il giorno dopo non gliene fregava più un cazzo a nessuno. E questo è il punto. L'àncora che mi fa tenere i piedi per terra. Se hai 200 persone che ti dicono che sei il migliore al mondo – anche se non lo sei – alla fine ti convinci.