Bernardo Antonio Vittone

architetto italiano

Bernardo Antonio Vittone (1704 – 1770), architetto italiano.

Vittone: facciata della chiesa di Santa Chiara a Bra

Citazioni su Bernardo Antonio Vittone

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  • Il Vittone non è affatto contrario all'ornato, al suo impiego anche esteso, e ne apprezza sia le funzioni che potremmo benissimo dire simboliche che quelle intellettuali. Abbiamo, in realtà, in lui tre generi d'ornamento: il primo, più tradizionale, è quello allegorico, svolto con figure e personificazioni: nelle macchine per fuochi d'artificio, nelle fontane, negli archi di trionfo si possono narrare veri e propri racconti favolosi o storici; figure simboliche, araldiche possono e debbono essere usate per lo più isolatamente in cancelli, ringhiere, balaustre ed apparati sacri, tabernacoli e macchine processionali; e in terzo luogo l'appagamento dell'occhio, richiedendo varietà obbliga a soluzioni eleganti, anzi edonistiche, come l'uso di curve mistilinee, di scorci. L'ornato è dunque un linguaggio che può svolgere articolatamente motivi che vanno dalla semplice leggiadria al fasto, dalla devozione alla celebrazione.
  • Nel Vittone come in pochi altri architetti [...] la ricerca di varietà, l'effetto di piacevole sorpresa e l'esibizione virtuosistica del talento architettonico si manifestino fisicamente, cioè nella creazione di veri e propri percorsi sensoriali, che cumulino piaceri su piaceri, secondo una gamma ad un tempo imprevista ed omogenea. Forse anche le più belle pagine scritte dal Vittone sono quelle, assai dettagliate, che spiegano come da un ambiente interno si acceda ad un altro, o come tramite lo sguardo, un campanile svolga una funzione paesistica di richiamo, e di belvedere. Nonostante ch'egli operi per lo più in piccola scala (e forse a ragione di ciò), la sua preoccupazione è di moltiplicare le aperture, praticabili od ottiche, facendo compenetrare più spazi, ma assicurando a ciascuno la sua indipendenza ed il suo isolamento.
  • Perfino là dove imita strettamente il Guarini, il Vittone si trattiene dall'imporre un movimento accentuatamente ascensionale dell'occhio, preferendo predisporre più lenti effetti concentrici, e moderando, per le stesse ragioni di equilibrio, i forti contrasti possibili fra zone luminose e zone oscure. Risultato felicissimo è che le aperture invece di essere squarci sono vani tridimensionali, espansi, ben costruiti ed attivi.

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