Bernard Fellay

vescovo svizzero

Bernard Fellay (1958 - vivente), vescovo cattolico svizzero appartenente alla Fraternità Sacerdotale San Pio X.

Bernardo Fellay

Citazioni di Bernardo Fellay

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  • Abbiamo un ottimo rapporto. Appena [Papa Francesco I] viene a sapere che siamo a Roma, ci fa aprire tutte le porte. Ci offre spesso il suo aiuto anche in questioni più piccole. Una volta ci ha detto: "Io ho problemi quando faccio qualcosa di buono per voi. Aiuto protestanti e anglicani...perché non dovrei aiutare anche i cattolici?". Alcuni vogliono impedire la riconciliazione. Noi siamo un fattore di disturbo nella Chiesa.[1]
  • Con Papa Francesco - scrive Fellay - non si vede questo attaccamento né alla liturgia, né alla disciplina antica, si potrebbe anche dire che è proprio il contrario, manifestato tramite molte affermazioni contrarie, ed è questo che rende ancora più difficile, più complicata la comprensione di tale benevolenza. Penso che ci siano almeno diverse spiegazioni possibili, ma confesso di non avere l'ultima parola in questione. Una delle spiegazioni è lo sguardo di papa Francesco su tutto ciò che è messo ai margini, ciò che chiama le 'periferie esistenziali'. Non mi stupirebbe che ci considerasse come una di queste periferie alle quali dona palesemente la sua preferenza.[2]
  • E' chiaro che papa Francesco vuole lasciarci vivere e sopravvivere. Ha perfino detto, a chi lo vuole sentire, che non farebbe mai del male alla Fraternità. Ha anche detto che noi siamo cattolici. Ha rifiutato di condannarci per scisma, dicendo: "non sono scismatici, sono cattolici", anche se dopo ha usato un termine un po’ enigmatico, cioè che noi siamo in cammino verso la piena comunione.[3]
  • Noi parliamo già dell'invalidità di molte Messe. Ma dire che tutte le Messe sono invalide, non corrisponde alla linea della Fraternità. È una cosa che non abbiamo mai detto. Nella discussione con Roma abbiamo sempre sottolineato di riconoscere la validità della nuova Messa, se è celebrata secondo i libri e l'intenzione di fare ciò che la Chiesa ha il mandato di compiere. Bisogna distinguere a questo riguardo tra valido e buono.[4]
  • La nuova messa ha delle lacune e nasconde dei pericoli. Naturalmente non ogni nuova messa costituisce direttamente uno scandalo, ma la celebrazione ripetuta della nuova messa porta a una fede debole e persino alla sua perdita. Vediamo come ogni giorno sono sempre meno i preti che credono ancora alla Presenza Reale.[4]
  • Quando Papa Francesco è stato eletto, ho pensato: adesso arriva la scomunica. Ma è stato l’opposto: il cardinale Mueller voleva ottenere la nostra scomunica, e Papa Francesco si è rifiutato. Mi ha detto personalmente: "Non vi condannerò". La riconciliazione arriverà. La nostra Madre Chiesa al momento è incredibilmente divisa. I conservatori ci vogliono e lo hanno detto anche nella Congregazione per la Dottrina della Fede. I vescovi tedeschi assolutamente non ci vogliono. Roma deve fare i conti con tutti questi elementi, lo capiamo. Se fossimo accettati semplicemente così, ci sarebbe una guerra nella Chiesa. C’è il timore che trionfiamo. Il Papa ha detto ai giornalisti: "Mi assicurerò che non sia un trionfo".[5]
  • [Io e Bergoglio] Siamo entrambi d’accordo sul fatto che ci sono già attualmente un certo numero di disposizioni pratiche che rendono lo scisma praticamente impossibile. Cioè nella pratica, negli atti di tutti i giorni, noi esprimiamo e mostriamo a Roma la nostra sottomissione, il fatto che riconosciamo queste autorità, e ciò non soltanto alla Messa, non soltanto nominando il Papa e il Vescovo locale nel canone della Messa, bensì anche in altre cose. C’è l’esempio del Papa stesso che ci ha dato il potere di confessare. Ci sono anche degli atti giuridici: è un po’ complicato da spiegare, ma può succedere che un sacerdote commetta dei delitti canonici, e in questi casi noi facciamo riferimento a Roma, che ci accorda la facoltà e a volte anzi ci richiede di emettere un giudizio su tali casi. Si tratta, quindi, veramente di relazioni normali. Non si tratta soltanto della giurisdizione per le confessioni, c’è tutto un insieme di cose.[6]

Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro, Bastabugie, n. 67, 30 gennaio 2009.

  • Quello che la Fraternità San Pio X ha fatto dalla sua fondazione a oggi, e che continuerà sempre a fare, lo ha fatto e lo farà solo per il bene della Chiesa. Anche le consacrazioni episcopali del 1988 furono fatte a quello scopo. Per il bene della Chiesa e per la nostra sopravvivenza. Monsignor Lefebvre doveva, ripeto doveva, assicurare una continuità.
  • La revoca della scomunica, insieme con il Motu proprio di Papa Benedetto XVI sulla Messa antica, è un segnale importante, davvero importante, per la nostra piccola scialuppa. Per questo parlo di gioia e di soddisfazione. [Dove e quando ha saputo del decreto?] L'ho saputo pochi giorni fa a Roma, nell’ufficio di un cardinale, il cardinale Castrillon Hoyos, il presidente della Commissione Ecclesia Dei.
  • [Chi, in Vaticano, ha lavorato di più per giungere a questa soluzione?] Sicuramente il cardinale Hoyos, che è a capo della Commissione preposta ai rapporti tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X. Ma, soprattutto, Papa Benedetto XVI. L’ho capito dalla prima udienza in cui lo incontrai poco dopo la sua elezione. Pur muovendoci dei rimproveri, il Santo Padre aveva un tono dolce, veramente paterno.

Unavox, 28 giugno 2018.

  • Il Messale di Paolo VI è stato redatto in collaborazione con dei teologi protestanti.
Le Missel de Paul VI a été rédigé en collaboration avec des théologiens protestants.
  • Se si fosse trattato di una separazione da Roma, io oggi non sarei qui. Mons. Lefebvre non mi avrebbe consacrato, e io l’avrei rifiutato.
Si cela avait été une séparation de Rome, je ne serais pas ici aujourd'hui. Mgr Lefebvre ne m'aurait pas consacré, et je l'aurais refusé.
  • Noi non abbiamo mai detto che il Concilio avesse direttamente professato delle eresie. Ma fu tolto il muro di protezione contro l’errore e così si permise all’errore di manifestarsi. I fedeli hanno bisogno di protezione. E’ in questo che consiste la lotta costante della Chiesa militante per difendere la fede.
Nous n'avons jamais dit que le Concile avait directement professé des hérésies. Mais on a enlevé le mur de protection contre l'erreur, et on a ainsi permis à l’erreur de se manifester. Les fidèles ont besoin de protection. C'est en cela que consiste la lutte constante de l'Église militante pour défendre la foi.
  • Lo ripeto, noi non ci siamo mai separati dalla Chiesa.
J'insiste : nous ne nous sommes jamais séparés de l'Eglise.
  • Nel Diritto Canonico del 1917, la consacrazione di un vescovo senza il mandato del Papa non era considerata come uno scisma, ma solo come un abuso di autorità, e non comportava la scomunica. L’insieme della storia della Chiesa manifesta un punto di vista diverso sul problema delle consacrazioni episcopali fatte senza mandato del Papa. Questo è molto importante.
Dans le Droit canonique de 1917, la consécration d’un évêque sans mandat du pape n'est pas considérée comme un schisme, mais seulement comme un abus d’autorité et n’entraîne pas d’excommunication. L’ensemble de l'histoire de l'Église manifeste un point de vue différent sur le problème des consécrations épiscopales faites sans mandat du pape. C'est très important.
  1. Citato in Inizia il capitolo dei Lefebvriani. Fellay: col Papa ottimo rapporto ma alcuni vogliono impedire la pace, La Stampa (Vatican Insider), 11 luglio 2018.
  2. Citato in Lefebvriani, papa Francesco ha ricevuto Fellay: "Incontro cordiale, scambi continueranno", La Stampa, 4 aprile 2016.
  3. Dall'intervista di Mimmo Muolo, Lefebvriani, Francesco ha incontrato Fellay, Avvenire, 5 aprile 2016.
  4. a b Dall'intervista di Lorenzo Prezzi, Lefebvriani: il successore di Fellay. Settimana News, 12 luglio 2018.
  5. Dall'intervista di Iacopo Scaramuzzi, Lefebvriani: oltre cinquant’anni di “autodemolizione della Chiesa”, La Stampa, 3 luglio 2019.
  6. Citato in “La fine di un equivoco”: Mons. Fellay conferma, Sodalitium.biz, 4 febbraio 2017.

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