Ayn al-Qudat Hamadani

poeta, filosofo e mistico iraniano

'Ayn al-Qudat al-Hamadani (1098 – 1131), mistico, poeta e filosofo persiano.

Zubdat al-Haqā'iq

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  • I bambini, nell'osservare un lume che brucia in modo continuo, sono portati a credere che quello che vedono soltanto una fiamma. Gli adulti invece sanno perfettamente che si tratta di una serie di fiamme diverse che appaiono e scompaiono in ogni istante. Dal punto di vista dei mistici, ciò vale necessariamente per qualsiasi cosa, tranne che per Dio.[1]
  • La luce del sole può illuminare la terra per il solo fatto che si instaura un rapporto particolare tra terra e sole. Se tale rapporto si dissolvesse, la stessa capacità della terra di ricevere la luce del sole sarebbe immediatamente ridotta nulla. È soltanto nella misura in cui il rapporto tra i due sussiste che la ricettività della terra alla luce del sole permane.[2]
  • [In merito alla struttura della creazione divina] Perciò il limite del "necessario" confina direttamente con il limite dell'"impossibile", non essendoci assolutamente spazio tra i due. L'unica cosa che funge tra essi di linea di demarcazione è il "possibile". Quest'ultimo non possiede però alcuna realtà, è proprio come un punto matematico collocato in modo astratto su una linea retta. È allo stesso modo paragonabile al punto che separa il passato dal futuro nella struttura del tempo. Quanto al punto che li divide, esso esiste solo in modo immaginario. Qualora infatti si collochi nell'astratto un punto su una linea di tempo e la si divida in passato e futuro, non si riscontrerà in tutta l'estensione della linea niente che possa essere indicato come il vero limite tra i due segmenti, poiché si tratta solo di un punto ivi disposto in modo immaginario. (VIII, 18[3])
  • Ogni cosa è presente a (hādir li) Dio mentre Dio è presente con (hādir ma'a) ogni cosa. (XII, 21[4])
  • Ogni cosa, nella misura in cui la si considera in sé, cioè distaccata dalla potenza di Dio che la regge, è non-esistente. (XXXI, 38[5])
  • Ogni cosa tranne Dio è priva di realtà (dat) in sé; perciò essa non ha esistenza. Il fatto che essa è esistente non ha fondamento reale, nella misura in cui tocca la Realtà eterna. (XXXVIII, 44[5])
  • Perfino un atomo può considerarsi un qualcosa, mentre in realtà l'insieme di tutte le cose esistenti è niente rispetto alla Scienza Divina. (XLV, 50[4])
  • Non esiste assolutamente nessuna cosa che sussista in sé nel campo in cui esiste l'Assoluto, né nel presente, né nel passato, tanto meno nel futuro. Colui che afferma che il mondo è adesso esistente "con" l'esistenza dell'Assoluto commette un grave errore, poiché nel campo in cui l'Assoluto è, non c'è né spazio né tempo. (LII, 56[6])
  • Colui che ritiene che la pre-eternità sia una cosa da cercare in direzione del passato commette un errore imperdonabile. Si tratta però di un errore che la maggioranza delle persone commette. Dico che è un errore perché, nel campo in cui la pre-eternità si attualizza realmente, non esiste né passato né futuro. La pre-eternità ricopre senza distinzioni sia il passato che il futuro. Coloro che non possono fare a meno di immaginare una distinzione tra i due sono portati a farlo per il semplice fatto che la loro ragione è ancora nelle maglie dell'abitudine di affidarsi all'immaginazione visiva. In realtà, il tempo di Adamo ci è altrettanto vicino del tempo presente, poiché dinanzi alla pre-eternità tutti i diversi tempi si trasformano in un solo ed unico tempo. Forse il rapporto di pre-eternità con le diverse epoche può paragonarsi meglio al rapporto della conoscenza con i diversi luoghi. In realtà le conoscenze che si possono avere (di diverse cose) non differiscono in funzione della vicinanza o della lontananza da cui ci si può trovare rispetto a un luogo. La conoscenza si trova in un solo ed unico rapporto rispetto a qualsiasi luogo. La conoscenza è «con» ogni luogo, mentre ogni luogo non è «con» la conoscenza [...] Si deve concepire il rapporto della pre-eternità con il tempo esattamente nello stesso modo. Infatti, non solo la pre-eternità è «con» ogni unità di tempo, e «in» ogni unità di tempo, ma essa include in se stessa ogni unità di tempo e, nell'esistenza, essa precede ogni unità di tempo, mentre il tempo non può comprendere la pre-eternità, proprio come nessun luogo può contenere la conoscenza. Allorché avrete capito quel che ho appena detto, capirete facilmente che non esiste alcuna differenza tra pre-eternità e post-eternità dal punto di vista della loro realtà. Ma, quando si considera questa stessa realtà in rapporto al passato, la si chiama provvisoriamente pre-eternità. È solo per l'eternità dei due rapporti che si ricorre a queste due parole. (LIV, 59[7])
  1. Citato in Izutsu, p. 81.
  2. Citato in Izutsu, p. 72.
  3. Citato in Izutsu, p. 94.
  4. a b Citato in Izutsu, p. 101.
  5. a b Citato in Izutsu, p. 100.
  6. Citato in Izutsu, p. 103.
  7. Citato in Izutsu, pp. 104-105.

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