Aurelio Picca
scrittore e poeta italiano
Aurelio Picca (1960 – vivente), poeta e scrittore italiano.
Una vita da Picca: "Prendo a pugni il mio destino"
Intervista di Stefania Parmeggiani, la Repubblica, 13 novembre 2024.
- [Sul suo libro La gloria] Sono partito da un ricordo: io bambino, non avevo più di sei anni, afferrato di peso e issato con un mazzo gigante di rose rosse sul tappeto del ring perché lo consegnassi a un pugile enorme, ottantadue chili di muscoli, sei milioni di globuli rossi, uno che pareva il facchino del mattatoio e che invece era il campione d'Europa, Giulio Rinaldi. Non c'era in palio nessun titolo. Era un match in tre riprese per la passione del pubblico. Un ricordo nitido che abbraccia i corpi in lotta, ma anche i bestemmiatori a bordo ring con gli occhiali riappiccicati con il nastro adesivo, i racconti dei pescivendoli di Anzio e quelli dei commercianti di polli di Ceccano.
- Mio padre è morto quando avevo 21 mesi. Sono stato un orfano, ho vissuto una condizione di fragilità e di aristocrazia, principino di un regno devastato. Avevo il lusso ma non il necessario, vestito di tutto punto ma senza nulla in frigo. A dieci anni mia madre mi lasciava i soldi per andare in osteria, mio nonno mi metteva alla cassa del bar in mezzo agli uomini dell'epoca, mutilati di guerra, avvinazzati, segnati dalla fame. Sono stato un bambino gettato in un mondo di adulti.
- A sedici anni potevo diventare un buon peso medio, ma poi mi hanno colpito sotto la cintura dicendomi subito: perderai il tuo nel nasino, si squarcerà l'arcata sopraccigliare... ho lasciato stare.
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