Attentati di Christchurch

attacco terroristico del 2019 in Nuova Zelanda

Citazioni sugli attentati di Christchurch.

  • [Sul suprematista bianco autore dei due attentati] Con il suo atto terroristico cercava molte cose, e tra queste la notorietà. [...] Non mi sentirete più pronunciare il suo nome. È un terrorista, un criminale, un estremista. Quando ne parlerò, non dirò il suo nome. (Jacinda Ardern)
  • Noi rappresentiamo la diversità, la gentilezza, la compassione. Siamo e rimarremo un rifugio per chi condivide i nostri valori. Siamo una casa per coloro che condividono i nostri valori, un rifugio per chi ne ha bisogno. I nostri valori non devono cambiare per colpa dell'attacco. (Jacinda Ardern)
La moschea di Al Noor, in Nuova Zelanda, oggetto di uno dei due attentati
  • Come Anders Breivik, l’assassino dei giovani socialdemocratici in Norvegia nel 2011, anche Tarrant ha fornito la chiave interpretativa della sua radicalizzazione con un testo apertamente razzista e carico di odio verso i musulmani, in cui ritroviamo un riferimento tristemente familiare in Francia grazie a una tesi sviluppata da uno scrittore francese. Parlo di Renaud Camus e della sua teoria sulla “grande sostituzione”.
  • Da questo evento possiamo trarre due insegnamenti. Il primo è in realtà una constatazione: malgrado il loro impegno e l’assunzione di migliaia di moderatori, queste aziende sono incapaci di bloccare i contenuti carichi d’odio, illegali in tutti i paesi. Siamo davanti all’ennesimo scandalo che ha colpito le grandi aziende, già criticate per il disprezzo della privacy e l’elusione fiscale.
    Il secondo insegnamento è più complesso. A Christchurch ha agito un uomo di 28 anni abituato a usare la tecnologia e gli strumenti dell’informazione virale. Come già l’Is qualche anno fa, anche questa frangia estremista sa sfuggire alla sorveglianza e usa tecnologie accessibili a tutti. Questo aspetto rappresenta una sfida enorme per le nostre società aperte, i cui nemici sfuggono in pochi clic.
  • La trasmissione è durata 17 minuti. La premier neozelandese si è detta sorpresa dal fatto che Facebook non abbia bloccato prima quelle immagini atroci. Ma i controlli, su queste piattaforme, sono effettuati a posteriori, e solo dopo l’allerta è stato possibile agire. Ormai il danno era fatto e si stava propagando a grande velocità.

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