Antonio Simon Mossa

architetto, politico e giornalista italiano (1916-1971)

Antonio Simon Mossa (1916 – 1971), architetto, politico e giornalista italiano.

Citazioni di Antonio Simon Mossa

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  • Dobbiamo razionalizzare e rendere comprensibile al popolo sardo, oggi fuorviato dal funzionarismo dei partiti coloniali, quella intuizione di libertà che lo agita. Quella libertà si chiama indipendenza politica ed economica e giustizia sociale: libertà che significa che i sardi debbono essere prima di tutto padroni della loro terra, arbitri dei loro destini.[1]
  • E poiché il sardo fin dall'infanzia viene inibito, in quanto gli si insegna a considerare male tutto ciò che gli viene dal passato o dal di dentro, e bene tutto quello che gli viene insegnato per volontà esterna, a un certo punto, quando deve muoversi da solo, si trova in un mare di contraddizioni terribili, perde la fiducia in se stesso, non ha spirito di iniziativa autonoma, perde i legami tribali che costituivano la sua forza di individuo in "quella" società, e preferisce servire, perché così scompaiono i problemi e il suo tozzo di pane è assicurato. Ditemi dunque se questo non è "genocidio".[2]
  • [...] ma ciò che più ci avvilisce è il fatto che l'Italia ha impostato tutta la sua politica economica e la programmazione in termini chiaramente capitalistici, per cui qualsiasi intervento di «solidarietà» nazionale nei riguardi della Sardegna si risolve in un rafforzamento del neocolonialismo che già ci soffoca. Diminuisce in altri termini la nostra libertà individuale e collettiva, a vantaggio dei nuovi feudatari industriali. E non possiamo fare riforme. Se avessimo invece lo Stato saremmo noi a dirigere la politica economica e la pianificazione, saremmo noi a fare le riforme sociali, a far cessare il regime coloniale. La rivoluzione sociale non è dunque possibile senza la conquista dell'Indipendenza. Ed è con questa indipendenza, con questa autonomia politica ed economica, che noi possiamo inserirci nell'Europa Confederale e disporre, ben diversamente da oggi, del nostro destino.[3]
  1. Dal discorso a San Leonardo de Siete Fuentes del 22 giugno 1969; citato in Giampiero Marras, Le ragioni dell'indipendentismo, Alfa Editrice, 2008.
  2. Citato in Le ragioni dell'indipendentismo, Antonio Simon Mossa, Alfa Editrice, 2008.
  3. Da un intervento tenuto ad Ollolai, 10 giugno 1967, Le ragioni della comunità etnica.

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