Angelo Secchi

gesuita e astronomo italiano (1818-1878)

Angelo Secchi (1818 – 1878), gesuita e astronomo italiano.

Angelo Secchi

Citazioni di Angelo Secchi

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  • È assurdo considerare i mondi che ci circondano come enormi deserti inabitati e cercare il significato del nostro universo in questo nostro piccolo modo abitato.[1]

Le stelle

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Le stelle, quegli innumerabili e svariatissimi centri luminosi che ingemmano il cielo in una notte serena, che rapiscono e incantano per la varietà dello splendore e de' colori, per la vibrazione continua della loro luce, per la capricciosa distribuzione delle figure, sono un soggetto più di contemplazione che di studio. La fantasia si perde nel trovare una traccia di legge a quegl'infiniti meandri che le congiungono, l'occhio si stanca a tentarne il computo, la mente trova un abisso immensurabile nel pensare che, non di una mera superficie, ma di una solida massa deve scandagliare il mistero.

Citazioni

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  • Nelle belle pianure del Sennahar in una col genere umano ebbe sua culla la scienza delle stelle. Sotto quel limpido cielo terminato da un puro orizzonte, silenziose si svolgevano sul firmamento le orbite degli astri allo sguardo curioso di gente aliena ancora dalle sollecitudini di una vita artificiale, che contemplava con occhio innocente l'ammirabile scena del cielo stellato. (p. 3)
  • Le stelle passano per essere innumerabili, e sono perfino un simbolo dei più enfatici che applicasi agli oggetti non aventi computo che li definisca. E ciò è vero. Ad occhio nudo poche se ne possono numerare distintamente, e parve già miracolo agli antichi quello d'Ipparco di averne fatto un catalogo di poco oltre a mille. (p. 231)
  • Le stelle sono altrettanti Soli simili al nostro, e dotate di luce propria. Alcune sono fornite di uno o più satelliti luminosi, altre di satelliti oscuri, la cui esistenza è abbastanza provata dai fenomeni che presentano le loro fasi di luce e i loro movimenti. (p. 332)

Lezioni elementari di fisica terrestre

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  • Le idee di spazio e tempo sono così tra loro congiunte che l'una non può stare senza l'altra nel campo delle intelligenze; onde verrò ravvicinando questi due termini nella contemplazione della natura, per trarne un concetto, il meno imperfetto che sia possibile, del creato. Vi farò dunque vedere che mentre l'astronomia ci presenta qual frutto di sue fatiche la immensità del creato nello spazio, altrettanto le scienze sorelle ce lo rappresentano vasto nel tempo. (pp. 185-186)
  • Ogni corpo materiale che noi vediamo è un aggregato chimico: la sua composizione e struttura suppone un complesso di cause che le tengono unite, che noi chiamiamo forze: la scienza fa sforzi erculei per entrare a riconoscere i principii da cui dipende la sua struttura: ma vincit adhuc natura latendi. (p. 205)

Unità delle forze fisiche

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  • Il fuoco dissero gli antichi essere il principio della vita: altri lo ravvisarono qual principio animatore dell'universo; e del fuoco pure armarono la destra del Nume fulminatore. Principio sottile, incoercibile, capace di tutto pervadere, di tutto distruggere ed immutare, fu meritamente in tutti i tempi annoverato tra le grandi forze della natura. (p. 5)
  • Fenomeni fondamentali delle radiazioni e loro distinzione. La luce considerata per tanto tempo come un agente destinato meramente a metter gli enti animati in communicazione col resto della creazione esteriore per l'organo della visione, è al presente riconosciuta come una delle forze più attive della natura. Per lo più mista al calore, ed ora creduta identica con esso, ora da esso distinta, si è finalmente arrivato a riconoscere qual sia in essa l'effetto termico e quale l'illuminante. (p. 125)
  • Due opinioni principali dividono quasi esclusivamente il campo dell'elettricità. Gli uni voglio che questa sia un moto della materia ponderabile, gli altri che sia quello di un fluido imponderabile, quel medesimo a cui è dovuta la luce: la scarsa frazione che tiene due fluidi sui generis, oggidì va sempre più perdendo seguaci. (p. 225)

Incipit di Sui recenti progressi della meteorologia

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Fra tutti i soggetti che formano lo studio della naturale filosofia, ve n'è (Riv. Asc.) che più debba interessare l'umana famiglia quanto quello della nostra atmosfera. Confinati anche noi, come tutti gli altri viventi, al fondo di questo immenso oceano aereo, da esso noi tiriamo quell'aura che alimenta la fiamma della nostra vitalità, e in esso noi versiamo tutto ciò che dopo aver servito al nostro sostentamento è divenuto inutile all'animale economia.

  1. Citato in Alfonso Stile, Nanocraft, editrice GDS, 2018, p. 252. ISBN 9788867828234

Bibliografia

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