Angelo Iannelli

scrittore, attore e cantautore italiano (1986-)

Angelo Iannelli (1986 – vivente), scrittore, attore e cantautore italiano.

Angelo Iannelli nel 2023

Bar Binario

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Un enorme piazzale pieno di barboni, artisti di strada, prostitute, alcolizzati, drogati, giocatori d’azzardo. Li conosco tutti. Mi trovo nella mia macchina, proprio in mezzo a loro, in questo grande piazzale di una stazione ferroviaria nel centro di Roma.

Citazioni

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  • «Io sono un nichilista, è vero che non credo in nulla, ma se tu credi in qualcosa allora insegnami come si fa. Io vorrei tanto credere in qualcosa».
  • «Perché la chiamano il Principe?». Il Principe mi sorrise. «È una domanda del tutto nuova» mi disse ironicamente. «Tanti anni fa facevo l’attore,» aggiunse, «diventai famoso per una tournée con l’Amleto. Io, naturalmente, interpretavo Amleto. All’inizio mi chiamavano tutti il principe di Danimarca, poi con il tempo sono diventato semplicemente il Principe».
  • Accesi una sigaretta, feci la prima tirata e seguii con lo sguardo il fumo che usciva dalla mia bocca. La nuvola di fumo si dissipò e scoprì l’insegna luminosa del Bar Binario. Abbassai lentamente lo sguardo e vidi lei, nonna Lia, che con i suoi occhi illuminava le buie nottate delle persone che frequentavano i dintorni della stazione. Era lei la vera insegna luminosa di quel bar.
  • «Ho sempre pensato che Dio ci tiene in pugno. Quando realizzai questo dipinto, mi chiedevo perché la donna avesse le mestruazioni. Vedevo le mestruazioni come il più grande simbolo che Dio avesse creato: Dio fa sanguinare la donna nei momenti in cui non procrea. Cavolo, ci rifletta anche lei: perché fino ai dodici - tredici anni la donna non sanguina? Perché non può ancora procreare. Perché non sanguina più dopo i cinquant'anni? Perché non può e non deve più procreare. Perché ogni mese Dio fa sanguinare tutte le donne? Perché non stanno facendo le brave, non stanno procreando. È una punizione, caro mio. Ci rifletta un po’, mi darà ragione. Perché durante la gravidanza la donna non sanguina? Perché Dio non deve punirla di nulla. Dio ci obbliga a procreare, ragazzo mio. E la Chiesa ci farebbe venire le mestruazioni anche a noi uomini, se solo potesse. Non si faccia ingannare dalla medicina, caro mio, la medicina è un trucco, è un imbroglio, la Chiesa ha bisogno della medicina solo quando le fa comodo, e sul discorso delle mestruazioni le fa molto comodo. Perché non chiediamo agli uomini di Chiesa cosa pensano gli scienziati riguardo la nascita del mondo?».
  • «I suoi quadri sono molto particolari, ma lei non ha la più pallida idea di cosa sia il simbolismo, mi scusi se glielo dico, ma lei non ne ha la più pallida idea. Il simbolismo è una cosa seria, va analizzato prima di mettersi all’opera, non si può dipingere senza conoscere il simbolismo, proprio non si può». Non sapevo che rispondere, così gli diedi la possibilità di farlo continuare. «Lei sa chi sono i formalisti russi?» mi domandò. «No, non li conosco, ma non vedo cosa possano c’entrare con la pittura, credo che i formalisti russi non c’entrino nulla con la pittura» gli risposi. «Lo vede, si è risposto da solo, se non conosce i formalisti allora non conoscerà l’organicità, l’immaginità e neanche la linea serpentina di Hogarth» mi disse. «Io sono un artista, non sono un teorico» replicai. «Cambi lavoro, credo che lei debba cambiare lavoro, perché un artista che dice le cose che dice lei è soltanto uno squilibrato, un pazzo, un megalomane. Lei non ha proprio il concetto di forma; se non conosce i formalisti russi, non saprà mai cos’è la forma nell’arte. Cambi mestiere e si faccia anche delle domande sulla sua salute mentale, un artista che non sa cos’è la forma va rinchiuso in manicomio, va tenuto lontano dal mondo». Me ne andai disperato e la mia carriera finì lì, in quell’ufficio.

L'Io diviso. Dai medici-filosofi alla letteratura, al teatro e al cinema del Novecento

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  • Con Bernheim e Charcot la psichiatria cessava di limitarsi allo studio della psicosi: anche la nevrosi diventava oggetto di studio della psicologia medica. Quest’ultima si avvicinava sempre più alla psicologia applicata e a quella accademica. Fu questo il periodo in cui iniziò un processo che raggiunse l’acme nell’istituzione di cattedre universitarie di Psicopatologia.
  • Considerando che la vita è una “pupazzata” e che sotto la maschera dell’uomo non c’è nessuno, l’artista pirandelliano fugge nell’immaginazione, diventa un eroe estraniato, fuori dalla “finzione” della vita. Sceglie di fingere senza nascondersi e trova nel teatro una finzione al quadrato della vita stessa. È a tal proposito che Pirandello scelse il teatro come mezzo. [...] Quando decise di fondare la Compagnia del Teatro d’Arte, che annoverava come primi attori Ruggero Ruggeri e Marta Abba, la distinzione classica tra tragedia e commedia cadde, così come caddero le unità aristoteliche. Non eravamo più nel dramma moderno borghese, non più nel teatro goldoniano o di Molière: se in Goldoni si traeva spunto dal mondo, in Pirandello l’obiettivo era riportarne in scena le contraddizioni. L’incomunicabilità del personaggio pirandelliano è semmai accomunabile ai personaggi dei salotti ibseniani e strindberghiani, o al dramma ottocentesco di Čechov. Se pensiamo a Il gabbiano e ad i suoi personaggi divisi, finti, mascherati, la vicinanza con Pirandello inizia ad essere importante. Nei personaggi di entrambi troviamo l’incapacità di realizzare la propria libertà perché schiavi di pregiudizi e imposizioni sociali. Il teatro pirandelliano non è choc, non è il Teatro dell’Assurdo dell’asse Beckett–Ionesco; non ci sono ponti con il teatro brechtiano. Pirandello ha semplicemente diviso la tradizione teatrale in un prima e in un dopo, ha tagliato cordoni ombelicali con la tradizione e ha gettato le basi per molto teatro contemporaneo, mimesis della non–mimesis pirandelliana. A tal proposito, la non–mimesis della vita è conseguenza della ricerca pirandelliana verso un superamento del verismo ottocentesco: l’arte deve mettere a nudo non più l’esistenza ma le sue contraddizioni.

Citazioni tratte da canzoni

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Vicini margini

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Etichetta: Matilde Dischi, 2024.

  • Tra il dolore e il nulla tu scegli te | E non ci pensi più (da Elettronica, n. 1)
  • E cammino per strada solo come un cane, solo come un cane | con la sigaretta, almeno c'è una cosa accesa accanto a me (da DAG, n. 2)
  • Te le ricordi quelle notti? | Raccontavo che l'arte è tutta un fuori fuoco | mentre scrivevo al fuoco me | mentre piangevo fogli | mentre vivevo... fogli (da Chissà, n. 4)

Bibliografia

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Altri progetti

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