Citazioni sugli angeli del fango.

Angeli del fango a Parma

Citazioni

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  • Gli angeli del fango. Un'immagine di irresistibile fascino evocativo, un ossimoro di straordinaria bellezza e pregnanza. Così somiglianti a noi da poterli scambiare nella penombra delle nostre anime confuse a dei figli, a dei fratelli, a dei vicini di casa, eppure così diversi da noi, candidi e puri nella marea nera dell'impurità. (Maurizio Maggiani)
  • Io non so cosa ne pensino gli angeli, ma io penso che questo santo ossimoro incarnato, questa pseudocivile religione degli angeli, sia offesa, menzogna e dolo.
    Io non ho visto angeli del fango per le strade di Genova, io ho visto per quelle strade giovani uomini e giovani donne infangati. Non ho visto materia di puro spirito discesa dal cielo, ma ho visto vite di anima e carne, vite che già vivevano e che ancora vivranno qui, per queste nostre vie e queste nostre case dove nessuno li vede e nessuno se li fila finché non piove abbastanza da scatenare l'ira d'iddio assieme alla nostra mala coscienza. E se vogliamo che siano angeli è solo, spudoratamente, perché non concepiamo che sia materia nostra umana e corrente mettersi a spalare fango a titolo di pura, questa sì veramente pura, gratuita generosità civile. Se vogliamo che siano angeli è perché vogliamo nel contempo che sia chiaro che non è cosa di questo mondo la gratuita generosità. Che non ci venga richiesta, perché non è cosa che appartiene all'umana natura. (Maurizio Maggiani)
  • Nei momenti di tregua, in tanti hanno indossato una vecchia tuta, un paio di stivali di gomma e sono andati e nelle zone più colpite della nostra città. Era semplicemente la cosa giusta, era naturale. Perché era impossibile restare a casa sapendo quello che c'era da fare altrove. [...] Quello che stavamo facendo noi era giusto che lo facessimo anche noi. Dovevamo farlo. Perché è la nostra città, è la nostra terra, è la nostra gente e perché servivano migliaia di persone per fare quello che siamo riusciti a fare in pochi giorni. I militari, le forze dell'ordine e le istituzioni sono arrivate, ma senza di noi non ce l'avrebbero fatta.
  • Noi eravamo quel ragazzo che ha scritto col pennarello verde, sulla maglietta, "Non ci meritate", a cui avrei voluto dire che no, non è vero, noi li meritiamo eccome, quei ragazzi. Li merita la città, li merita tutta la gente che è scesa in strada con loro, li merito io e si meritano loro. Ma che, per dimostrare che ce li meritiamo davvero, dovremmo aiutare offrendogli un futuro decente nella terra dove si sono infangati.
  • «Comunque questi ragazzi sono stati meravigliosi [...] Avete visto quanti giovani c'erano, a togliere il fango?»
    «Gianna, guarda che nel '70 è stato uguale, eh. Tutti i giovani sono scesi in strada a dare una mano, e anche tutti gli altri. Belìn, si fa così! Non è che li avevamo premiati facendo le magliette, dando trofei, chiamandoli angeli del fango. Ci siamo detti bravi tutti insieme, ci siamo dati una pacca sulla spalla e quando abbiamo finito di spalare ce ne siamo tornati tutti a casa. Perché era la cosa più normale del mondo scendere in strada e dare una mano se ce n'era bisogno. Neanche lo si metteva in dubbio.»
    Scendere in strada a dare una mano se ce n'è bisogno, neanche va messo in dubbio nella mia ostica, puntigliosa, pragmatica, meravigliosa e superba Genova.

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