Alfonso Capecelatro

cardinale e arcivescovo cattolico italiano (1824-1912)

Alfonso Capecelatro di Castelpagano (1824 – 1912), cardinale e arcivescovo italiano.

Alfonso Capecelatro

Citazioni di Alfonso Capecelatro modifica

  • V'ha un socialismo buono, che, mentre accresce i beni materiali, li vuole scala ai beni dello spirito e della vita avvenire; e questo è il socialismo, lasciatemi dire la parola, cattolico. È un socialismo che cominciato con la Chiesa è andato crescendo di grado in grado, e, ai nostri giorni, ha per ordine di Divina Provvidenza, uno sviluppo e un'efficacia che non ebbe mai. Questo sviluppo, in gran parte derivato dalle industrie e dai commerci smisuratamente cresciuti tra i popoli civili, è voluto, promosso e accelerato dalla Chiesa Cattolica. Due memorabili Encicliche di Papa Leone XIII indicarono la via che esso deve percorrere, il papa presente Pio X, così particolarmente amante degli umili, lo ama di gran cuore e ne promuove il progresso. E ciò non toglie che egli d'altra parte si opponga severamente a coloro i quali, avvedendosi o no del male che fanno, si sforzano di rendere il socialismo una peste dell'umana società. Con la lusinga di rendere tutti gli uomini ricchi dei beni materiali tentano di spogliarli di beni infinitamente maggiori, che sono gli spirituali. Questo è il socialismo cattivo, che noi figliuoli della Chiesa combatteremo sempre.[1]

La vita di S. Filippo Neri modifica

  • Guardiamo un tratto Filippo in questa nuova luce. Certe cose che egli fa, chi le miri alla superficie, le deve giudicare demenze, scioccherie e delirj: si vede ch'ei si sforza di parer folle, volgare, spregevole e dappoco; e ciò soprattutto quand'altri il vorrebbe venerare e ammirare qual Santo. Al cospetto dei Cardinali che lo riveriscono e lo amano tanto, ei saltella e scherza e ride come uomo semplice e dappoco: ei sa che per Roma lo gridano Santo; ed egli balla nelle pubbliche piazze, e particolarmente là dove vede raccolto molto popolo per ragione di qualche festa. (libro II, cap. XI, p. 449)
  • Affinché non lo tengano in conto di Santo, [Filippo] va talvolta in chiesa con una casacca a rovescio sopra la sottana, e la berretta se la pone in capo alla brava; e per le strade porta sull'abito una pelliccia di martora, che gli fu donata, e quasi se ne pavoneggia. Poiché a suo tempo i preti recavano la barba lunga; egli, per rendersi spregevole, se ne fa radere la metà, e va così per la città, tutto lieto che altri rida di lui, e il dica scemo e matto. (libro II, cap. XI, p. 450)
  • La semplicità cristiana non è ignoranza né povertà di mente né eccessiva bonarietà, come credono gli uomini volgari; ma è invece uno specchiamento, o più tosto una trasparenza del candore e della schiettezza dell'animo. (libro II, cap. XI, p. 466)

Citazioni su Alfonso Capecelatro modifica

  • Da lungo tempo io ardevo dal desiderio di fare la conoscenza personale di quest'uomo insigne, e dacché io ebbi l'onore di occupare l'ultimo posto del Sacro Collegio, che il nome e le opere di Lui illustrano da un quarto di secolo, il mio desiderio si raddoppiò.
    Ricordo vivamente l'emozione che io sentii quando, nel marzo dell'anno scorso, mi trovai finalmente in presenza del venerabile vegliardo.
    Egli, ha conservato tutto il vigore del suo pensiero, il suo occhio è rimasto penetrante; la sua parola, anche in francese, d'una eleganza accademica, è sempre piena di grati ricordi, il suo accento è comunicativo, e quando dalla sua solitudine di Capua Egli spazia lo sguardo scrutatore sul mondo cattolico e si domanda a che punto sono in Inghilterra e negli Stati Uniti, in Germania, in Francia, nel Belgio, gli interessi della Chiesa, i suoi interlocutori sentono che il cuore di Lui batte più forte, la sua parola si riscalda e si colorisce, le aspirazioni si elevano ma con una tinta di melanconia, da cui l'anima sua non può sentirsi libera. (Désiré-Félicien-François-Joseph Mercier)
  • Io dubito che al presente esista nel mondo cattolico un uomo il quale sintetizzi, in egual grado del Cardinale Capecelatro, gli interessi vitali della Chiesa.
    Sacerdote innanzi tutto, discepolo fedele dei Santi Filippo Neri e Alfonso de' Liguori, dei quali egli ha, in forma tanto elevata, esposta la storia edificante, ha messo sempre tra le prime cure del suo zelo apostolico la formazione morale e religiosa del suo clero e più specialmente quella dei giovani leviti del Santuario.
    Ministro e soldato della Chiesa e fiero patriota a un tempo, egli ha potentemente conferito al decoro dell'alto clero nella sua bellissima patria, l'Italia. (Désiré-Félicien-François-Joseph Mercier)
  • Mio zio aveva una mirabile serenità d'animo, anche in mezzo alle lotte che non gli furono risparmiate. Realizzava l'ideale di vivere per sé, senza egoismo. Non l'ho mai visto adirarsi e spesso calmava qualche escandescenza di mio padre. Amava la conversazione nella quale portava una temperanza di parole che si scambiava facilmente per indifferenza ma che non lo era. I suoi giudizi erano sempre benevoli, la sua indulgenza si stendeva a tutto: la parola più grave che diceva contro qualcuno era: imperfetto. Aveva in ogni cosa uno squisito e aristocratico senso della misura.
    Nell'80 fu nominato arcivescovo di Capua e dové lasciar Roma per chiudersi in quella città morta, nell'antico, immenso palazzo arcivescovile, le cui terrazze, dall'ammattonato verde di muschio, davano sul Volturno. Nelle linee grandiose di quel paesaggio, velato dalle nebbie umide del fiume, ritrovò la solitudine della sua cella di filippino e la sua vita parve diventare ancora più spirituale. Semplicissimo nelle abitudini, frugalissimo, alla mano, non aveva ambizioni e chiedeva soltanto d'essere lasciato in pace. Ma la sua pace non era una morta gora. La sua vita interiore era doviziosa e tale si mantenne fino all'ultimo respiro. Già vecchissimo, amava ancora di apprendere cose nuove e s'interessava a qualunque soggetto di letteratura o d'arte. Se qualche tempesta si agitò nel fondo del suo spirito, nulla però venne a turbare mai la calma superficie della sua esistenza. Nemico acerrimo degli scrupoli, si sforzava di struggerne il germe nell'animo dei suoi penitenti e di tutti coloro che lo avvicinavano. Se avesse dovuto prendere una divisa credo che avrebbe preso: Ne quid nimis. (Enrichetta Carafa Capecelatro)

Note modifica

  1. Da La Religione Cattolica e la questione Sociale, Il buon cuore, anno IX, n. 11, 12 marzo 1910, Religione, p. 86.

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