Alex Caffi
pilota automobilistico italiano
Alessando "Alex" Caffi (1964 – vivente), ex pilota automobilistico italiano.
Citazioni di Alex Caffi
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- [«Come ricorda il passaggio dalle monoposto di Formula 3 ai bolidi F1 turbo?»] Ho dei ricordi traumatizzanti, perchè dopo quell'esordio [nel Gran Premio d'Italia 1986 con l'Osella], qualsiasi cosa a livello automobilistico potessi fare, non mi spaventava più. A ventidue anni, passare in una settimana dai 170-180 cavalli, ai 1000 cavalli dei turbo F1 di allora, veramente delle macchine, delle bestie indomabili, è stato proprio traumatizzante... Al primo giro pensavo di avere bucato, di avere le gomme tutte e quattro a terra... Invece i meccanici mi dissero che la Formula 1 era così. Mille cavalli da gestire erano una cosa non dico impossibile, ma quasi, per un ragazzino di 22 anni. Un ricordo bellissimo, come vivere un sogno: mi sono ritrovato improvvisamente in mezzo a tutti i miei idoli, a gente che avevo attaccata nei poster fino alla settimana prima in camera da letto.[1]
- La mia passione per i motori deriva essenzialmente dalla mia famiglia, in particolare da mio padre, che era un gommista, e dai miei zii, che erano proprietari di un concessionario Lancia e si cimentavano in gare che andavano di moda negli anni '60 e '70 come le cronoscalate. Mi sono avvicinato alla Formula 1 in un modo abbastanza particolare, perché i miei inizi non sono con le quattro ruote ma con le due. Fino a 16 anni infatti guidavo con le motocross, e me la cavavo piuttosto bene, tanto che ho avuto anche la fortuna di vincere un campionato italiano dei giochi della gioventù. Poi, sempre a 16 anni, comprai un go kart, e il caso volle che dopo una settimana dall'acquisto vinsi subito una gara. Preso dall'entusiasmo da quel momento non ho più abbandonato le quattro ruote [...][2]
- [...] negli anni in cui correvo io i piloti avevano un aspetto, una personalità, un carattere ed un'apparenza più umana rispetto a quelli di ora. Non voglio dire che i piloti di oggi non siano emotivi, ma si è creato un ambiente intorno a loro che li fa apparire così. Per intenderci, quando due piloti avevano qualcosa da ridirsi nel periodo in cui correvo, si mandavano tranquillamente a quel paese senza problemi e senza ricorrere a conferenze stampa o ai portavoce.[2]
- Se avessi potuto scegliere quando diventare pilota avrei scelto di far crescere la mia carriera tra il 1960 e il 1975, quindici anni in cui c'è stata la maggior concentrazione di talenti come piloti e come mezzi. Amo tantissimo quella Formula 1, quell'automobilismo. Quelle esperienze alla guida dove si rischiava, dove si poteva anche morire, e salendo in auto se ne era consapevoli. La differenza era proprio in questo: vivere o morire, una linea sottile che demarca questo limite. [...] Basti pensare a quei piloti che prima di salire a bordo salutavano tutti senza sapere se li avrebbero riabbracciati. Erano degli eroi, li amo e li ho amati. La loro tenacia, il loro coraggio, la loro audacia, mi ha spinto a fare questo sport da giovane, in cui rischiavo me stesso, la sfida era verso me stesso.[3]
Note
modifica- ↑ Dall'intervista di Alessandro Bucci, Alex Caffi: "F1 con mille cavalli, bestie indomabili", formulapassion.it, 12 febbraio 2012.
- ↑ a b Da Alessandro Prada, Alex Caffi si racconta in un'intervista esclusiva a CircusF1!, circusf1.com, 25 giugno 2015.
- ↑ Da Marianissima Brixia, La velocità per professione: intervista ad Alex Caffi, mondooggi.com, 30 giugno 2021.
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