Alessandro Mendini
architetto, designer e artista italiano (1931-2019)
Alessandro Mendini (1931 – 2019), architetto, design e artista italiano.

Citazioni di Alessandro Mendini
modifica- Bisogna ricostruire uno spazio ad alto gradiente psichico anche all'interno di casa nostra.[1]
- Come stilista, Cinzia Ruggeri sembra – se così si può dire – tanto stilista quanto artista. [...] ha il fiuto innato della moda e del corpo. Ma penso anche che essa consideri un vestito, un sistema di vestiti, così come un artista vede il suo quadro o la sua opera, cioè con l'occhio e il cervello tipici di un operatore di arte pura, non di arte applicata [...]. Penso da derivi da questa vocazione buona parte della sua personalità e del suo isolamento, che inducono a considerarla su un terreno intermedio fra le avanguardie, la moda e il teatro sperimentale.[2]
- Per Cinzia [Ruggeri], il problema fondamentale sembra [...] quello [...] di trasmettere libere comunicazioni espressive, mentre solo in seconda istanza essa pone – anche se con precisione – il problema legato alla funzione del vestire. È l'atteggiamento tipico che caratterizza il [...] «neo-moderno», quello di coinvolgere il fruitore in un atto lucido di impegno figurativo e comportamentale, non tramite il solito uso diretto della [...] creatività ma bombardandolo con miriadi di possibilità di scelta, tutte forti, compromettenti, altamente espressive. [...] Ecco allora Cinzia preparare cento, mille, diecimila abiti (una sorta di oggetti-rappresentazione) per altrettante donne-cariatidi che intende vestire, che accettano e acclamano la sua scelta, la sua fantasia non convenzionale, il suo intellettualismo filosofico. Tagli, colori, materiali, forme e stilemi inventati e tratti da una iconografia a girandola – eclettica e colta – assemblati con le tecniche tipiche delle neo-avanguardie: lo spiazzamento, il paradosso, il collage, l'optical, il surrealismo, il kitsch, l'ironia, la body art [...]. Ecco allora gli inevitabili sconfinamenti su riviste di architettura o in sofisticate collettive di artisti, ma anche la dura pratica delle sue collezioni prêt-à-porter, che calano come fulmini a ciel sereno nel conformismo dei vari saloni.[2]
Matteo Galbiati, espoarte.net, 19 febbraio 2019.
- Capisco che la creatività sia importante, ma la parola "creativo" sa troppo di marketing. Creare, ideare sono doti nascoste dentro ciascuno, ma molte persone non sono in grado di coltivarle. Poter usare la fantasia in ogni tipo di lavoro, questo sarebbe davvero un grande obiettivo.
- Ho sempre avuto bisogno di lavorare assieme ad altri, noti o ignoti. Il colloquio mi è essenziale. Mi piace anche coordinare dei gruppi. Le persone note che sul piano umano mi hanno dato molto sono Rogers e Giò Ponti. Ci sono anche molte altre persone, meno conosciute, ma per me importanti.
- Il mio mondo interiore è legato alla pittura, a certi autori del Novecento: Savinio, i futuristi, Signac, Morandi, Kandinskij e molti altri ancora. Non posso dimenticare gli scrittori, come ad esempio Proust. Considero i progetti come fossero dei romanzi.
- L’umanità è superficiale, le persone pensano poco. Obiettivo primario dei miei oggetti è quello di suscitare una reazione emotiva o intellettuale. Faccio in modo che l’uso dei miei oggetti, o anche lo sguardo su di essi, induca alla compostezza di un rito.
- Sono sempre stato dispersivo, mi piace fare tante cose assieme. Ai tempi dei miei studi di architettura avrei preferito fare il cartoonist. Mi interessavano molto Steinberg e Disney.
Note
modifica- ↑ Citato in Luca Forcignanò Serri, Alessandro Mendini, vogue.it, 17 aprile 2012.
- ↑ a b Da La "nuova moda" di Cinzia Ruggeri, Vogue Italia, ottobre 1982.
Voci correlate
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