Alceo
Alceo (in greco Ἀλκαῖος, Alkâios; tra il VII e il VI secolo a.C.), poeta greco antico.
Incipit di alcune opereModifica
Giove piove, e gran tempestaModifica
Giove piove, e gran tempesta
È nel ciel, crescono i fiumi:
La stagion vinci molesta;
Entro il foco si consumi
Molto legno e dolcemente
Vin si beva largamente[1].
Bagni il vin l'uno e l'altro polmoneModifica
Bagni il vin l'uno e l'altro polmone,
Beviam; l'astro va in alto avanzando:
Tutto ha sete per l'arsa stagione.
Inebbriär dobbiamci oltre misuraModifica
Inebbriär dobbiamci oltre misura,
Chè Mirsilo tiranno è in sepoltura.
Albero non piantar pria della viteModifica
Albero non piantar pria della vite[2].
Mai non si deve a doglia l'animoModifica
Mai non si deve a doglia l'animo
Lasciare in preda, perché niun utile
Dà il duolo; se il vino si reca,
È l'ebbrezza il rimedio migliore[3].
Non v'ha bisogno di propugnacoliModifica
Non v'ha bisogno di propugnacoli:
Gli uomini sono schermo alla patria,
Quando s'accinge ella a pugnar.
La grande casa è risplendente tuttaModifica
La grande casa è risplendente tutta
Di bronzo, e tutti ell'ha di Marte i fregi,
Elmi lucenti ed ondeggianti in alto
Cimieri equini, de' guerrieri a' capi
Decoro, e insiem schiniere rilucenti
Di rame, che nascondono nel muro
I chiodi, ond'esse pendono.
Quando vien la primaveraModifica
Quando vien la primavera
Con la pompa sua fiorita,
Il piacere a sé m'invita;
Dolce vin mescete a me.
È specchio il vino agli uominiModifica
È specchio il vino agli uomini.
Vino, o fanciullo caro, e verità.
Salve, e beviModifica
Salve, e bevi,
E con noi bevi.
Saffo, ch'hai di vïolaModifica
Saffo, ch'hai di vïola
Chiome e dolce sul viso,
Come miele, il sorriso
Siccome augei, che vedonoModifica
Siccome augei, che vedono
Comparire repente
A loro innanzi l'aquila,
Tal mi feci io temente[4].
Di venti lotta sorger veggiamoModifica
Di venti lotta sorger veggiamo;
Qua e là s'aggira turbine d'onde,
E con la nera nave balziamo
Sbattuti in mezzo d'acque profonde
Se quel che vuoi ti piace direModifica
Se quel che vuoi ti piace dire,
Quanto non vuoi pur devi udire.
Uom, né donna fuggireModifica
Uom, né donna fuggire
Mai non puote il desire.
Ella è inver bella sorteModifica
Ella è inver bella sorte
Aver per Are[5] morte.
Insopportabil mal per eccellenzaModifica
Insopportabil mal per eccellenza
Povertà vince altrui con l'impotenza.
NoteModifica
- ↑ Orazio imitò Alceo nell'ode: ...Vides ut alta stet nive candidum, ed in altre.
- ↑ Orazio: Nullam, Vare, sacra vite prius severis arborem.
- ↑ Questa strofa è sul metro dei pretesi alcaici italiani oggi in voga.
- ↑ Alceo, come Orazio, fuggì una volta o si ritrasse dal combattimento. Qui, probabiliter, dice il Bergk, il poeta parla di sé.
- ↑ Marte.
BibliografiaModifica
- Alceo, Frammenti vari, in "Poesie greche, intere o in frammenti, tradotte ed annotate da Achille Giulio Danesi, preceduto dal poemetto L'Ellade", Tipografia Editrice Tempo, Palermo, 1886.
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