Alberto Vigevani

scrittore e editore italiano (1918-1999)

Alberto Vigevani (1918 – 1999), scrittore, editore, critico teatrale, critico letterario e libraio italiano.

La febbre dei libri

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Qualche volta mi chiedo come ci si avvicini ai libri e, nel mio caso, perché ai libri invece che alle arti, al teatro, o alla musica.

Citazioni

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  • Enormi tir fendono la nebbia invernale o scaldano le lamiere alla canicola sulle autostrade padane, per andare a rifornirsi di volumi alle cattedrali dei libri sfrattati dai costosi magazzini computerizzati dei grandi librifici. Sono capannoni traboccanti di ex bestsellers o di bestsellers abortiti, i cui diritti furono a suo tempo comperati all'asta a suon di dollari da editori troppo ricchi di denaro e spesso poveri di letture. In quelle cattedrali [...] si approvvigionano, girando tra bancali che sostengono masse di volumi più alte delle mura di Troia i remainders [...]. (p. 23)
  • Si tratta per lo più di libri di amena lettura [...]. O sono libri di ministri dimissionari, di umoristi afflosciati, di giornalisti annacquati; instant books il cui momento è passato; manuali resi inutili dal progredire delle tecniche. Un mondo di larve dalle copertine rilucenti, nel quale forse si nasconde qualche buon libro che dovrà essere riscoperto e ristampato, per fare un'altra volta la stessa fine. (p. 24)
  • Come i quasi conterranei lucchesi, che giravano da ambulanti le terre più lontane, vendendo statuine, i pontremolesi si erano sparsi per l'Italia con le bancarelle. Erano spesso parenti: si chiamavano, e si chiamano, tarantola, Fogola, Gandolfi, Ghelfi, Lorenzelli, Barbato. Spesso si univano per comprare al miglior prezzo fondi di magazzino. Dai loro lombi nacquero dinastie proprietarie di alcune tra le più affermate librerie nel centro delle grandi città. Hanno fondato persino un premio [il Premio Bancarella] che non ha, come tanti altri, ipocrite pretese letterarie o in ogni modo culturali, e viene assegnato ai libri più venduti, in una visione del mondo merceologica e incontrovertibile. (pp. 23-24)
  • Arrigo Serato, a lungo amico di Anna Magnani, fu tra gli anni Trenta e Cinquanta un celebre violinista. Uomo colto, che come solista o in trio con altri della stessa statura percorreva l'Europa e le due Americhe per dare concerti, non mancava di visitare ovunque le librerie antiquarie, nutrendo così la sua passione dei novellieri italiani nelle edizioni originali. [...] Possedeva [del Decameron], quale prima di una serie di edizioni, la giuntina del 1516, che riproduce i gustosi legni illustranti l'incunabolo del '92, oltre a quella, espurgata, detta «ventisettana». (p. 100)
  • Federico Caproni, per molti lati un originale, tra l'altro trasportò pezzo per pezzo, facendola ricostruire identica, nella sua grande tenuta di Vizzola, l'ottocentesca Stazione Centrale di Milano, in puro stile francese, che nel mio ricordo (ancora ragazzo, quando fu demolita) era rimasta piena di una grazia poco ferroviaria. L'architetto, che aveva senza dubbio visto le stazioni di Parigi, si chiamava Bouchot e nel ristorante liberty dai sontuosi carrelli ricoperti di alpacca lucente si gustava, era noto, il miglior risotto alla milanese della città. Abbandonata ora per un grottesco capriccio in mezzo ai prati, non faceva naturalmente più la sua figura, che sul piazzale cui era stata destinata era colma di dignità. (pp. 100-101)

Citazioni su Alberto Vigevani

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  • Chi è stato, anzitutto, Alberto Vigevani? Non posso che rispondere: un poeta, anzi: un poeta che ha scritto romanzi. (Lalla Romano)

Bibliografia

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Altri progetti

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