Accademia di agricoltura di Torino
Citazioni sull'Accademia di agricoltura di Torino.
- Un paese qual è il nostro Piemonte, il cui suolo fertile per natura, riscaldato da un benigno sole, inaffiato quasi in ogni parte da copiosi fiumi, e bellissimo per la varietà dei siti, che ora si distendono in vaste pianure, ora si abbassano in amene valli, e quando sorgono in ridenti e fruttiferi poggi; un paese siffatto doveva naturalmente invitare gli abitanti a cercare il modo di accrescere colla industria la naturale fecondità del terreno. E di fatto non pochi furono in ogni tempo i piemontesi, i quali o con ben intesi esperimenti, o con lodate scritture si studiarono di additare altrui la via più agevole a riuscire in questo intento. Ma le fatiche parziali di questi benemeriti dell'agricoltura non potevano produrre tutti quei vantaggi, che facilmente si ottengono quando un certo numero di persone animate dallo stesso desiderio si stringono insieme e si comunicano a vicenda le loro osservazioni e i loro trovati. Questa considerazione fu quella che indusse l'anno 1785 alcuni personaggi ragguardevoli per nascita, per cariche e per dottrina a pregare il Re Vittorio Amedeo III perché volesse acconsentire alla istituzione di una società intesa a promuovere in Piemonte gli studi dell'agricoltura. Accolse benignamente il Re la loro domanda, e il 24 di maggio dell'anno predetto degnossi di manifestarne il pieno suo gradimento. Non era appena scorso un mese dall'ottenuta grazia Reale, che la novella società videsi ordinata, e il 30 di giugno dello stesso anno ebbe luogo la prima adunanza. (Tommaso Vallauri)
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