Émile Verhaeren

poeta belga (1855-1916)

Émile Verhaeren (1855 – 1916), poeta belga.

Ritratto di Émile Verhaeren

Citazioni di Émile Verhaeren modifica

  • Gira il mulino, a sera, molto languidamente | sovra un cielo aggrondato, tutto malinconia: | e la sua vela in moto, color fango di via, | è triste floscia e greve, stanca infinitamente. || Siccome rame arbòree, dall'alba, le sue braccia | si son protese solo per ricader spossate: | ed ecco che ricàdono, laggiù, nell'aria ghiaccia | e nel silenzio immenso dell'aure intenebrate.[1]
  • In fondo al cuore sacerdotale, | donde il loro splendore s'erige | – oro, argento, diamante, cristallo – || pesanti di secoli e di prestigi, | durante i vespri, quando le sere | alle lunghe preghiere invitano, | s'impongono gli ostensori | i cui fissi gioielli meditano. || Conservano, ornati di fuoco, | per l'universale amnistia, | il bacio bianco dell'ultimo Dio, | caduto sulla terra in un'ostia. || E la chiesa, come un palazzo di fiamme nere, | ove i reliquiari d'argento e d'ombra | tacciono i loro gridi di tristi metalli, | con lo slancio chiaro delle colonne esulta | ed erge, in fasci d'archi e spigoli, | sino al fastigio l'eternità del culto. || In una cornice di grandi ceri che piangono, | attraverso tempi e giorni e ore, | gli ostensori | sono il solo cuore della fede | che brilla ancora, cristallo e oro, | nelle città della demenza.[2]

Note modifica

  1. Da Il mulino, vv. 1-8, in AA. VV., Parnassiani e simbolisti francesi, liriche scelte e tradotte da Vincenzo Errante, Sansoni, Firenze, 1953, p. 542.
  2. Da Le cattedrali, traduzione di Antonio Mor, in Le più belle pagine delle letterature del Belgio, a cura di Antonio Mor e Jean Weisberger, Edizioni Accademia, Milano, 1965, pp. 122-123; in Letteratura universale, a cura di Luigi Santucci, vol. XXX: Antonio Mor, Jean Weisberger e Jan Hendrik Meter, Antologia delle letterature del Belgio e dell'Olanda, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1970, p. 67.

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