Uguccione della Faggiola

condottiero italiano

Uguccione della Faggiola o Faggiuola (1250 circa – 1319), militare e condottiero italiano.

Uguccione

Citazioni su Uguccione della Faggiola

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  • Era principal consigliere nell'esercito imperiale un Uguccione dalla Faggiuola stato poc'anzi vicario di Enrico a Genova. Una selvaggia rocca presso Rimini era stata culla e retaggio a cotest'uomo di animo e di corpo gigantesco: ma in breve l'industria e il valor suo l'avevano innalzato al comando della fazione ghibellina della Romagna e della Toscana. (Ercole Ricotti)
  • La prosperità, che corrompe lutti, corruppe ancora il Faggiolano; ma troppo amari sembrano ed anche invidiosi quei grandi rimproveri così de' contemporanei come de' posteri contro la sua voracità; innanzi l'invenzione della polvere [da sparo], la forza del corpo essendo stata il più delle volte non l'ultima virtù d'un guerriero. Ed Uguccione fu sì gagliardo e di sì gran mole, che avea bisogno, narra l'Ammirato[1], di adoperare armi grandi più assai dell'ordinarie: ciò che per altro poco s'accorda col ritratto fattone dall'Orgagna nel Campo Santo. Né alcun si sdegna oggi, dell'ebbrezza frequente di Cane Scaligero, vituperato da Francesco Petrarca: e sappiamo come in Omero più di un eroe interi mangiava i terghi di bue. Noi dunque non dubitiamo d'affermare, che a' propri suoi vizj congiunse il Faggiolano quelli ancor del suo secolo; ma la nostra confessione ingenua non c'impedisce di credere, che così nel 1308, come nel 1313 e, sino al termine della sua vita in Novembre 1319, Ugo fu sempre tenuto il maggior guerriero dell'età sua; e che però debba essere stato egli quel Veltro, nel quale sempre sperarono i Ghibellini. (Carlo Troya)
  • Studiando in quel secolo, pensò l'Autore del Veltro[2], che non Cane della Scala ma Ugo della Faggiola, volgarmente detto Uguccione, fosse stato l'Italiano sperato dall'Alighieri; ciò che piacque a parecchi uomini dottissimi, quali un Paolo Costa, un Conte Giovanni Marchetti, un Dionisio Strocchi, un Giuseppe Borghi. (Carlo Troya)
  1. Ammirato, Istorie Fiorentine, I, 261. [N.d.A.]
  2. Carlo Troya, Del veltro allegorico di Dante, presso Giuseppe Molini, Firenze, 1826.

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