Thiruvalluvar (II sec. d.C.), poeta e filosofo indiano.

  • Come potrà mai praticare l'autentica compassione chi mangia la carne di un animale per nutrire la propria?[1]
  • Il proposito di Colui che è senza peccato è di agire senza causare tristezza agli altri, anche se gli fosse possibile raggiungere un grande potere ignorando i sentimenti degli altri.
    Il proposito di Colui che è senza peccato è di non fare del male a coloro che hanno fatto del male a lui.
    Se un uomo causa sofferenze anche solo a coloro che lo odiano senza una ragione, alla fine subirà un dolore che non potrà superare.
    La punizione di coloro che fanno il male consiste nel rendere loro un grande servigio, così da indurli a vergognarsi. A che cosa serve che un individuo possieda una conoscenza superiore se non si sforza di alleviare i bisogni del suo prossimo non meno che i propri?
    Se alla mattina un uomo desidera fare del male a un altro, alla sera quel male ritornerà a lui.[2]
Thiruvalluvar

Note modifica

  1. Dal Tirukkural; citato in Matthieu Ricard, Sei un animale!, traduzione di Sergio Orrao, Sperling & Kupfer, Milano, 2016, p. 32. ISBN 978-88-200-6028-2
  2. Dal Kural a lui attribuito; citato Lev Tolstoj, Lettera a un indù, in Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj: un carteggio e dintorni, Il mulino, Bologna, 1985, pp. 185-186. ISBN 88-15-00793-8

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