Takeshi Kitano

regista, sceneggiatore, attore, comico e conduttore televisivo giapponese

Takeshi Kitano (1947 – vivente), noto anche come Beat Takeshi o Takeshi, regista, attore, sceneggiatore, presentatore televisivo, scrittore e pittore giapponese.

Takeshi Kitano a Cannes, 2000

Citazioni di Takeshi Kitano modifica

  • Basta con armi, con le sparatorie benché irrealistiche e pirotecniche come quelle dei miei film. Anche se in forma di videogame, sempre violenza è. E nel mondo ce n'è davvero troppa per aggiungerne ancora. Nella mia seconda vita cinematografica voglio parlare d'altro: di bellezza, di pace, di donne.[1]
  • Fellini e Godard sono i miei preferiti. Il paragone è un onore. Però i loro film non li ho mai capiti bene. Mi piacciono sì, ma non li capisco. Forse il mio cervello non è in grado. I miei sono di tutt'altra pasta. Non serve nessun sforzo, non c'è niente da capire, niente da spiegare. Quello che voglio è solo che la gente si diverta. O che si annoi o che si senta frastornata. Annusateli, lasciatevi andare: è solo un film.[1]
  • Io sono sposato con figli, ma a un certo punto mi sono imbattuto in una donna che mi seguiva ovunque sostenendo davanti a tutti che lei era mia moglie. Mi telefonava negli studi televisivi, mi aspettava fuori, mi inseguiva, chiedendomi a che ora sarei tornato a casa per la cena. Non sapevo più che fare. Tanto più che mia moglie, quella vera, dopo un po' cominciò a sospettare qualcosa di torbido. E a scrivermi lettere come se fosse lei una mia ammiratrice...[1]
  • La società giapponese è organizzata in modo tale che è più facile morirci che viverci [...] La società giapponese è talmente pesante che ci si lascia schiacciare piuttosto che ribellarsi.[2]
  • Nessun essere umano può decidere quando nascere; né può stabilire, a parte casi disperati, per quanto tempo vivere. È facile ignorare la presenza della morte nella nostra vita, e cercare di vivere facendo finta che non esista. La morte è qualcosa che ti segue in ogni momento. Per me sarebbe innaturale pensare alla vita e alla morte come a due elementi differenti. Io penso di essere sempre costantemente pronto al suo arrivo, senza naturalmente essere attratto o, ancor peggio, ossessionato dalla faccenda. Piuttosto credo che chi è ossessionato dalla morte abbia di conseguenza lo stesso atteggiamento anche per la vita.[3]

Note modifica

  1. a b c Da Giuseppina Manin, Kitano si celebra in stile felliniano «Ma non capisco il vostro regista», Corriere della Sera, 3 settembre 2005.
  2. Dall'intervista in Serge Kaganski e Frédéric Bonnaud, Allegra tragedia, Internazionale, n. 208, 21 novembre 1997, p. 40-42.
  3. Citato in Dizionario degli attori. Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, Roma, 2005. ISBN 8839712895

Filmografia modifica

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