Suzanne Collins

scrittrice e sceneggiatrice statunitense

Suzanne Collins (1962 – vivente), scrittrice e sceneggiatrice statunitense.

Suzanne Collins nel 2010

Hunger Games modifica

Incipit modifica

 
Autografo

Quando mi sveglio. l'altro lato del letto è freddo. Allungo le dita per cercare il calore di Prim, ma trovo solo la tela grezza della fodera del materasso. Avrà fatto un brutto sogno e si sarà infilata nel letto della mamma. Ma certo. Oggi è il giorno della mietitura.
Mi sollevo su un gomito. Nella stanza c'è abbastanza luce per vederle. Prim, la mia sorella minore, è sdraiata su un fianco, rannicchiata contro il corpo di nostra madre, le guance vicinissime. Nel sonno la mamma sembra più giovane, un po' consumata, ma non troppo male in arnese. Il viso di Prim è fresco come una goccia di pioggia e incantevole come la primula da cui ha preso il nome. Una volta anche mia madre era bellissima. O almeno così dicono.

Citazioni modifica

  • Non ho possibilità di vincere. Nessuna, è chiaro? È la verità. Lo sanno bene tutti. Sai mia madre che ha detto? Che il Distretto 12 potrebbe avere un vincitore. Ma non stava parlando di me. Lei si riferiva a te. (Peeta)
  • Io non voglio che mi cambino. Che mi trasformino in quello che non sono. Non voglio essere solo un'altra pedina del loro gioco. Vorrei solo trovare un modo per dimostrargli che non sono una loro proprietà. Se proprio devo morire, voglio rimanere me stesso. (Peeta)
  • Sto riflettendo sul motivo per cui Peeta insiste a occuparsene personalmente, quando, all'improvviso, penso: È perché è buono. Proprio come è stato buono quando mi ha regalato il pane. L'idea mi fa fermare di botto. Un Peeta Mellark buono è molto più pericoloso di un Peeta Mellark crudele, per me. I buoni hanno un modo tutto loro di entrarmi nel cuore e metterci radici. E non posso lasciare che lo faccia Peeta. Non dove stiamo andando. Quindi decido che, da questo istante in poi, col figlio del fornaio avrò a che fare il meno possibile. (Katniss)
  • Ricordo la prima volta che ti ho vista. Avevi due trecce invece che una. Quando hai cantato, a lezione di musica, l'insegnante disse "Chi conosce la Canzone della Valle?" e tu subito mano alzata. Dopo quella volta, ti guardavo sempre ritornare a casa. Ogni giorno. (Peeta)
  • "Peeta!" dico, cercando di avere il tono che la mamma usava solo con mio padre. Si è addormentato di nuovo, ma lo sveglio a forza di baci, cosa che pare sorprenderlo. Poi sorride, come se fosse felice di restare lì sdraiato a contemplarmi all'infinito.
  • Qualche volta, quando le cose vanno particolarmente male, la mia mente mi regala un sogno felice. Un'uscita nei boschi con mio padre. Un'ora di sole e una torta con Prim. (Katniss)
  • – [...] non mi è permesso scommettere, ma se potessi, punterei i miei soldi su di te. – Davvero? – sussurro. – Davvero – dice Cinna.
  • Non è per ciò che accadrà a casa. Non è solo che non voglio restare sola. È per lui. Non voglio perdere il ragazzo del pane. (Katniss)
  • Affondo il viso tra le mani. Adesso non c'è pericolo che pianga. Non riuscirei a spremere una lacrima nemmeno per salvarmi la vita. Cosa sta facendo Haymitch? Malgrado la mia rabbia, l'avversione e i sospetti, nel fondo della mia testa una vocina sussurra la risposta. Forse ti sta mandando un messaggio. Un messaggio. Che dice cosa? A quel punto capisco. C'è una sola, buona ragione per cui Haymitch potrebbe rifiutarmi l'acqua. Perché sa che l'ho quasi trovata. (Katniss)
  • Ma il vero divertimento degli Hunger Games è guardare i tributi uccidersi l'un l'altro. Di tanto in tanto un tributo lo uccidono, giusto per ricordare ai giocatori che possono farlo. Ma per la maggior parte del tempo ci manovrano affinché ci affrontiamo faccia a faccia.
  • L'unica cosa che mi distrae è il panorama che vedo dai finestrini mentre sorvoliamo la città e proseguiamo verso la landa selvaggia che sta al di là. È questo che vedono gli uccelli. Solo che loro sono liberi e al sicuro. Al contrario di me. (Katniss)
  • Non voglio che mi cambino là dentro. Che mi trasformino in una specie di mostro che non sono. (Peeta)
  • Risento la voce di Peeta. Non ne ha proprio idea. Dell'effetto che può fare. Ovvio, intendeva sminuirmi. Giusto? Ma una minuscola parte di me si chiede se non fosse un complimento. Se non volesse dire che ero in qualche modo interessante. È strano che mi abbia notato tanto. È strana la sua attenzione per le mie attività di caccia. E a quanto pare nemmeno io l'ho ignorato come credevo. La farina. La lotta. Mi sono tenuta aggiornata sul ragazzo del pane.
  • Peeta Mellark! Oh, no, penso. Non lui. Perché conosco quel nome, anche se non ho mai parlato di persona con chi lo porta. Peeta Mellark. No, la fortuna non è dalla mia parte, oggi. Lo osservo mentre si fa strada verso il palco. Altezza media, corporatura robusta, capelli biondo cenere che gli ricadono a onde sulla fronte. Ha scritto in faccia lo shock del momento, si vede che si sforza di restare impassibile, ma dai suoi occhi trapela la paura che ho visto così spesso nelle mie prede. Ciononostante, sale sul palco con calma e prende posto. [...] Perché lui? penso. Poi cerco di convincermi che non ha importanza. Peeta Mellark e io non siamo amici. Nemmeno vicini. Non ci parliamo. La nostra sola interazione risale ad anni fa. È probabile che lui se lo sia scordato. Ma io no, e so che non lo farò mai...
  • "Cos'è che stavi dicendo, prima che arrivasse il cibo? Qualcosa su di me... nessuna concorrenza... la cosa migliore che ti sia mai capitata...". "Quest'ultima parte non me la ricordo." dico, sperando che qui sia troppo buio perché le telecamere possano riprendere il mio rossore. "Già, è vero. È quello che stavo pensando." ribatte. "Spostati, sto congelando". Gli faccio posto nel sacco a pelo. Ci appoggiamo alla parete delle grotta, la mia testa sulla sua spalla, le sue braccia attorno a me. Riesco quasi a sentire Haymitch che mi esorta a continuare la commedia. "Allora, da quando avevi cinque anni, non ti sei interessato a nessun'altra ragazza?" gli domando. "No, mi sono interessato ad altre ragazze, ma nessuna, eccetto te, mi ha lasciato un segno duraturo." risponde.
  • Sono inerme, quando il primo cacciatore si precipita fuori dal folto, la lancia sollevata in posizione di tiro. Lo sbalordimento di Peeta mi è incomprensibile. Aspetto il colpo. Invece lascia cadere il braccio lungo il fianco. "Cosa ci fai ancora qui?" mi sibila. Lo fisso senza capire, mentre un rivolo d'acqua gli gocciola da una puntura sotto l'orecchio. Tutto il suo corpo luccica come se si fosse tuffato nella rugiada. "Sei pazza?". Adesso mi sta pungolando con l'asta della lancia. "Alzati! Alzati!". Mi tiro su, ma lui continua a spingermi. Cosa c'è? Cosa sta succedendo? Mi allontana con un violento spintone. "Corri!" urla. "Corri!". Alle sue spalle, Cato si apre un varco attraverso i cespugli. [...] Disorientata e in preda alla nausea, sono in grado di formulare un unico pensiero: Peeta Mellark mi ha appena salvato la vita.
  • Potremmo farlo, sai? Lasciare il Distretto. Scappare. Vivere nei boschi. Tu e io potremmo farcela. (Gale)

La ragazza di fuoco modifica

Incipit modifica

Stringo il thermos tra le mani, anche se il calore del tè si è ormai dissolto nell'aria gelida. I miei muscoli sono contratti per combattere il freddo. Se in questo momento comparisse una muta di cani selvatici, le probabilità di riuscire ad arrampicarmi su un albero non sarebbero a mio favore. Dovrei alzarmi, muovermi, massaggiarmi le membra irrigidite. E invece rimango seduta, immobile come il masso che sta sotto di me, mentre l'alba comincia a rischiarare i boschi. Non posso lottare contro il sole. Posso solo osservarlo con un senso di impotenza mentre mi trascina in una giornata che temevo da mesi.

Citazioni modifica

  • Cominciavo a sospettare che in quelle settimane avesse perso la fiducia che riponeva in me. O che non gli importasse più. Che mi odiasse, persino. E l'idea di averlo perduto per sempre, lui, il mio migliore amico, la sola persona alla quale avessi mai affidato i miei segreti, mi riusciva così penosa che non riuscivo a sopportarla. Non dopo tutto quello che era successo. Sentivo gli occhi che si riempivano di lacrime e la gola che cominciava a chiudersi, come sempre quando sono turbata. (pp. 31-32)
  • Ad un certo punto, devi smettere di correre, girarti e affrontare chi ti vuole morto. La cosa più difficile è trovare il coraggio per farlo. (Katniss)
  • Non posso pensare di baciarti quando ho una ribellione da incitare. (Katniss)
  • Pensavo che, se per un momento smettessi di essere così ferito, potremmo diventare amici. (Peeta a Katniss)
  • Voglio passare ogni minuto che resta della mia vita con te. (Peeta a Katniss)
  • Loro non possono ferirmi. Non sono come il resto di voi. Non ho nessuno che amo a cui tornare. (Johanna Mason)
  • Sarebbe stato meglio se fosse stato più facile da odiare. (Gale su Peeta)
  • Ammirare la bellezza non significa non saperle resistere, eccetto quando si parla di te. (Peeta a Katniss)
  • Guardo Peeta e lui mi fa un sorriso triste. Risento la voce di Haymitch. "Poteva capitarti qualcosa di molto peggio". In questo momento mi riesce impossibile pensare che potesse capitarmi qualcosa meglio. (Katniss su Peeta)
  • Quando sento le urla del pubblico, penso siano perché quel vestito mi sta magnificamente. Poi mi accorgo che c'è qualcosa che si sta alzando attorno a me. Fumo. È fuoco. Non le fiamme tremolanti che ho indossato l'anno scorso sul carro, ma qualcosa di più reale che sta divorando il mio vestito. Inizio a farmi prendere dal panico via via che il fumo si fa più denso. Pezzi carbonizzati di seta nera turbinano sul palco. Ho paura di fermarmi perché non mi sento bruciare la pelle e so che dietro tutto questo ci deve essere Cinna. Così continuo a girare e girare. Per una frazione di secondo non riesco a respirare, completamente avvolta da quelle strane fiamme. Poi, all'improvviso, il fuoco si spegne. Mi fermo lentamente, chiedendomi se sono nuda e perché Cinna ha fatto in modo che il mio vestito da sposa venisse consumato dal fuoco. Ma non sono nuda. Ho addosso un abito identico a quello da sposa, solo che ha il colore del carbone ed è fatto di minuscole penne d'uccello. Sollevo sbalordita a mezz'aria le lunghe maniche fluenti ed è in quel momento che mi vedo sugli schermi. Vestita tutta di nero, a parte le chiazze bianche sulle maniche. O dovrei chiamarle ali. Perché Cinna mi ha trasformato in una ghiandaia imitatrice.
  • Potresti vivere cento vite e ancora non lo meriteresti, lo sai? (Haymitch a Katniss, parlando di Peeta)
  • – Peeta, com'è che non capisco mai quando hai un incubo? – chiedo. -Non lo so. Non credo di urlare o di agitarmi o roba simile. Mi sveglio soltanto, paralizzato dalla paura. -Dovresti svegliarmi – dco, pensando che in una brutta nottata posso interrompere il suo sonno anche due o tre volte. E che per calmarmi ci vuole un bel po'. -Non è necessario. Nei miei incubi di solito ho paura di perdere te – confessa. -E sto bene quando mi accorgo che ci sei. (Katniss e Peeta)
  • Se tu muori e io sopravvivo, non avrò più ragione di vivere, una volta tornato al nostro distretto. Tu sei tutta la mia vita – mi dice. – Non sarei mai più felice. – Faccio per ribattere, ma lui mi mette un dito sulle labbra. – Per te è diverso. Non sto dicendo che non sarebbe dura. Ma ci sono altre persone che renderebbero la tua vita degna di essere vissuta. (Peeta a Katniss)
  • Mi rendo conto che una sola persona verrebbe distrutta irreparabilmente dalla morte di Peeta. Io. -Io sì- gli dico. -Io ho bisogno di te. (Katniss)
  • Sento di nuovo quella cosa. La cosa che ho sentito solo una volta prima d'ora. L'anno scorso nella caverna, quando stavo cercando di fare in modo che Haymitch ci mandasse del cibo. Ho baciato Peeta migliaia di volte durante quell'edizione e anche dopo. Ma c'è stato solo un bacio che mi ha fatto sentire qualcosa che si smuoveva dentro di me. Solo un bacio che mi ha fatto volere di più. Ma la mia ferita alla testa aveva iniziato a sanguinare e lui mi aveva fatto stendere. Questa volta non c'è niente che ci interrompa, a parte noi due. E dopo qualche tentativo, Peeta rinuncia a parlare. La sensazione dentro di me si fa più calda e irradia dal petto, scende per tutto il corpo, lungo le braccia e le gambe, fino alle estremità. Anziché saziarmi, i baci hanno l'effetto opposto. Rendono ancora più grande il mio desiderio. Credevo di essere un'esperta di fame, ma questa è tutta un'altra cosa. (Katniss)

Il canto della rivolta modifica

Incipit modifica

Mi guardo le scarpe e osservo il sottile strato di cenere che si deposita sulla pelle logora. Qui è dove c'era il letto che dividevo con mia sorella Prim. Laggiù c'era il tavolo di cucina. I mattoni del camino, crollati in un mucchio carbonizzato, fanno da punto di riferimento per il resto della casa. Come potrei orientarmi altrimenti, in questo mare di grigio?

Citazioni modifica

  • Chiudere gli occhi non aiuta. Le fiamme bruciano più luminose nel buio. (Katniss)
  • Ho capito di averti giudicata male. Che lo ami davvero. Non sto dicendo in che modo. Forse non lo sai nemmeno tu. Ma chiunque presti attenzione potrebbe vedere quanto ti importa di lui. (Finnick a Katniss, parlando di Peeta)
  • Snow mi aveva sfidato a cancellare ogni residuo dubbio sul mio amore per Peeta. "Convinca me",aveva detto. Sotto quell'ardente cielo rosa, con Peeta sospeso tra la vita e la morte, sembra che alla fine io ci sia riuscita. E nel farlo, ho offerto a Snow l'arma che gli serviva per spezzarmi. (Katniss)
  • Devo averti amata molto. (Peeta a Katniss)
  • Beh, sei una bella stronza, non ti pare? (Peeta a Katniss)
  • "Johanna, davvero lo sentivi urlare?".
    "Faceva parte del gioco" dice. "Come le ghiandaie chiacchierone nell'arena. Solo che era vero. E non smetteva dopo un'ora. 'Tic, tac'".
    "'Tic, tac'" le rispondo in un sussurro. Rose. Lupi mutanti. Tributi. Delfini glassati. Amici. Ghiandaie imitatrici. Stilisti. Io. Nei miei sogni, tutto urla, stanotte. (Katniss e Johanna, parlando di Peeta)
  • Mi protendo e bacio Peeta dritto sulla bocca. Lui rabbrividisce tutto, ma io tengo le labbra premute sulle sue finché non sono costretta a riprendere fiato. Le mie dita salgono lungo i suoi polsi ad afferrargli le mani. "Non permettergli di portarti via da me". Peeta ansima forte mentre combatte contro gli incubi che infuriano la sua testa. "No. Non voglio..." Gli stringo le mano sino a fargli male. "Resta con me". Le sue pupille si contraggono come punte di spillo, si dilatano rapidamente ancora una volta, poi tornano a quella che parrebbe la normalità. "Sempre" mormora. (Katniss e Peeta)
  • Il modo in cui ti ha baciato durante l'Edizione della Memoria... Beh, non mi ha mai baciato in quel modo. (Gale)
  • Quello di cui ho bisogno per sopravvivere non è il fuoco di Gale, acceso di odio e di rabbia. Ho abbastanza fuoco di mio. Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita anziché distruzione. La promessa di una vita che continua, per quanto gravi siano le perdite che abbiamo subito. Di una vita che può essere ancora bella. E solo Peeta è in grado di darmi questo. Così, quando sussurra: "Tu mi ami. Vero o falso?" io gli rispondo: "Vero".
  • Cressida e Gale non la smettono più di parlare per cercare di convincermi. Pollux annuisce ai loro discorsi in segno di conferma. Solo Peeta non esprime un'opinione. "Cosa ne pensi, Peeta?".
    "Penso.. che tu non ne abbia ancora idea, dell'effetto che puoi fare". Fa scivolare le manette lungo il sostegno e si mette in posizione seduta. "I compagni che abbiamo perduto non erano stupidi. Sapevano quello che facevano. Ti hanno seguita perché credevano che saresti davvero riuscita a uccidere Snow". Non so perché la sua voce mi tocchi come nessun'altra. Ma se ha ragione, e credo sia così, ho un debito nei confronti degli altri che può essere ripagato in un solo modo.
  • "Era tua la bomba?". "Non lo so. E non lo sa neanche Beetee" dice lui. "Ha importanza? Tanto tu continuerai a crederlo". Aspetta che neghi. Vorrei farlo, ma ha ragione. Anche in questo momento, vedo il lampo che le dà fuoco, sento il calore delle fiamme. E non sarò mai capace di separare quell'istante da Gale. Il mio silenzio è la mia risposta. (Katniss e Gale)
  • Vorrei chiamarlo e dirgli che mi sbagliavo, che troverò un modo per fare pace con tutto questo. Per ricordare in quali circostanze ha creato la bomba. Che terrò conto, nel giudicare, degli imperdonabili crimini che io stessa ho commesso. Scoprirò la verità su chi ha lanciato i paracadute. Proverò che non sono stati i ribelli. Lo perdonerò. Ma visto che non mi riesce, dovrò semplicemente affrontare il dolore. (Katniss)
  • È andata così anche allora? Più o meno settantacinque anni fa? Alcuni individui si sono seduti intorno a un tavolo e hanno votato per l'inizio degli Hunger Games? C'è stato dissenso? Qualcuno si è schierato a favore della pietà,vanificata dalle richieste di morte per i bambini dei distretti? Il profumo della rosa di Snow forma volute che salgono fino al mio naso e mi scendono nella gola, serrandola nella morsa della disperazione. Tutte le persone che ho amato sono morte, e noi siamo qui a discutere dei prossimi Hunger Games nel tentativo di evitare un inutile spreco di vite. Nulla è cambiato. Nulla cambierà più, ormai. (Katniss)
  • Possono farmi ingrassare. Possono lustrarmi da capo a piedi, vestirmi elegante e rendermi di nuovo bella. Possono progettare armi da sogno che si animano tra le mie mani, ma non riusciranno a farmi un altro lavaggio del cervello per convincermi della necessità di servirmene. Non provo più alcun obbligo di lealtà nei confronti di quei mostri chiamati esseri umani, detesto esserne io stessa una di loro [...] Perché c'è qualcosa di profondamente sbagliato in una creatura che sacrifica la vita dei propri figli per appianare le divergenze. (Katniss)
  • Dirò loro che, nelle mattine brutte, mi sembra impossibile trarre piacere da qualcosa perché temo che possano portarmelo via. E che in quei momenti faccio mentalmente un elenco di ogni atto di bontà che ho visto fare. È come un gioco. Ripetitivo. Persino un po' noioso, dopo più di vent'anni. Ma esistono giochi molto peggiori a cui giocare. (Katniss)
  • Siamo creature stupide e incostanti, con la memoria corta e un grandissimo talento per l'autodistruzione. (Plutarch)

Bibliografia modifica

  • Suzanne Collins, Hunger games, traduzione di Fabio Paracchini con la collaborazione di Simona Brogli, Mondadori, 2009. ISBN 9788804621614
  • Suzanne Collins, Il canto della rivolta, traduzione di Simona Brogli, Mondadori, 2012. ISBN 9788804621881
  • Suzanne Collins, La ragazza di fuoco, traduzione di Simona Brogli e Fabio Paracchini, Mondadori, 2010. ISBN 9788804603528

Film modifica

Altri progetti modifica

Opere modifica