Sergio Leone

regista italiano (1929-1989)

Sergio Leone (1929 – 1989), regista, sceneggiatore e produttore italiano.

Sergio Leone

Citazioni di Sergio Leone modifica

  • Avevo bisogno più di una maschera che di un attore, ed Eastwood a quell'epoca aveva solo due espressioni: con il cappello e senza cappello.[1]
  • Fui totalmente affascinato da... Hollywood... devo aver visto almeno trecento film al mese per due o tre anni. Western, commedie, film di gangster, storie di guerra: tutto quello che mi capitava a disposizione.[2]
  • [Riguardo a La bocca sulla strada] Vi ha preso parte anche Giuseppe Rinaldi, un attore così terribile che mio padre ha dovuto farlo doppiare. Per ironia della sorte questo Rinaldi è diventato in seguito un re del doppiaggio. Ha dato la voce a Marlon Brando. Ora non recita più, lavora solo per gli studi di registrazione. Una vera nemesi.[3]
  • [Omero,] i cui personaggi non sono altro che gli archetipi degli eroi del West. Ettore, Achille, Agamennone non sono altro che gli sceriffi, i pistoleri e i fuorilegge dell'antichità.[1]
  • Il cinema deve essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito. Il cinema è mito.[1]
  • La vita è un'attesa tra un esame e un altro.[4]
  • Mi sembra che oggi il cinema rischi una vera e propria regressione, trasformandosi in un intrattenimento puramente infantile.[5]
  • Robert De Niro si butta nel film e nel ruolo assumendo la personalità del personaggio con la stessa naturalezza con cui uno potrebbe infilare un cappotto, mentre Clint Eastwood indossa un'armatura e abbassa la visiera con uno scatto rugginoso. Bobby, prima di tutto, è un attore. Clint, prima di tutto, è un divo. Bobby soffre, Clint sbadiglia.[2]
  • Quando ero giovane credevo in tre cose. Il Marxismo, il potere redentore del cinema e la dinamite. Oggi credo solo nella dinamite.[6]

Citazioni su Sergio Leone modifica

  • È Sergio Leone il primo italiano a recarsi ad Almería, reso edotto dai suoi colleghi spagnoli che in quelle lande hanno già iniziato da un paio di anni ad ambientare storie di frontiera. Almería è una zona semidesertica dove non esistevano insediamenti, al punto che si poteva veramente inquadrare con la cinepresa l'intero orizzonte. In più, girare in Spagna costava poco perché c'erano società (come la Copercines) che organizzavano le coproduzioni proprio mettendo a disposizione quel set. Leone, poi, potrà realizzare il sogno di tutti i westerner di casa nostra e girare finalmente nella Monument Valley, ma Almerìa diventerà il posto più naturale dove realizzare uno spaghetti western tanto che (a detta del suo stesso scopritore) «a un certo punto divennero necessari i semafori per coordinare l'accesso delle varie troupes». (Stefano Della Casa)
  • Era un grande uomo, in senso fisico e morale. Era dotato di una finezza e di una vivacità di spirito di cui il suo fisico imponente avrebbe potuto far dubitare. (Gilles Jacob)
  • Il mio idolo preferito è Sergio Leone, lo cito in ogni mio film. E poi, io odio i dialoghi e lui ne usava pochi. (John Woo)
  • Il mio regista preferito, al quale mi sono ispirato e al quale vorrei somigliare, è Sergio Leone. Mi considero piuttosto bravo, so di poter migliorare col tempo e sono determinato a farlo, sino alla fine della mia carriera, per questo evito di girare un film l'anno. Eppure, per quanto mi sforzi, non credo che riuscirò mai a girare qualcosa di così perfetto come l'ultima sequenza de "Il buono, il brutto e il cattivo". Proverò a raggiungere quel livello, anche se non credo che ce la farò mai. (Quentin Tarantino)
  • Leone è scomparso prima di poter realizzare il suo più grande sogno: un film sull'assedio di Leningrado, basato sul grande libro di Harrison Salisbury. Pensate che cocktail. Una storia russa raccontata da uno scrittore americano e filmata da un italiano. Eppure, chi ha letto la sceneggiatura, dice che sarebbe stato il suo capolavoro. (Carlo Lizzani)
  • Leone era provvisto in egual misura di un grande senso dell'umorismo e di una tendenza alla visionarietà. Era estremamente naturale. Non aveva paura di fare qualcosa di nuovo. (Clint Eastwood)
  • Non amo molto il cinema di Sergio Leone. Lo trovo un po’ ricercato, troppi primi piani. (Carlo Delle Piane)
  • Per me, il cinema è proprio lui: Sergio Leone. Amava davvero questo lavoro, questo gioco, questa meravigliosa finzione: amava il prodotto finito, e la vita di set. Amava moltissimo gli attori. Amava il cinema e viveva per il cinema. (Claudia Cardinale)
  • Sergio Leone, dotato di una certa muscolarità espressiva, ha i suoi limiti nel manierismo che accompagna ogni suo film. Cinismo, violenza e autocompiacimento sono conditi dalla musica ingombrante del suo omologo in campo musicale, Ennio Morricone. Ogni soluzione è affidata al sensazionalismo. (il Farinotti)

Luca Verdone modifica

  • Il debito del western all'italiana per il cinema di Sergio Leone è grande, soprattutto per il traino commerciale di cui il filone ha beneficiato in tutto il mondo grazie al prestigio acquisito dai film della «Trilogia del dollaro». Il genere del western leoniano ha dimostrato di meritare la piena dignità «autoriale» e di far parte della storia del cinema con la stessa autorità di Charlie Chaplin o di Orson Welles.
  • Nel caso del cinema di Leone sarà opportuno stabilire che cosa l'autore del film ha aggiunto al «genere» e se il contributo che ha dato va al di là delle definizioni storiche e culturali di «genere» accumulatesi nel tempo. È un argomento molto importante nell'analisi dei film leoniani. La risposta a questo problema è nello stile di Per un pugno di dollari, il primo film autenticamente di rottura con la tradizione del western americano. Il protagonista non è un eroe buono, non è un idealista. Si accontenta di guadagnare lautamente al servizio di una famiglia di fuorilegge. Non è chiaro da dove venga, e l'alone di mistero che lo circonda contribuisce a inserire lo «straniero» nella lista dei personaggi mitici: quelli cioè che hanno affinità con gli eroi omerici.
  • Sergio Leone ha lasciato alla storia del cinema solo sette film, che, al confronto con la prolifica produzione di John Ford , Howard Hawks, Raoul Walsh, George Stevens e altri celebri registi di film «western» risultano un numero davvero esiguo. Eppure la sua opera ha inciso così profondamente sulle sorti del western da assumere il ruolo di «pietra di paragone» di un intero «genere» cinematografico, l'evoluzione finale di una parabola iniziata con i primi passi del cinema muto. I motivi della sua eterna giovinezza sono molti e risiedono principalmente nell'incredibile varietà di temi, spunti, inseriti in contesti stilistici assai innovativi rispetto ai moduli sperimentati dal Dopoguerra agli anni Sessanta.

Note modifica

  1. a b c Citato in Walter Veltroni, Sergio Leone: Vi spiego perché è il più grande, Panorama.it, 25 luglio 2005.
  2. a b Citato in Richard Schickel, Clint Eastwood – L'uomo dalla cravatta di cuoio.
  3. Da C'era una volta il cinema: i miei film, la mia vita, a cura di Noël Simsolo, traduzione di Massimiliano Matteri, Il Saggiatore, Milano, 2018, p. 29. ISBN 9788865766880
  4. Da Telepiù, N. 25, dal 16 al 22 giugno 2012.    Fonte migliore?
  5. Citato in Stefano Lorenzetto, "Mi sono fatto nel garage un cinema da 54 posti, con mille film tutti miei", IlGiornale.it, 26 luglio 2009.
  6. Citato in Nöel Simsolo, Conversations avec Sergio Leone. ISBN 2234020492

Bibliografia modifica

  • Richard Schickel, Clint Eastwood – L'uomo dalla cravatta di cuoio, prefazione a cura di Gianni Canova, Sperling & Kupfer Editori, 1999.

Filmografia modifica

Altri progetti modifica