Pechino

capitale della Cina e dell'omonima municipalità

Citazioni su Pechino e i pechinesi.

  • Dacché v’ò contato de’ palagi, sí vi conterò de la grande città de Canblau, ove sono questi palagi e perché fu fatta, e come egli è vero che apresso a questa città n’avea un’altra grande e bella, e avea nome Garibalu, che vale a dire in nostra lingua ’la città del signore’. E ’l Grande Kane, trovando per astorlomia che questa città si dovea ribellare [e] dare grande briga a lo ’mperio, e però lo Grande Kane fece fare questa città presso a quella, che non v’è in mezzo se non uno fiume. E fece cavare la gente di quella città e mettere in quest’altra, la quale è chiamata Canblau.
    Questa città è grande in giro da 24 miglie, cioè 6 miglia per ogni canto, e è tutta quadra, che non à piú dall’uno lato che da l’altro. Questa città è murata di terra e sono grosse le mura 10 passi e alte 20, ma non sono cosí grosse di sopra come di sotto, perché vegnono sí asottigliando che di sopra sono grosse da 3 passi; e sono tutte merlate e bianche. E quivi àe 10 porti, e ’n su ciascuna porta àe uno grande palagio, sicché su ciascuna quadra àe 3 porti e 5 palagi. Ancora su ciascuna quadra di questo muro àe uno grande palagio, ove stanno gli uomini che guardano la terra. (Marco Polo)
  • La cosa più bella di Tokyo è McDonald's. La cosa più bella di Stoccolma è McDonald's. La cosa più bella di Firenze è McDonald's. A Pechino e a Mosca non c'è ancora niente di bello. (Andy Warhol)
  • Pechino, l'immensa capitale del più popoloso impero del mondo, che da migliaia d'anni si erge, al par di Roma, come sfida al tempo, a poco a poco s'immergeva fra le tenebre.
    Le immense cupole a scaglie azzurre dai riflessi dorati dei giganteschi templi buddisti; i tetti gialli dal lampo accecante degli sterminati palazzi della corte imperiale; i mille ghirigori di porcellana del tempio dello spirito marino che racchiude le tre incarnazioni del filosofo Laotsz; i candidi marmi del tempio del cielo; le tegole verdi del tempio della filosofia; la foresta immensa di guglie e d'antenne sostenenti mostruosi draghi dorati cigolanti alla brezza; le punte arcuate di metallo dorato delle torri, dei bastioni, delle muraglie enormi della città interdetta, scomparivano fra le brume della sera. (Emilio Salgari)
  • Qua(ndo) l’uomo si parte di Canbalu, presso lí a 10 miglie, si truova un fiume, il quale si chiama Pulinzaghiz [il fiume Yongding], lo quale fiume va infino al mare Ozeano; e quinci passa molti mercata(n)ti co molta mercatantia. E su questo fiume àe uno molto bello ponte di pietre [Quello che oggi è conosciuto come Il ponte di Marco Polo]. E sí vi dico che al mondo non à un cosí fatto, perch’egli è lungo bene 300 passi e largo otto, che vi puote bene andare 10 cavalieri l’uno allato all’altro; e v’à 34 archi e 34 morelle nell’acqua; e è tutto di m[a]rmore e di colonne, cosí fatte com’io vi dirò. Egli è fitto dal capo del ponte una colonna di marmore, e sotto la colonna àe uno leone di marmore, e di sopra un altro, molto belli e grandi e ben fatti. E lungi a questa colonna un passo, n’à un’altra né piú né meno fatta, con due leoni; e dall’una colonna a l’altra è chiuso di tavole di marmore, perciò che neuno potesse cadere nell’acqua. E cosí va di lungo in lungo per tutto il ponte, sicch’è la piú bella cosa a vedere del mondo. (Marco Polo)
La Città Proibita

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