Melodramma

dramma interamente cantato

Citazioni sul melodramma.

  • Disprezzato sia dai classicisti che dai romantici, il melodramma indusse pochi teorici dell'epoca a riflettere su quali avrebbero potuto essere le sue «leggi particolari», o anche solo a sostenerlo in quanto meritevole di una seria considerazione. Charles Nodier [...], propose la più dettagliata difesa del genere. Nodier sottolinea la funzione morale del melodramma, il suo accento sulla giustizia e sull'umanità, il suo appello alla virtù, la sua ricerca di una consolante e generosa adesione emotiva, e soprattutto, la sua identificazione con la «morale della Rivoluzione», la quale dimostra che «anche quaggiù la virtù è sempre ricompensata e il crimine non resta mai impunito». (Marvin Carlson)
  • Il melodramma in passato fu dissacrante e rivoluzionario, oggi viene visto come la culla della conservazione ed è un errore. Molte volte i modernisti fanno pacchianate deformanti che non rispecchiano l'autenticità dell'opera. E i melomani fischiano, giustamente. (Morgan)
  • Il «Melodramma» – sia inteso nel senso ampio che io do a questa parola di «espressione musicale dei sentimenti umani», sia nel senso ristretto che tutti conoscete – fu il portato proprio e caratteristico del Rinascimento musicale italiano nella sua piena esplicazione. E questa nuova forma d'arte – cui non sì può negare finché rimase fedele agli intendimenti dei suoi fondatori una grande elevatezza e nobiltà – riuscì di tale appagamento all'anima musicale del tempo, che ebbe subito fortuna e diffusione grandissima: dai limiti ristretti entro cui l'avevano realizzato i maestri fiorentini, le cui opere furono piuttosto sperimentazioni accademiche e divertimenti di corte, divenne ben presto una forma d'arte popolarissima ed umana. (Domenico Alaleona)
  • Il movimento musicale fiorentino culminò col melodramma: rappresentazione scenica tutta in musica. I frequentatori di Casa Bardi credevano di richiamare in vita l'antica musica dei Greci della quale, pur senza conoscerla, erano strenui ammiratori. (Guido Pannain)
  • Istituito, agli albori del '600, il melodramma, i compositori non tardarono ad ampliarlo; non lo considerarono unicamente rappresentazione tragica, opera seria, come era stato delineato dai dotti riformatori della prima ora, ma consentirono che avesse liberamente accolto edonistici elementi estranei, senza troppo badare ai modi ed alla consistenza artistica di tale ampliazione. Nel giro di pochi anni il melodramma aggiunse al nucleo centrale di carattere serio una quantità sempre più numerosa di episodii di vario carattere. E come nelle arti figurative ed in quelle letterarie l'estetica e la moda consentivano o suggerivano, o per artistico desiderio di contrasto o per la soddisfazione edonistica del pubblico, l'ammissione nel quadro o nel poema di bizzarri motivi incidentali e spesso incoerenti, così nel novissimo melodramma furono presto inseriti, o per buon amore di antitesi o per meditato, commerciale scopo di allettamento, episodii diversi, svaghi, parentesi, digressioni. (Andrea Della Corte)
  • La forma musicale tipica del melodramma primitivo consisteva in un recitativo che si uniformava alla naturale accentazione del discorso parlato. L'armonia veniva sorretta dal basso continuo. Questa recitazione cantata riesce talvolta efficace, specialmente nelle espressioni dolorose, ma a lungo andare, finisce per stancare a causa della sua uniformità e della monotonia delle cadenze. (Guido Pannain)
  • Le buone frasi stanno al senso che contengono come la musica sta alle parole del melodramma. (Valery Larbaud)
  • Noi uomini abbiamo inventato la scintilla, per poter non richiamarvi, trattarvi male, tenervi sulla corda, per poi convincervi che l'ansia, le paure, le incertezze che ne derivano in realtà sono la vera scintilla. E voi donne ve la bevete, e la mandate giù, e vi piace. Vi piace perché vi nutrite di questi drammi, tutte voi amate il melodramma. (La verità è che non gli piaci abbastanza)
  • Prosa; se no, versi che non sieno versi, o abbiano almeno il pudore di non parer tali; e, quanto a musica vocale, la men musicale possibile: questo si chiama oggi pel melodramma in genere essere nel vero, e pel melodramma italiano più specialmente, poiché in esso e per esso si mira, a piegare il preteso vero dei suoni al verismo del soggetto. È come dire che si va perdendo, se pur non si è perduto interamente, il senso di ciò che deve, che può essere il vero teatrale, ed anzitutto il vero melodrammatico. (Primo Levi)
  • Se mi capita di esagerare e sconfinare nel melodramma è perché sono costretto a farlo, per comunicare in modo chiaro ed efficace. Per farmi capire, senza dubbi o malintesi. (Garth Stein)
  • Tendo a definire un testo teatrale dramma o tragedia se si interessa principalmente della rappresentazione del personaggio, dello sviluppo delle sue passioni, o della riproduzione dello spirito e dei costumi di un'epoca, e se subordina l'intreccio a quest'idea dominante. Di contro, un testo che cerca solo di sorprendere e commuovere lo spettatore con una rapida successione di avventure e rivolgimenti inattesi, è per me un melodramma. Ciascuna di queste opere ha le sue proprie leggi particolari, che devono essere osservate. (François Ponsard)
  • Uomini del nostro tempo – si dice – e dei nostri paesi, dall'aspetto uguale al nostro, agitati dagli stessi nostri casi, come mai, per esprimersi, dovrebbero cantare invece che parlare semplicemente? Sarebbe un controsenso. Parlare debbono dunque, cantare non più. Ma allora, perché e che cosai rimane del melodramma? (Primo Levi)
Melodrama (H. Daumier, 1856-1860)

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