Caligola

terzo imperatore romano (37 - 41)

Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico (12 – 41), regnante con il nome di Gaio Cesare e meglio conosciuto con il soprannome di Caligola, terzo imperatore romano.

Caligola

Citazioni di Caligola modifica

Attribuite modifica

  • Che mi odino, purché mi temano.
Oderint, dum metuant. (da Lucio Accio, Atreus, 47 Dangel)
Secondo Svetonio (Vita di Caligola, 30, 3), divenne il motto dell'imperatore Caligola.

Citazioni su Caligola modifica

  • Caligola è uno degli uomini più potenti del mondo. Ma passerà alla storia come l'Imperatore pazzo di Roma. (L'Impero romano)
  • Con iscandalo universale tenne nel proprio palazzo la cortigiana Piralla, che per il merito delle prostituzioni, era la concubina più famosa de' tempi suoi. Finalmente, dopo d'aver procurato ai suoi desiderii infami ogni sorta di sfogo comune, pensò per ultimo eccesso di prostituire sé stesso. La cosa potrebbe recar maraviglia a chiunque fosse persuaso, che altrimenti dovesse operare un principe bruttato dei più enormi delitti fin dalla culla, e che le prime vittime sacrificate alla sua incontinenza aveva voluto che fossero le proprie sorelle. (Jacques Roergas de Serviez)
  • Durante i suoi primi anni di vita, Caligola viveva per strada, passando da un accampamento militare all'altro. Il suo parco giochi era in effetti la più violenta delle arene di guerra. (Kathryn Tempest, L'Impero romano))
  • Giammai Principe alcuno ritrovò salendo al Trono, in quelli che dovevano a lui ubbidire, più favorevoli disposizioni. Era amato dalle Armate e dalle Provincie, che quasi tutte l'avevano visto fanciullo in compagnia di Germanico suo padre, da lui accompagnato non solo al Reno, ma anche in Oriente. L'amore incredibile del Popolo Romano per Germanico cadeva sovra suo figlio, e le disgrazie della sua famiglia avevano reso questo sentimento ancora più tenero: aggiungendovi quello della commiserazione. Usciva da una tirannia, sotto la quale aveva per lungo tempo gemuto, e l'odio contro Tiberio cangiavasi in affetto per Cajo. (Jean-Baptiste-Louis Crevier)
  • Il potere non prova la propria forza a sé stesso che collo strano abuso d'incoronare con le palme della vittoria qualche assurdità, insultando il genio, sola forza che il potere assoluto non possa toccare. La promozione del cavallo di Caligola, questa farsa imperiale ha avuto e avrà sempre un gran numero di rappresentazioni. (Honoré de Balzac)
  • Il ruolo dell'insonnia nella storia: da Caligola a Hitler. L'impossibilità di dormire è causa o conseguenza della crudeltà? Il tiranno vigila – è ciò che propriamente lo definisce. (Emil Cioran)
  • Lo infame fuoco delle sue impudicizie non si ristrinse nella sola sua casa, ma andò serpendo[1] quasi in tutte le più illustri famiglie di Roma. Disonorò co' suoi adulterii le più distinte matrone della città, e spesse volte ciò fece in presenza de' loro mariti, rendendoli in primo luogo testimonii oculari della propria disgrazia, e poscia facendoli servire per argomento di pungentissimi scherni. (Jacques Roergas de Serviez)
  • Machiavelli sa troppo bene che un Marco Aurelio è un fenomeno raro, anzi unico, che è un'eccezione di cui è inutile tenere conto. I Tiberio, i Nerone, i Caligola, ecco la materia della storia. Ogni principe degno di questo nome si avvicina più o meno a loro; ogni principe che conosca il proprio mestiere è un mostro dichiarato o attenuato e corretto. (Emil Cioran)
  • Può darsi che Dione Cassio e Svetonio, nel loro odio per la monarchia, abbiano un po' calcato la mano. Ma matto, Caligola doveva esserlo davvero. (Indro Montanelli)
  • Secondo Svetonio, Gaio era molto alto e assai pallido, con un corpo sgraziato, il collo e le gambe molto sottili. Aveva occhiaie e tempie incavate, la fronte larga ma sinistra, i capelli fini erano del tutto scomparsi dalla sommità del capo, sebbene il corpo fosse peloso. Si disse che, a causa della sua calvizie e della sua pelosità, avesse decretato che chiunque avrebbe commesso un'offesa capitale sia guardandolo dall'alto mentre passava per le strade, sia nominando la capra in un discorso. Tentò in ogni modo di rendere ancora più repellenti i suoi connotati naturali addestrandosi a fare smorfie davanti allo specchio. (Michael Grant)
  • Un disgraziato, nato male, fatto male, non equilibrato. L'onnipotenza finisce per alterare le qualità intellettuali del suo debole spirito. Appena dopo pochi mesi di potere assoluto si ridestano in lui istinti perversi. Ben presto è manifesto che il quarto Cesare, il padrone di Roma e del mondo, è un folle sadico. (Georges Roux)

Note modifica

  1. Dal lat. serpĕre «strisciare».

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