Andrew Sullivan

scrittore, giornalista e attivista inglese

Andrew Sullivan (1963 – vivente), scrittore, giornalista e attivista inglese.

Sullivan nel 2006

Citazioni di Andrew Sullivan modifica

  • È bello cavalcare la tigre del populismo. Finché non decide di sbranarti.[1]
  • Forse l'unico spazio sicuro che ci è rimasto è la doccia.[2]
  • L'immagine di un convoglio di carri armati grande, fermo e vulnerabile che si dirige (o meno) verso Kiyiv è diventata la metafora della presidenza di Putin. Il mondo si sta prendendo gioco della natura decrepita e amatoriale dell'esercito russo. Sembra che Mosca stia andando incontro a un conflitto lungo e sanguinoso per ottenere una qualche forma di controllo sull'Ucraina, seguita da un'insurrezione ancora più lunga e sanguinosa. Questo stratega abile e astuto [...] ha inviato un esercito impreparato, mal equipaggiato e malinformato in un paese enorme che non riesce nemmeno a controllare, figurarsi a occupare. Non esattamente 'geniale'.[3]
  • La storia è così: capisci che la stai vivendo solo quando si è compiuta.[4]
  • La storia è un misto di circostanze, coraggio, convinzione e casualità.[5]
  • Le letture migliori sono quelle inutili.[6]
Mattia Ferraresi, L’America è morta, Il Foglio, 6 agosto 2018
  • Difendere i diritti degli omosessuali non significa mettere in discussione il concetto di genere. Sono gay ma non penso che la differenza fra uomo e donna sia una costruzione sociale o un’invenzione dei difensori del potere patriarcale da buttare via, credo sia radicata nella realtà biologica.[7]
  • Sembrava che, a livello individuale, l'emotivismo fosse l'atteggiamento che andava promosso come naturalmente adeguato a questi tempi di liberazione dalle ideologie, dalle autorità. Guarda che cosa ha prodotto l'emotivismo: aggressività, narcisismo, ritorno delle tribù, identity politics, sospetto nei confronti dell'altro, incapacità di mettersi insieme per un progetto comune. Ma questa emotività fintamente ingenua ha prodotto, ad esempio, anche l'immigrazione di massa che poi ha fomentato il ritorno del nazionalismo, sulla base di un’infatuazione surreale per il mito del multiculturalismo.
  • [C'è qualche leader in Europa che si salva?] I leader democratici europei sono messi talmente male che, a conti fatti, il Labour di Jeremy Corbyn è l'unico che offre un modello per opporsi in modo efficace a nazionalismo e populismo di destra. E a sua volta Theresa May, con i suoi enormi problemi, sembra in grado di navigare in un frangente difficilissimo della storia britannica. Per il resto il panorama è desolante: Merkel è finita, Macron è un disastro e sul Partito democratico italiano direi che possiamo sorvolare.
  • Trump non ha formalmente toccato le strutture democratiche, ma ha rovesciato tutto ciò in cui il Partito repubblicano crede, ha svuotato di significato i concetti base della democrazia, ha trasformato il Congresso nella Duma com'era dopo la rivoluzione, un organo che notifica la volontà del presidente, ha rimpiazzato il dibattito politico con l’adesione cieca a una setta, un culto della leadership. [...] Il presidente è estremamente efficace nel consolidare e accrescere il proprio culto. ...] Trump è terrificante, è un folle, è un manipolatore egocentrico di abissale ignoranza, ma la crisi che sta cavalcando è nata molto prima di lui.
  • Macron è un disastro. [...] Esprime le stesse idee della classe dirigente che con i suoi fallimenti ha aperto la strada a questa fase di autoritarismo. La sua proposta consiste nel curare i mali del presente con gli stessi mali che ci hanno portato qui.
  • Tony Blair [credo che] abbia responsabilità ancora più grandi nell'avere dato una certa impronta all'Inghilterra e nell'avere sottovalutato la reazione di un popolo insoddisfatto dalle promesse della democrazia liberale. Le persone, deluse dalle prediche dogmatiche sul progressismo, hanno infine abbracciato il nazionalismo, il populismo o gli ego esagerati di leader senza nessuna idea. [...] L'immigrazione è il tema in cui questa dinamica è illustrata perfettamente.
  • Trump ha vinto le elezioni sull'immigrazione, così come le hanno vinte Salvini e il Movimento 5 stelle in Italia. Un altro modo di dire la stessa cosa è: i democratici hanno perso le elezioni sull'immigrazione, rifiutandosi categoricamente di fare qualunque distinzione fra immigrazione legale e illegale.

Note modifica

  1. Da Newt Gingrich alla ribalta, Internazionale, n. 928, 16 dicembre 2011, p. 38.
  2. Da Per tornare umani, Internazionale, n. 1183, 8 dicembre 2016, p. 106.
  3. Da Addio destra post liberale?, traduzione di Gregorio Sorgi, Il Foglio Quotidiano, 28 marzo 2022, p. VI.
  4. Da Conto alla rovescia, Internazionale, n. 768, 31 ottobre 2008, p. 34.
  5. Da La vittoria dei gay americani, Internazionale, n. 1109, 3 luglio 2015, p. 38.
  6. Da Un libro nuovo che non finisce mai, Internazionale, n. 818, 23 ottobre 2009, p. 33.
  7. Intervistato da Mattia Ferraresi, L'America è morta, su ilfoglio.it, 6 agosto 2018., su ilfoglio.it. URL archiviato il 16 agosto 2018.

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