Anacreonte

poeta greco antico

Anacreonte (570 a.C. – 485 a.C.?), poeta greco antico.

Busto di Anacreonte

Citazioni di Anacreonte modifica

  • Amo di nuovo, non amo | e folle sono, non folle.[1]
  • Ares risparmia i vili, e non risparmia i forti.[2]
  • Biancheggiano già le mie tempie | e calvo è il capo; | la cara giovinezza non è più | e devastati sono i denti. | Della dolce vita ormai | mi resta breve il tempo. | E spesso mi lamento | per timore del Tartaro. | Tremendo è l'abisso dell'Ade | e inesorabile la sua discesa.[3]
  • Cenai con un piccolo pezzo di focaccia, | ma bevvi avidamente un'anfora di vino; | ora l'amata cetra tocco con dolcezza | e canto amore alla mia tenera fanciulla.[4]
  • Cleobulo io amo, | per Cleobulo impazzisco, | in Cleobulo m'incanto.[5]
  • Eros qual fabbro con un grande maglio | di nuovo m'ha colpito, | nel torrente invernale m'ha tuffato.[6][7]
  • gettai(?) lo scudo nei gorghi del fiume | dalle belle acque.[8]
  • Il dono è ricco; ma il sonno vale assai di più.[9]
  • Via, così non si beve, tra sghignazzi | ed ululati, alla maniera scitica: | ma a sorso a sorso, al ritmo de' dolci inni.[10]

Citazioni su Anacreonte modifica

  • Con Anacreonte e Teognide, e per gran parte con Alceo e Simonide, nessuno scrive più poesia con la passione religiosa che anima Omero, Esiodo e Solone. (Hans Urs von Balthasar)

Note modifica

  1. Da Giambi, fr. 46; in Anacreonte, p. 150.
  2. Dal frammento 101 Diehl, traduzione di G. Perrotta; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644.
  3. Da Odi; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  4. Da L'amata cetra, in Salvatore Quasimodo, Lirici greci, in Tutte le poesie, a cura di Carlangelo Mauro, Mondadori, Milano, 2020. ISBN 9788835704775
  5. Da Libro II, fr. 5; in Anacreonte, p. 140.
  6. Da Libro II; in Anacreonte, p. 145.
  7. Con l'immagine del fabbro è raffigurato il terribile potere di Eros che prima arroventa e poi raggela. Cfr. nota a p. 145 di Anacreonte.
  8. Dal fr. 85, di libro incerto; in Anacreonte, p. 58.
  9. «Policrate tiranno di Samo regalò al poeta Anacreonte una somma di quattro talenti. Il poeta passò due notti insonni a pensare che cosa poteva fare con quella somma, e al mattino dopo rimandò i talenti a Policrate» riportandogli tale frase; citato in Fernando Palazzi, Enciclopedia degli aneddoti, vol. I, Ceschina, Milano, 1934, p. 40.
  10. Citato in Francesco Pedrina, Musa Greca, Casa Editrice Luigi Trevisini, Milano 5, traduzione di Francesco Pedrina, p. 311.

Bibliografia modifica

  • Bruno Gentili, Anacreonte: introduzione, testo critico, traduzione, studio sui frammenti papiracei, Edizioni dell'Ateneo, Roma, 1958.

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