Modernismo teologico: differenze tra le versioni

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altra di Giovagnoli
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*È certamente impossibile individuare «contenuti» specifici e costanti del modernismo, come pretendeva di fare l'enciclica ''Pascendi''<ref>''Pascendi Dominici gregis'', enciclica di papa Pio X del 1907. Definì il modernismo «sintesi di tutte le eresie».</ref>. È però possibile riscontrare una serie di temi e di orientamenti che ricorrono in vari esponenti di questo peculiare movimento. Frequente è ad esempio la riproposizione angosciosa del problema dei rapporti fra regione e fede in connessione con una tematica scientifica legata in primo luogo alle esigenze della critica storica e letteraria. Sollecitazioni come quelle espresse dalla filosofia dell'azione e da una certa tendenza immanentistica sono anch'esse diffuse. Acuta e ricorrente è la tensione fra autorità e libertà riscontrabile tra le fila del clero sensibile alle suggestioni moderniste, in relazione alle esigenze della ricerca culturale ma anche a quella delle scelte di vita. ([[Agostino Giovagnoli]])
 
*La varietà di tendenze e di interessi, a volte contraddittori o addirittura inconciliabili, presenti nel modernismo, sembra comunque suggerire l'utilità di risalire dalle forme compiute, ma spesso disomogenee e tra loro incoerenti, del modernismo, al suo variegato retroterra. Dotata di di una qualche fecondità appare perciò ancora la prospettiva di accostarsi al modernismo come spia rivelatrice di una crisi, di un disagio, di una sofferenza e anche di un'esigenza di rinnovamento del cattolicesimo, soprattutto italiano. In questo senso la vicenda modernista appare come la punta emergente di un ''iceberg'' dalle molteplici e profonde dimensioni che occupa larga parte di quella stagione della storia della Chiesa contemporanea. ([[Agostino Giovagnoli]])
 
*Rimasto a lungo nel mondo cattolico un argomento tabù, il modernismo solo in epoca piuttosto recente è diventato oggetto di un'attenta analisi storica. Dopo Houtin, che tuttavia fu protagonista di quelle vicende e scrisse a ridosso delle medesime<ref>A. Houtin, ''Histoire du modernisme catholique'', Parigi 1913. {{NDR|N.d.A.}}</ref>, e J. Rivière, che le interpretò però in una luce più teologica che storica<ref>J. Rivière, ''Le modernisme dans l'Eglise. Etude d'histoire religieuse contemporaine'', Parigi 1929. {{NDR|N.d.A.}}</ref>, bisogna attendere gli anni '60 per poter cominciare a disporre di una serie di contributi, scientificamente attendibili, sempre più numerosi negli anni seguenti, fino a trasformare il modernismo in un campo forse tra i più densamente arati della storia religiosa contemporanea. ([[Agostino Giovagnoli]])