Johann Heinrich Wilhelm Tischbein: differenze tra le versioni

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[[File:Johann Heinrich Wilhelm Tischbein - Goethe in der roemischen Campagna.jpg|miniatura|''Goethe nella campagna romana'' (Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, 1787)]]
'''Johann Heinrich Wilhelm Tischbein''' (1751 – 1829), pittore tedesco.
 
==Citazioni di Johann Heinrich Wilhelm Tischbein==
*{{NDR|Tischbein lascia [[Napoli]] occupata dai Francesi il 20 marzo 1799}} Napoli, la splendida Napoli mi parve nera e triste come una tomba. Altra volta, nei giorni di festa, i chiostri sulle colline erano illuminati con migliaia di lumi: si sparavano cannoni, s'accendevano fuochi d'artifizio. Ora, tutto scuro e deserto: i palazzi, sinistri e silenziosi: appena qua e là accennava un lume solitario. Il mio sangue era in fermento, i miei nervi in vibrazione, il mio cuore in malinconia. Questa città, in cui avevo goduto tanto: tante gioie, tante amicizie, tanti onori!... – Le ancore furono levate, le vele disciolte e spiegate al vento; il bastimento cominciò a muoversi. E noi passammo dinnanzi alla casa, dov'io avevo abitato tanti anni...<br>La mia commozione crebbe, quando vidi da lungi la roccia, su cui [[William Hamilton|Hamilton]] aveva un giardino pensile. La fantasia mi riprodusse tutte le belle ore, ch'io avevo trascorse in quel luogo.<ref>Da ''Memorie'', citato in [[Benedetto Croce]], ''Aneddoti e profili settecenteschi'', traduzione per Tischbein di Benedetto Croce, Remo Sandron, Milano-Palermo-Napoli, 1914, [https://archive.org/details/aneddotieprofil00croc/page/288 p. 289].</ref>
*Noi passammo dinanzi a [[Posillipo]], e quando giungemmo al posto che si suol chiamare la ''[[Parco archeologico di Posillipo|Scuola di Virgilio]]'', mi ricordai d'esservi andato spesso la domenica, nel gran caldo, con tutti i miei scolari. Là si trovavano sempre alghe ed erbe marine, {{sic|gittatevi}} dalle onde. Io ne prendevo, e mi situavo nell'apertura di una roccia, ove soffia sempre un fresco venticello. Nelle vicinanze è una grotta, nota perché vi appaiono gli spiriti. I turchi vi si nascosero una volta colle loro navi per sorprendere Napoli. Ora vi abitano, crede il volgo, spiritelli piccolissimi, che saltano sulle spalle dei passanti e li battono e pungono e schiaffeggiano. – Poi io visitavo anche un altro luogo, che ha innanzi una baia rocciosa e deserta. Le rocce stanno diritte verso il cielo. Qui abita solitario il [[merlo]]. Come ogni volta io risentivo qui vivacemente il contrasto di questo luogo silenzioso, quasi fuori del mondo e ritirato in sé stesso, col turbinio rumoroso della grande, magnifica e popolata città, − e questi contrasti così prossimi!<br>Tutto ciò mi lasciavo dietro, e il malinconico ricordo di tante ore liete del passato mi accresceva il dolore del presente...<ref>Da ''Memorie'', citato in Benedetto Croce, ''Aneddoti e profili settecenteschi'', p. 290.</ref>
 
==Citazioni su Johann Heinrich Wilhelm Tischbein==
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*Il mio grande ritratto iniziato da Tischbein sta già emergendo dalla tela. L'artista s'è fatto preparare da un abile scultore un modellino in creta, lo ha drappeggiato con un elegante mantello e se ne serve per dipingere di lena, perché il quadro dovrebbe trovarsi già abbastanza a buon punto prima della nostra partenza per [[Napoli]], e anche il solo coprire di colori una tela così vasta esige tempo.
*Mi ero già accorto che Tischbein mi osservava sovente con attenzione, e ora si scopre che vuol dipingere il mio ritratto. Il bozzetto è pronto, la tela già montata. Vi figurerò a grandezza naturale in veste di viaggiatore, avvolto in un mantello bianco, seduto all'aperto su un obelisco rovesciato, nell'atto di contemplare i ruderi della Campagna romana in lontananza. Ne verrà un bel quadro, solo che sarà troppo grande per le nostre case nordiche; io non potrò che tornare a rimpiattarmi là dentro, ma non ci sarà posto per il ritratto.
 
==Note==
<references />
 
==Altri progetti==