Ponyo sulla scogliera: differenze tra le versioni

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==Citazioni su ''Ponyo sulla scogliera''==
*All’ultima Mostra di Venezia suscitò l’applauso più vibrante, ma la giuria lo ignorò perché Hayao Miyazaki era già titolare di un Leone d’oro alla carriera. «[[Ponyo sulla scogliera]]» rappresenta comunque una svolta nell’opera del maestro dell’animazione giapponese: la tecnica resta quella artigianale del disegno a mano, ma la vicenda assume un carattere più infantile e favolistico rispetto ai capolavori precedenti («[[La città incantata]]», «[[Il castello errante di Howl]]»). ([[Valerio Caprara]])
*Ispirata alla ''[[Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l’ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''La città incantata'': è una gradevole favola sull’amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all’animazione computerizzata e mette all’opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. ([[Il Morandini]])
*La delicatezza del tocco è fuori discussione, i personaggi sono deliziosi, la colonna sonora vanta ispirazioni colte (anche se esagera con le vezzose canzoncine) e non mancano le stoccate ambientaliste. Il buon Miyazaki tiene a trasmettere agli adulti il suo senso anti-fondamentalistico della ‘’giapponesità’’ e a rivendicare una visionarietà svincolata dai canoni occidentali, correndo peraltro il pericolo di essere percepito solo dai bambini ([[Valerio Caprara]])